giovedì 16 febbraio 2012

COLEI CHE DISSE NO A FEDERICO II




Sant’Agnese di Praga , promessa sposa di Federico II
     Questi giorni esce in Italia un libro che ci presenta una santa, contemporanea di san Francesco e di santa Chiara d’Assisi, Sant’Agnese di Praga. Viene rappresentata con una corona in testa e in effetti era la figlia del re boemo Přemysl Otakar I e sorella del re Venceslao I. Nel 2011 si ricordavano 800 anni dalla sua nascita e a Praga, nel suo monastero, è stata allestita una grande mostra dedicata alla sua vita e a tutte le rappresentazioni grafiche che ce la avvicinano. La mostra si può vedere ancora fino a 25 marzo 2012.
     Perché potrebbero suscitare l’interesse del lettore italiano le complesse vicissitudini di una donna tanto diversa dalle donne di oggi? A nessuna di noi capita di essere promessa sposa a pretendenti per motivi di alleanze politiche, di rifiutare le nozze con niente di meno che con Federico II, re di Sicilia,  per aver abbracciato la Signora Povertà, perché affascinate dalla spiritualità di san Francesco d’Assisi. (“La Leggenda cita le parole con le quali egli reagì alla notizia del rifiuto di Agnese portata dai messaggeri: Se una tale ingiustizia ci fosse venuta da qualsiasi altra persona, non ci asterremmo certo dalla vendetta per l’umiliazione subita. Ma l’aver scelto un Signore più grande di noi, crediamo sia stata un’ispirazione divina e non lo consideriamo una umiliazione.”)
     Eppure è nostra “sorella” per tanti motivi. Nella sua patria, il regno boemo, oggi la Repubblica Ceca, il suo destino è stato spesso ricordato vent’anni fa, durante la rivoluzione di velluto. Un’antica profezia diceva che nei Paesi cechi si sarebbe istaurata un’epoca di pace e prosperità quando la beata Agnese di Boemia sarebbe canonizzata. E questo momento era arrivato proprio nei giorni che a Praga i cittadini si sono ribellati al regime comunista che in pochi giorni è caduto. (Non  sono certo privi di problemi gli eredi di Agnese, ma una cosa è certa: ora c’è la libertà religiosa che per i cristiani è sicuramente un valore importante.)
     La principessa Agnese che ha rinunciato al benessere e alla vita comoda alla corte di sua padre e suo fratello, ambedue re di Boemia, per rinchiudersi in un monastero che lei ha fondato e per occuparsi dei malati e dei poveri nel suo ospedale è un esempio anche per molte donne di oggi. “E’ diventata un simbolo della nuova concezione della medicina nata nella seconda metà del ventesimo secolo. Si chiedeva alla medicina di non occuparsi più solo dei malati curabili, ma di farsi anche carico dei malati terminali che, pur se inguaribili, avevano bisogno di aiuto.” Come Agnese e le sue nobili parenti si sono dedicate alla costruzione di ospedali, così anche oggi ci sono le donne che fondano gli ‘ospizi’ per gli anziani e per i malati terminali.
     Inoltre l’ambiente della famiglia di Agnese anticipa in qualche modo le famiglie ‘allargate’di oggi: il padre di Agnese ha ripudiato sua prima moglie Adleta dalla quale ha avuto 8 figli. Una di loro fu Guglielma, che ha vissuto insieme al figlio a Milano “e si fece conoscere per la sua devozione e il suo atteggiamento caritatevole tanto che le si fece intorno una intera comunità che la venerava come santa. La comunità divenne una vera e propria setta dalle caratteristiche fortemente femministe che vedeva in Guglielma l’incarnazione dello Spirito Santo. Si sono conservati gli atti del processo dell’Inquisizione ai rappresentanti di spicco della setta che finirono sul rogo come eretici. Furono bruciate anche le spoglie di Guglielma perché non diventasse oggetto di culto.”         Quando il padre di Agnese, Přemysl Otakar I divenne potente sposò Costanza, madre di Agnese dalla quale ha avuto altri numerosi figli. E’ molto probabile che Agnese conosceva solo alcuni dei suoi fratelli, sorelle, fratellastri e sorellastre. Agnese visse anche 8 anni a Vienna, per imparare come si comportava da regina o da imperatrice. Di affetto della famiglia ha quindi ricevuto molto poco eppure è rimasta legata alla sua famiglia. Da grande sapeva riconciliare suo fratello, il re Venceslao I con il figlio Přemysl Otakar II ed era di esempio alle sue nipoti.  
   Le autrici del libro, D.Pohunková e M.Kyralová hanno riassunto l’importanza dell’esempio di sant’Agnese per noi nella loro introduzione così: “Il racconto della vita di Agnese e gli ideali da cui era animata non hanno perso nulla della loro validità anche se sono nati in un’epoca lontana dalla nostra. Oggi vogliamo tutto e subito, siamo vittime del consumismo, incapaci di affrontare la malattia e la morte, dubbiosi riguardo alle nostre radici cristiane, prevalentemente materialisti nel tentativo di definire i nostri interessi nazionali. Pertanto una riflessione su Agnese, la sua vita e le sue opere di promozione umana  sociale, e la sua intercessione, potrebbe aiutarci a riconoscere i valori essenziali della vita.” Lo auguriamo anche ai lettori italiani.

Růžena Růžičková
D.Pohunková e M.Kyralová - Santa Agnese di Praga-Le Paoline , Figlie di San Paolo, Milano 2012- traduzione italiana di Růžena Růžičková e di Maria Teresa Natale

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