venerdì 24 febbraio 2012

...IL VAIONT...IL VAIONT...

lA FAESITE
Un articolo sul corriere della sera mi porta indietro di cinquantanni. Ho chiesto a mio figlio di “scaricarmi” il film Vaiont di Renzo Marttinelli. Non lo avevo mai visto. L’ultimo ricordo che ho del Vaiont è la corriera che a fine settimana da Padova ci portava a San Martino di Castrozza a Siusi a Passo Rolle. Fermata obbligata era Bassano del grappa da Nardini sul Ponte a bere secondo l’orario la Tagliatella o la gialla. Sulla corriera i ragazzi si buttavano a valanga sulle ragazze gridando in modo blasfemo il vaiont il vaiont. Facevo i turni con un mio amico per la giacca a vento, gli scarponi e tutto il resto per andare a Siusi. I miei ricordi sono confusi e dovrei recuperarli scovando in archivio o recuperando la pagina del Gazzettino del 10 ottobre del 1963. Solo a Longarone oltre 2000 morti. Avevo qualche cliente a Longarone e andavo con la Corriera da Padova a visitarlo. La Faesite, Zuccherificio di Pontelongo e qualche altro. Quando la zona fu permessa al pubblico mi si presentò una scena lunare . Dove c’era il paese ora c’era un enorme campo di terriccio vuoto con migliaia di pezzi di cose indecifrabili. Vedevi gente in piedi, in gionocchio , per terra fermi dove avevano individuato la casa , la stanza, un bar, un luogo caro e noto. In silenzio con grande dignità guardavano nel vuoto. Non riuscii ad individuare dove erano le fabbriche dei miei clienti perché per chilometri c’era solo terriccio a perdita d’occhio. Né un albero né un cartello né un muro. Quell’onda immensa aveva raso tutto.
Per anni noi ragazzi gridavamo ..il vaiont …il vaiont e ci sono voluti anni e anni per smetterla. Si è dovuta aspettare una nuova generazione che dimenticasse.
Il veneto è un luogo strano. Il loro razzismo è inspiegabile. Figli di una repubblica cosmopolita come Venezia non fraternizzano. Ancora oggi sono cosi. Nemmeno la religione cattolica li ha guariti. Quando suonavo il campanello   di una ditta e rispondevo al chi xe ? bastava che dicessi sanicola sono … (alla Montalbano)e il mio accento faceva scattare anticorpi, protezioni, allarmi. Eravamo i sans paier di oggi. Anni durissimi . Eravamo emarginati, ghettizzati. In ufficio tutti i giorni mi ripetevano la barzelletta : è in partenza accelerato per Bologna, Firenze Roma Adis Abeba, Massa Matruc, Napoli Palermo Tunisi. Mi ha salvato la fidanzatina. Coraggiosissima che andava dicendo che era in cinta e così venni accettato e quando si accorsero che Lei non era in cinta mi insultarono per non averla messa in cinta rendendoci ridicoli.  Continuavamo ad andare a Bassano lo stesso ma non volli più andare a Longarone perché quella foto del gazzettino ci aveva insegnato che là l’altro ieri al posto del terriccio ci vivevano oltre duemila persone.
Longarone...

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