San Ciro, idea della presente magnifica solennità di questo corrente anno
di Onofrio Sanicola«(...) Non deve pertanto recar stupore, se alle dimostrazioni eccessive di giubilo, che Marineo in questi lietissimi giorni con generosa magnificenza appalesa per la Festa del Santo, vengonsi uniti i ricchi Donativi degli esteri, perché vivendo e l’uno, e gli altri al sommo obbligati al loro amorevole Difensore San Ciro, sono tenuti affaticarsi a maraviglia per ingrandire la solennissima trionfal traslazione del di lui adorabile Capo. E però nella presente Solennità i Sig. Deputati hanno disposto nella Piazza Maggiore un vago, e magnifico semicircolo formato al solito dalle botteghe dei Fieranti, i quali esponendo alla vista del numeroso concorso la rarità delle merci. Galanterie in gran numero ricchissime, e di buon gusto.
Varie opere d’oro e d’argento tutte lavorate all’ultima perfezione e collocate con ordine dall’arte più fina nelle proprie nicchie, compongono una Fiera la più sontuosa che s’abbia mai potuto vedere. Da qui si passa alla Piazza Minore chiamata la Porta ove troverassi eretto un grande Altare in ossequio del Santo, il quale sfarzosamente addobbato, farà la sua maestosa comparsa. In sostanza Marineo in questi giorni per l’interna gioia esce fuor di se stesso: vorrebbe che ogni angolo, ogni strada, ogni cantone ridicesse a chicchessia la grande fervorosa incomprensibile devozione, ch’egli conserva nel cuore verso il di lui mai abbastanza lodato Patrono San Ciro. Tra questa folla di maraviglie, ecco si presenta la gran Basilica, ove si conserva la testa sacrosanta di Ciro, tesoro inestimabile di Marineo: e che nel primo ingresso su la soglia di esso, guardando l’altare maggiore, si vede maestosamente collocata sopra una piramide di cristalli la sacra Reliquia, la quale essendo riccamente adornata, comparisce la Cassa del Santo, come il Sole nel suo meriggio, che con i luminosissimi raggi fe scintillare d’intorno, confonde ed abbatte lo sguardo di chi osa mirarlo. Penetrando più dentro, tentano altresì i Divoti del Santo, che sono concorsi a si magnifica pompa, altrove girar le pupille, e sempre più ostinati li assaliscono i stupori; poiché guardando dappertutto la chiesa, nella volta, nel cornicione, negli Archi, e le colonne, nelle cappelle si vagamente vestite, e per la magnificenza degli apparati, e per la ricchezza degli ornamenti, e per una nuova gentile, e non mai vista idea del disegno, li sembra senza meno un prodigio dell’Arte, un trionfo della maestà, ed un incanto del cuore. Quindi osservata con soddisfazione la Chiesa, gionta l’ora, si canta il solennissimo Vespro dalli Signori Virtuosi della Città di Palermo, li quali essendo Servi fedeli del Santo, si portano in Marineo per pura loro devozione. Terminata già questa sacra funzione, si darà principio alla gran Macchina dè fuochi artefiziali, che si trova pronta nel piano di S: Antonio, la quale essendo ingegnosamente disposta, darà in questo anno un più dilettevole godimento al concorso di popolo, ed insieme fine con replicato e giulivo viva di tutti gli astanti alla solennità fastosa del Sabato.
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Li signori deputati della città MarineoAntonino Epiro, Marco Mineo, Antonino Belmonte, Ciro Belmonte, Benedetto Barbarici
Maestri Michelangelo Fusillo, Antonino Salerno, Onofrio Salerno, Pietro Buglisi, Geronimo Pecoraio, Isidoro d’Agostino, Ciro Ficarotta, Giuseppe Cangemi, Sig. Andrea Sclafani,
Natali Sclafani, Giuseppe Bordonaro, Antonino Valicata, Pietro Scibbono, Ciro Colletti
Giacinto Trentacosti, Filippo di Marco, Giuseppe Pecoraio
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Li signori deputati delle città di PALERMO E TERRE DEL REGNO:Arcara, Mussameli, Sutera, Campofranco, Regalmuto , Grotti, Ragona, Girgenti, Favara, Palma,
Canicatti, Casteltermine, San Giovanne di Cammarata, Castronovo, Della Motta.
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Messaggio del Superiore dei Deputati della Solennità di MarineoGloriosissimo Martire,
Il desiderio di vedere ogni di più aumentata la devozione dei Fedeli a Voi nostro Invittissimo Protettore S.CIRO, ci ha spinti a dedicarvi questo libretto della Festa, a fine che leggendo in esso i vostri Devoti quanto Dio vi abbia distinto coll’uso dei strepitosi portenti tra gli altri martiri, e altresì il forte impegno assiste presso Noi di celebrare con si augusta pompa l’annuale Traslazione della vostra adorabile Testa, niuno restasse privo di nuovi stimoli per infervorarsi sempre più nel vostro ossequio ed eleggervi per suo gran Protettore, come potremo nei tempi nostri con verità dire, che lo siete universale di tutti. Ci cadde nel pensiero di dedicarvi in questo anno la vostra Solennità, si perché ritrovato non avendo tra tante ricerche Soggetto piu autorevole, e di Voi migliore a cui appoggiarla: come pure essendo la Festa cosa tutta vostra, erasi, per rigor di giustizia, dovuta al Vostro gran merito tutta la gloria di essa. Accogliete pertanto nostro benignissimo Protettore la tenerezza, con cui vi offeremo questo piccolo dono: fate , che il nostro desiderio restasse appieno soddisfatto di veder sempre più dilatato il Culto vostro: benedite le nostre fatiche e di tutti i devoti vostri, che con tanto amore si cooperano all’ingrandimento della vostra celebre festività. Ed alla perfine, umilmente venerando quaggiù il vostro adorabile Capo, potessimo dopo questo esilio un dì riprometterci da Dio, mercè il vostro valevole Patrocinio, l’intera vostra compagnia nel Paradiso; mentre con tutta la vivacità e finezza del nostro ossequiosissimo spirito ci confermiamo
Umilissimi ed Idegnissimi Servi Inutili
Li Deputati della Solennità di Marineo
Marineo Agosto 1746*
Breve sunto dell’omelia del Parroco (?).
“Le Feste dei Santi si devono celebrare colla pietà convenevole al merito loro, invocando con rispetto il loro Nome, frequentando con devozione le loro chiese, accrescendo con vero zelo il loro culto.
La gloria dovuta alle natalizie dei Santi del Paradiso deve essere una gloria tutta pura, tutta innocente, che serbasse le proporzioni corrispondenti alla eroica ed eccelsa loro Virtù. Essi ci furono dati da Dio come esemplari per ricopiarne in noi le loro azioni.
Questo dunque deve essere tutto l’impegno della nostra pietà: meritarci con l’imitazione delle sue virtù l’efficacia del suo Patrocinio. Abbiamo nel cospetto di Dio chi presenta le nostre suppliche e fa scendere sopra noi mille benedizioni. I santi nel Verbo Divino vedono come in un chiarissimo specchio tutte le nostre premure e conoscono le nostre necessità. Dunque se vivendo in questo basso mondo furono solleciti e intercedevano per i peccatori, meglio lo faranno adesso quando si trovano in Paradiso. Furono pietosi in questa vita per le creature, saranno ancora più compassionevoli per esse nella Patria Celeste. Impegneranno tutta la loro efficacia a loro favore». Sac. Dott. Vincenzo Perrone, parroco (1745-1766)
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Nota
E’ stata una gradevole sorpresa riscoprire questo documento che tantissimi anni fa trovai nella nostra biblioteca palermitana. Non lo analizzai con la dovuta attenzione e mi accorgo solo ora che Marineo aveva due Piazze (Maggiore e Minore), una Porta e altri dettagli. Probabilmente il Superiore era un certo Antonino Epiro tra l’altro proprietario della Stamperia Reale di Palermo, che accorrevano alla festa deputati da terre lontane ma mancano quelli delle terre vicinissime, e “gli esteri” ecc. ecc. Spero che altri, più preposti e preparati vorranno continuare questa ricerca e darcene notizia. Forse altri hanno già studiato questo documento ma di quanto io ne ho fatto ricerca nulla mi è stato segnalato. Metto a disposizione di quanti lo desiderano copia del documento. Una copia dello stesso verrà donata alla Casa di San Ciro. Event. errori di trascriz. e interpretazione sono solo miei.
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