mercoledì 29 febbraio 2012

PARTE SICILIA VIVA A SARONNO


Da domani Venerdi 2 marzo sino a Domenica 4 Marzo Sicilia Viva in festa a Saronno in Piazza della Vittoria il Teatro Drammatico dei Pupi sarà protagonista di un evento già collaudato da tempo inserito in una manifestazione che da oltre 20 anni porta il nome della Sicilia nelle principali città d’Italia. Oltre 50 gazebi stracolmi di prodotti siciliani fanno da cornice al nostro teatro che circa ogni ora effettuerà spettacoli di diverso interesse (bambini,ragazzi, adulti). Oltre 5.000 (cifra ormai abituale per Sicilia viva) spettatori la scorsa manifestazione hanno assistito alla manifestazione nella bella atmosfera della piazza principale di Saronno. All’inaugurazione il patron della manifestazione Carmelo Carlino , siciliano di specie protetta e da anni nostro sponsor , offrirà 1.000 cannoli, mentre un gruppo folcloristico si esibirà davanti il Teatro dei Pupi in balli e canti della nostra tradizione. Chi volesse segnalare l’evento ad amici e parenti residenti in zona (Brianza) può avere maggiori informazioni chiamando il 3291864953  o il 3356631466. La manifestazione è itinerante e per eventuali prenotazioni o accordi si possono  avere informazioni ai numeri precitati.

lunedì 27 febbraio 2012

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO


ASSOCIAZIONE DIFESA E ORIENTAMENTO CONSUMATORI
SEDE TERRITORIALE DI MEZZOJUSO
Via Filippo Accascina 6, 90030 Mezzojuso (PA)
TEL.3803418384 E-mail adoc.mezzojuso@tiscali.it
Comunicato stampa
Bolognetta, raccolte in un giorno più di 150 firme per l'abolizione del canone di depurazione.
L'Adoc, da sempre impegnata nel territorio per la Difesa dei Diritti dei Cittadini-Utenti-Consumatori, premesso che la Corte Costituzionale, con sentenza n.335/2008, ha dichiarato incostituzionali le norme di legge che prevedevano l’obbligo per gli utenti del servizio idrico di pagare i canoni di depurazione anche in assenza del servizio di depurazione delle acque, ed ha stabilito che i canoni/tariffa di depurazione debbano essere pagati dagli utenti del servizio idrico solo come corrispettivo dell'effettiva esistenza del servizio di depurazione. Considerato che il Comune di Bolognetta è rimasto uno tra i pochi Comuni in Italia a fare pagare il canone di depurazione senza l'effettivo servizio, l'Adoc, nei giorni scorsi ha richiesto al Comunedi Bolognetta, all'Aps ed all'Ato Idrico Palermo1 l'immediata cessazione della fatturazione del canone di depurazione nelle bollette ed il rimborso e/o il conguaglio degli ultimi 5 anni ai sensi e per gli effetti del Codice Civile. L'Adoc ritiene ingiusto, sopratutto in un periodo di profonda crisi economica, fare pagare aiCittadini “tasse” illegittime, per servizi mai resi come quella del canone di depurazione. Domenica 26 febbraio alcuni Cittadini, in poche ore, hanno raccolto più di 150 firme a sostegno della richiesta fatta dall'Adoc, la raccolta delle firme durerà l'intera settimana. Nei prossimi giorni aspettiamo le decisioni in merito alle nostre richieste da parte del Comune, dell'Aps e dell'Ato Idrico.
Mezzojuso lì 27/02/2012
Il Responsabile Territoriale ADOC
Vincenzo Costa

venerdì 24 febbraio 2012

...IL VAIONT...IL VAIONT...

lA FAESITE
Un articolo sul corriere della sera mi porta indietro di cinquantanni. Ho chiesto a mio figlio di “scaricarmi” il film Vaiont di Renzo Marttinelli. Non lo avevo mai visto. L’ultimo ricordo che ho del Vaiont è la corriera che a fine settimana da Padova ci portava a San Martino di Castrozza a Siusi a Passo Rolle. Fermata obbligata era Bassano del grappa da Nardini sul Ponte a bere secondo l’orario la Tagliatella o la gialla. Sulla corriera i ragazzi si buttavano a valanga sulle ragazze gridando in modo blasfemo il vaiont il vaiont. Facevo i turni con un mio amico per la giacca a vento, gli scarponi e tutto il resto per andare a Siusi. I miei ricordi sono confusi e dovrei recuperarli scovando in archivio o recuperando la pagina del Gazzettino del 10 ottobre del 1963. Solo a Longarone oltre 2000 morti. Avevo qualche cliente a Longarone e andavo con la Corriera da Padova a visitarlo. La Faesite, Zuccherificio di Pontelongo e qualche altro. Quando la zona fu permessa al pubblico mi si presentò una scena lunare . Dove c’era il paese ora c’era un enorme campo di terriccio vuoto con migliaia di pezzi di cose indecifrabili. Vedevi gente in piedi, in gionocchio , per terra fermi dove avevano individuato la casa , la stanza, un bar, un luogo caro e noto. In silenzio con grande dignità guardavano nel vuoto. Non riuscii ad individuare dove erano le fabbriche dei miei clienti perché per chilometri c’era solo terriccio a perdita d’occhio. Né un albero né un cartello né un muro. Quell’onda immensa aveva raso tutto.
Per anni noi ragazzi gridavamo ..il vaiont …il vaiont e ci sono voluti anni e anni per smetterla. Si è dovuta aspettare una nuova generazione che dimenticasse.
Il veneto è un luogo strano. Il loro razzismo è inspiegabile. Figli di una repubblica cosmopolita come Venezia non fraternizzano. Ancora oggi sono cosi. Nemmeno la religione cattolica li ha guariti. Quando suonavo il campanello   di una ditta e rispondevo al chi xe ? bastava che dicessi sanicola sono … (alla Montalbano)e il mio accento faceva scattare anticorpi, protezioni, allarmi. Eravamo i sans paier di oggi. Anni durissimi . Eravamo emarginati, ghettizzati. In ufficio tutti i giorni mi ripetevano la barzelletta : è in partenza accelerato per Bologna, Firenze Roma Adis Abeba, Massa Matruc, Napoli Palermo Tunisi. Mi ha salvato la fidanzatina. Coraggiosissima che andava dicendo che era in cinta e così venni accettato e quando si accorsero che Lei non era in cinta mi insultarono per non averla messa in cinta rendendoci ridicoli.  Continuavamo ad andare a Bassano lo stesso ma non volli più andare a Longarone perché quella foto del gazzettino ci aveva insegnato che là l’altro ieri al posto del terriccio ci vivevano oltre duemila persone.
Longarone...

QUO VADIS MARINEO ?


i MARINESI SECONDO IL SINDACO
A CHI TOCCA VEGLIARE SULLE REGOLE DEMOCRATICHE ?
 Abbiamo ricevuto una lunga relazione dal Consigliere Perrone che in modo passionale ci racconta la seduta “urgente” del consiglio comunale di ieri sera per deliberare un gesto che altrimenti oggi 24 febbraio 2012 avrebbe perso di validità. Il nostro assessore Trentacosti ,specializzato in cose da fare entro ieri (vedi consorzio delle zone ABC),  promotore di cose non lette né analizzate ha preteso che si accettasse un’adesione ad un consorzio (ci risiamo) di comuni dove lo statuto-regolamento ha grandi falle che paragonate al Coinres sono palliativi.
Si tratta del consorzio Palermo-Parco Normanno dove già almeno tre comuni (Altofonte, Trabia e Balestrate evidentemente i loro assessori leggono prima di accettare) non hanno voluto aderire mentre da noi si doveva accettare che le spese venissero distribuite fra i comuni e che i privati aderenti al consorzio non compartecipassero alle spese e che le decisioni in ultima analisi spettassero solo alla capofila (Palermo). Per il resto la unica utilità di questo consorzio era la possibilità di presentare progetti ottenendo un percorso privilegiato a punti.
Ora ci chiediamo come mai il nostro Assessore al Turismo venga sostituito dal Trentacosti che non è certo un maestro nello spiegare e comunicare (vedi il Consorzio sulle zone dove ha ceduto la poca credibilità rimastagli) diventando sempre più pupo del sindaco e non strumento delle istituzioni. Aderire ad un consorzio di cui subito si evidenziano i difetti del Coinres (spese e gestione a carico del comune) da “approvare dalla sera alla mattina” sa tanto di gran consiglio del fascismo” e ci riporta alla mente il Coinres, l’affare Delisi, insomma la gestione della cosa pubblica come cosa privata. E qui torniamo al Perrone che esulta perché “la famosa maggioranza del sindaco è volata come polvere indifferenziata” . Il consiglio urgente si è sciolto  dimostrando che nemmeno i suoi consiglieri sostengono il sindaco. Non a caso abbiamo citato il caso Delisi . Anche lì astio rancore e pruderie da federale hanno prevalso così come ieri sera si è tentato di oscurare istituzioni dello stato aggirandole con il Cavallo di Troia del momento che vive di luce riflessa. A queste cose un uomo di cultura si dissocia , si allontana, non condivide.
Volerci gettare in un pozzo simile al Coinres fa vacillare la nostra ragione , perché il caos istituzionale è al limite del rispetto umano. Nemmeno durante il fascismo avvenivano cose del genere,  tentare di scavalcare il Consiglio , non inserire la proloco in un discorso turistico e tanti altri gesti ci portano a considerare la nostra amministrazione pronta per un commissariamento. Abbiamo assessori sfiduciati (da 8 voti su 10), la stessa maggioranza che non vota le decisioni del Sindaco, e questo baipassare  le istituzioni ci fa temere…
No Consigliere Perrone c’è poco da stare allegri (la figura della maggioranza di ieri sera) non si è trattato del fallimento del riformismo ribaudiano , ma bensi della conferma che da ora in avanti dobbiamo salvare il nostro lato B.
Con buona pace della sinistra garantista a questo punto socia e connivente.
Ps. Ci è mancato ieri sera il comunicato notturno compilato come al solito dal nostro nuovo assessore 

Chi ci salverà il lato B ?




mercoledì 22 febbraio 2012

PROCLAMI !

La mela di eva. In estinzione irreversibile come la faccia tosta
PROCLAMI  ! 
“MARINEO. Un’importante svolta per la scuola di Marineo, che dal prossimo anno avrà un proprio Istituto comprensivo frequentato da oltre 760 alunni fra scuole materna, elementare e media”.
Cosi il 9 febbraio scorso il Bollettino comunale citato in un blog privato ma in pratica il solo organo ufficiale personale del nostro Sindaco e Gazzetta Ufficiale del nostro Comune dava questa notizia. Alle cose realizzate da “questo gruppetto” abbiamo fatto il callo. Sono le famose “vittorie di fantasia” che se i posteri andranno a cercare troveranno a iosa sparse ovunque.
Siamo sbalorditi che una persona preparata come Rosa Crapisi si presti a questi giochetti. Di cultura friulana ma di nascita corleonese avalla  resoconti frutto di pura immaginazione ancora non realizzati , di difficile realizzazione a tempi brevi e senza una paternità locale ma frutto di decisioni statali vantati come risultati di grande “lavoro” e impegno locale (L’essersi attivati con forza e determinazione per sottolineare le scelte sbagliate del passato ha fatto sì che alla fine a prevalere fossero la ragione ed il buon senso ). Siamo alle solite. Un qualsiasi dipendente scolastico è in grado di formulare una richiesta su una legge sia statale che regionale. Queste leggi in pieno stile “italiano” sono contraddittorie e di là da essere realizzate. La signora Crapisi sa che presto dovrà tornare a “casa” se non vuole perdere l’ultima opportunità, ed andare ad avallare “per certo” una cosa “suggerita per legge” dallo stato (partiamo dalla finanziaria e quindi nata come veicolo di risparmio – riduzione spese, possibilità di ridurre il personale ,migliore funzionalità) non la si può “vendere” come “cosa fatta”. Nulla è stato deciso , nulla è sicuro. A nostro parere questi proclami-mussoliniani  noi siamo abituati a sentirli dal nostro “staff” comunale che è in piena campagna elettorale politica , dai nostri assessori trattati da pappagalli  da chi “traduce” il loro pensiero. All’accorpamento ,senza’altro generalmente positivo, ci sono risvolti negativi (finanziamento dell’istituto, logistica interna, riduzione del personale se e dove occorrerà e cosi via). Quando abbiamo deciso di mettere le mani su questo argomento ci siamo trovati in un mare di leggi,circolari, decreti, interrogazioni che le carte del coinres in confronto sono un passatempo. Sarebbe un gesto molto friulano se la direttrice confermasse che questo accorpamento e uno spazio che si trova per ora nella valle dell’eden e precisamente nella zona dove si trova una certa mela dove c’è ancora il cartello “mela non ancora morsa , attenzione agli effetti collaterali”.
Solo a titolo documentale alleghiamo  quanto riportato da ceripnews invitandovi a “navigare su quel sito “ per capire che siamo in alto mare o meglio in alto eden…  
www.ceripnews.it   Il Dimensionamento siciliano finisce alla camera 
 L’onorevole Alessandra Siragusa (PD) ha presentato un’interrogazione al ministro Profumo, affinché chieda spiegazioni all’Assessore regionale all’Istruzione sui criteri adottati e sulle modifiche apportate al Piano di dimensionamento della rete scolastica siciliana operate al di fuori del Tavolo istituzionale, già talora divergente rispetto ai criteri stabiliti in precedenza dalla stessa Regione Siciliana.
Il Piano, inviato nei giorni scorsi dall’Assessore regionale al Ministero, ha subito successive modifiche frettolose peraltro non adottate in sede di una trasparente discussione del tavolo regionale e subito dopo è stata esitata una errata corrige che mimetizza altri ritocchi opinabili.
L’onorevole Siragusa nell’interrogazione si chiede “la ratio degli ultimi nuovi accorpamenti, riorganizzazioni, aggregazioni, fusioni che coinvolgerebbero soprattutto due province - quella di Palermo e quella di Messina - nove comuni ed undici scuole”. Occorre al più presto fare chiarezza!

lunedì 20 febbraio 2012

CONCUSSIONE O CORRUZIONE ?


A VENTANNI DA MANI PULITE … AVEVO VENTANNI DI MENO …

Alcune edizioni di Pausania consultabili in redazione
Saranno state le dieci del mattino ,all’ora che il telefono inizia a scaldare, i fusi orari sono accettabili e quindi le telefonate si susseguono incandescenti.”Sono il giudice di Pietro titolare dell’inchiesta sulla guardia di finanza…”. Non lo lascio nemmeno finire e inveisco:” Va fa… non è il momento giusto, non rompere …” e giù un breve elenco di parolacce mentre sbattevo la cornetta. Continuo con l’altra telefonata la conversazione con Atene sul da farsi su quel dato problema. Suona nuovamente il cosidetto telefono diretto e la voce di prima dopo aver ripetuto la stessa frase aggiunge …”lei può scegliere fra il giorno 27 il 5 o il 15 per…” Gli dò subito del cretino che ha tempo da perdere e lo mando in quella parte del paese dove di solito si mandano gli scocciatori, i perditempo e i burloni sfaccendati. Chiudendo nuovamente il telefono e riprendendo la telefonata che mi stava a cuore. Figurarsi se il Di Pietro chiama il sottoscritto… “Volevo dirle che l’edizione di Pausania in cinque tomi è arrivata. Cosa faccio la do a Carmelo (autista-navetta fra Atene e Milano) o aspetto che Lei viene venerdi ad Atene. “ Ero anche emozionato perché girare per la Grecia con in mano la guida di Pausania non è descrivibile. Mentre fantasticavo entra la “signorina” e mi dice agitata che c’è al telefono quel “signore”. Deciso a far smettere questo scocciatore acchiappo la cornetta e non riesco nemmeno a gridare “senta! “ . Che dall’altro lato la voce pacata ma in crescendo del giudice Di Pietro mi comunica:” Se Lei riattacca fra dieci minuti io sarò da Lei per scortarla in tribunale dove Lei verrà interrogato sui fatti del 1977… oppure le suggerisco di scegliere fra le tre date che le ho proposto quella che le è più comoda e mettersi d’accordo con l’ufficiale preposto risparmiando tutti tempo e denaro avendo oltre trecento persone da interrogare …”. Non misi giù il telefono. Questa volta lo mise lui giù lasciandomi esterrefatto. La signorina più agitata di me disse che gli aveva lasciato numero di telefono e nome della persona da contattare.
Vent’anni fa Di Pietro faceva paura a tutti tranne a chi non aveva niente da nascondere. Aveva già interrogato e arrestato tre quarti dei miei clienti e già noi ci trovavamo disperati. Eravamo combattuti fra il suo “mani pulite” e la strage di aziende e attività che si portava dietro. Io ero sicuro che una mattina ci saremmo svegliati con il solito “colpo di stato all’italiana” ma ci consolava il fatto che tecnicamente ci sembrava impossibile in un paese lungo circa 2000 chilometri. Veder sfilare davanti la Tv facce di politici arcinoti con la bava alla bocca era un sogno bellissimo ma ci ricordava tanto piazzale loreto… Insomma non ci piaceva. Ma era anche l’unico metodo per “dialogare” con una certa classe politica. Eravamo convinti che si trattava di una “lezione” ma che poi le cose sarebbero tornate (nel giro di ventanni diremmo oggi, a sentire certe dichiarazioni) come prima.
Essere interrogati dal Di Pietro o dalla macchina da lui creata-gestita ti metteva in una situazione senza uscita: o concussore o corruttore. Personalmente ci volle qualcuno che mi spiegasse perché il mio avvocato mi suggerì di presentarmi da solo per via di una strategia già collaudata …ma come, io sto con un piede nell’inferno e lei mi dice arrangiati ? Non eravamo nemmeno una ventina in attesa e ci volle poco a capire che eravamo una parte di quei trecento. La metà sicuramente si immaginava già in galera e sospetto che nella valigetta 24 ore portassero un pigiama e uno spazzolino da denti. Un giovane finanziere ci spiega “che essendo impossibile che il giudice possa interrogare tutti ha delegato in base all’articolo (più di uno) degli ufficiali , saremmo messi in una stanza dove il giudice avrebbe presenziato agli interrogatori    garantendo ecc.ecc.” . A me toccò proprio quel giovane finanziere che dopo avermi letto diritti e imputazioni concluse: “ lei deve dirmi quali furono i suoi rapporti con le seguenti persone, e giù i nomi,funzionari dello stato, durante la ispezione che la Guardia di Finanza le fece nel 19..”. L’imputazione mi era nota perché dalla famosa telefonata in poi mi giunse una notifica che chiariva il fatto. Ricerca in archivio , scova le carte di circa 10 anni prima, trova appunti e cose varie per almeno  sapere di cosa parliamo. “Scusi ma cosa devo rispondere ?… chiesi ingenuamente”. “Come stanno le cose…” mi rispose. Si ma se rispondevo “mi è stato chiesto un compenso per…” era concussione; se dicevo “ho offerto…” era corruzione. Quando suggerii …”né una cosa né un'altra…” il finanziere si mise a ridere guardando il Di Pietro seduto al centro della sala … Come a dire …già visto questo film…”.
La signorina che mi aveva a suo tempo passato la telefonata nell’analizzare le carte aveva trovato un documento che aveva conservato per tutti questi anni e che aveva spillato dietro il rapporto degli ispettori. Io giravo e rigiravo quel documento mentre il finanziere mi sollecitava una risposta. Mi chiese cosa fosse quel documento convinto che citasse cifre, nomi di finanzieri , indirizzi di abboccamenti segreti e cosi via. Ormai conoscevo quella risata “siciliana”. Il “siracusano” si alzò andò al tavolo del Di  Pietro mostrò il “vecchio rapporto della finanza “ dove venivamo segnalati (ancora da accertare) per effrazioni non superiori a Lire 750.000 (su cui andammo a pagare circa 200.000 lire di sanzioni e capitali senza obiettare) . Si volle tenere “il documento”  e mi gratificò di una fotocopia. Al che prima di congedarmi esaudì una mia richiesta. Tornò il sorriso siracusano mentre ritornava dal Di Pietro che firmò quella mia richiesta “salva vita” mente si esercitava a sorridere alla “siracusana”.
Ero giovane o meglio avevo ventanni di meno , ero meno credibile e spiegare agli amici che ero stato interrogato dal Di Pietro a Milano nel pieno della tragedia di “mani pulite” non era credibile ,non essendo stato arrestato,salvo che mostrassi un documento che attestasse il fatto. E così per ventanni ho tenuto appeso nel mio ufficio quel documento. E “quell’altro documento, quello risolutore del concussione-corruzione” ? Era una ricevuta fiscale ufficiale registrata anni prima che dimostrava la non avvenuta corruzione-concussione con scritto dietro “n.3 cassate e 12 cannoli acquistate e consegnate ai finanzieri alla fine dell’ispezione per lire 18.000". Cassate e cannoli di cui una parte “abbiamo dovuto “ consumare tutti insieme in ufficio .
ps. la lettera è consultabile in redazione




venerdì 17 febbraio 2012

GRAZIE AMICI DI GASTON AVENUE



Nella  vita centenaria  dell’Associazione San Ciro , gli amici americani ci hanno sempre tenuti in costante considerazione tenendoci aggiornati sui loro eventi. Si sono succeduti vari coordinatori in entrambe le sedi che hanno cercato di far sempre il meglio per dar lustro alle qualità degli associati sempre attaccati alle origini , usando come collante la devozione a San Ciro. E’ stato sempre come una bandiera a cui tutti chinavano la testa. Quelle rare volte che la bandiera non sventolava o veniva strapazzata San Ciro provvedeva a placare gli animi. Là , in America, bastava nominare San Ciro , Marineo, Sicilia, Italia e i cuori palpitavano, gli occhi luccicavano , ci si alzava in piedi. Qui le sensazioni sono state sempre diverse. Quasi di autosufficienza. I soliti giudizi sugli americani e sui neoamericani. Si aspettavano che venissero a trovarci per organizzare collette, stilare liste di aiuti e  cosi via. Esistevano anche i consulenti. Ma no a quello non dare niente è comunista non ama l’America. A quell’altro escludilo è sparritteri.
Pochi si sono accorti che i “nostri”americani sono cambiati. Anni e anni di duro lavoro gli hanno portato un ottimo benessere e sono orgogliosi di mostrarcelo a viso aperto. Rispettandosi si misurano il benessere e fanno a gara per distribuirne una parte compartecipandone gli altri con donazioni , regali ,sponsorizzazioni mentre vivono in una certa agiatezza. C’è ancora chi combatte tutto questo per propria incapacità ripescando quell’odio di classe che si credeva morto e sepolto. Il denaro guadagnato correttamente non puzza. Puzza solo per chi vive di odio.
Da noi c’è ancora qualcuno che vive ed è vittima di questo tipo di odio. L’americano , in questo caso il nostro americano, è orgoglioso di mostrare il suo benessere, i suoi successi economici   e come uno di noi che riceve un plauso perché ha fatto bene una cosa e nessuno lo insulta se quella cosa a lui è riuscita.
Noi recentemente abbiamo assistito alla indegna gazzarra scatenata ad arte da gente non avvezza allo stile, alla dignità, al rispetto per premiare Charles De Lisi, emerito e glorioso scienziato che ci è piovuto dal cielo ,non avendo  fatto nulla per meritarcelo. Si sono scannati, sino al punto da essere rifiutati, con insulti, sfiducie, ed eleganza vuole che qui ci si fermi. Ci hanno preso in giro con chiavi fasulle e cittadinanze sibilline.
Siamo fatti così.
Troverete qui accanto una foto che riproduce una pagina del nostro quotidiano americano dove si dà notizia della festa organizzata dalla nostra comunità americana in onore di Charles De Lisi. Tutto lo staff americano della Associazione di Gaston Avenue ,San Ciro, guidata da un cerimoniere di eccezione , Sal Pernice, dal suo Presidente Ciro Cutrona dai vari soci e dirigenti, fra cui alcuni nomi Zuccaro,Barcia,Ingui ,D’Amico,Patti,Piazza,Busciglio,Sergio,Spataro,Spinella, Tuzzolino, Sclafani, Scro e tantissimi altri ci hanno ripagato della predetta indegna messinscena .
Li ringraziamo per aver riparato ad una certa cafonaggine e per , bene o male, aver sponsorizzato le nostre estati marinesi altrimenti avremmo galleggiato su fiumare che il depuratore a Risalaimi si è rifiutato di filtrare.
E dire che sono gli stessi dall’alto dei loro diplomi che sbeffeggiano ancora oggi
i nostri  rozzi americani.

ps . chi volesse documentarsi può consultare e visionare il "dossier" ma non il filmato ,ancora in mostra malgrado la sfiducia , sul sito personale ,portavoce di parte dell'amministrazione, dell'assessore architettante 

Inaugurazione della Casa di San Ciro a Marineo



giovedì 16 febbraio 2012

COLEI CHE DISSE NO A FEDERICO II




Sant’Agnese di Praga , promessa sposa di Federico II
     Questi giorni esce in Italia un libro che ci presenta una santa, contemporanea di san Francesco e di santa Chiara d’Assisi, Sant’Agnese di Praga. Viene rappresentata con una corona in testa e in effetti era la figlia del re boemo Přemysl Otakar I e sorella del re Venceslao I. Nel 2011 si ricordavano 800 anni dalla sua nascita e a Praga, nel suo monastero, è stata allestita una grande mostra dedicata alla sua vita e a tutte le rappresentazioni grafiche che ce la avvicinano. La mostra si può vedere ancora fino a 25 marzo 2012.
     Perché potrebbero suscitare l’interesse del lettore italiano le complesse vicissitudini di una donna tanto diversa dalle donne di oggi? A nessuna di noi capita di essere promessa sposa a pretendenti per motivi di alleanze politiche, di rifiutare le nozze con niente di meno che con Federico II, re di Sicilia,  per aver abbracciato la Signora Povertà, perché affascinate dalla spiritualità di san Francesco d’Assisi. (“La Leggenda cita le parole con le quali egli reagì alla notizia del rifiuto di Agnese portata dai messaggeri: Se una tale ingiustizia ci fosse venuta da qualsiasi altra persona, non ci asterremmo certo dalla vendetta per l’umiliazione subita. Ma l’aver scelto un Signore più grande di noi, crediamo sia stata un’ispirazione divina e non lo consideriamo una umiliazione.”)
     Eppure è nostra “sorella” per tanti motivi. Nella sua patria, il regno boemo, oggi la Repubblica Ceca, il suo destino è stato spesso ricordato vent’anni fa, durante la rivoluzione di velluto. Un’antica profezia diceva che nei Paesi cechi si sarebbe istaurata un’epoca di pace e prosperità quando la beata Agnese di Boemia sarebbe canonizzata. E questo momento era arrivato proprio nei giorni che a Praga i cittadini si sono ribellati al regime comunista che in pochi giorni è caduto. (Non  sono certo privi di problemi gli eredi di Agnese, ma una cosa è certa: ora c’è la libertà religiosa che per i cristiani è sicuramente un valore importante.)
     La principessa Agnese che ha rinunciato al benessere e alla vita comoda alla corte di sua padre e suo fratello, ambedue re di Boemia, per rinchiudersi in un monastero che lei ha fondato e per occuparsi dei malati e dei poveri nel suo ospedale è un esempio anche per molte donne di oggi. “E’ diventata un simbolo della nuova concezione della medicina nata nella seconda metà del ventesimo secolo. Si chiedeva alla medicina di non occuparsi più solo dei malati curabili, ma di farsi anche carico dei malati terminali che, pur se inguaribili, avevano bisogno di aiuto.” Come Agnese e le sue nobili parenti si sono dedicate alla costruzione di ospedali, così anche oggi ci sono le donne che fondano gli ‘ospizi’ per gli anziani e per i malati terminali.
     Inoltre l’ambiente della famiglia di Agnese anticipa in qualche modo le famiglie ‘allargate’di oggi: il padre di Agnese ha ripudiato sua prima moglie Adleta dalla quale ha avuto 8 figli. Una di loro fu Guglielma, che ha vissuto insieme al figlio a Milano “e si fece conoscere per la sua devozione e il suo atteggiamento caritatevole tanto che le si fece intorno una intera comunità che la venerava come santa. La comunità divenne una vera e propria setta dalle caratteristiche fortemente femministe che vedeva in Guglielma l’incarnazione dello Spirito Santo. Si sono conservati gli atti del processo dell’Inquisizione ai rappresentanti di spicco della setta che finirono sul rogo come eretici. Furono bruciate anche le spoglie di Guglielma perché non diventasse oggetto di culto.”         Quando il padre di Agnese, Přemysl Otakar I divenne potente sposò Costanza, madre di Agnese dalla quale ha avuto altri numerosi figli. E’ molto probabile che Agnese conosceva solo alcuni dei suoi fratelli, sorelle, fratellastri e sorellastre. Agnese visse anche 8 anni a Vienna, per imparare come si comportava da regina o da imperatrice. Di affetto della famiglia ha quindi ricevuto molto poco eppure è rimasta legata alla sua famiglia. Da grande sapeva riconciliare suo fratello, il re Venceslao I con il figlio Přemysl Otakar II ed era di esempio alle sue nipoti.  
   Le autrici del libro, D.Pohunková e M.Kyralová hanno riassunto l’importanza dell’esempio di sant’Agnese per noi nella loro introduzione così: “Il racconto della vita di Agnese e gli ideali da cui era animata non hanno perso nulla della loro validità anche se sono nati in un’epoca lontana dalla nostra. Oggi vogliamo tutto e subito, siamo vittime del consumismo, incapaci di affrontare la malattia e la morte, dubbiosi riguardo alle nostre radici cristiane, prevalentemente materialisti nel tentativo di definire i nostri interessi nazionali. Pertanto una riflessione su Agnese, la sua vita e le sue opere di promozione umana  sociale, e la sua intercessione, potrebbe aiutarci a riconoscere i valori essenziali della vita.” Lo auguriamo anche ai lettori italiani.

Růžena Růžičková
D.Pohunková e M.Kyralová - Santa Agnese di Praga-Le Paoline , Figlie di San Paolo, Milano 2012- traduzione italiana di Růžena Růžičková e di Maria Teresa Natale