Finis terrae notae
Le moderne strade (…auto) ti portano velocemente dappertutto ed in poco
tempo. Dobbiamo essere grati al progresso che ti porta in poco tempo là dove ci
volevano giorni e settimane di viaggio. Ma se uscite da queste grandi arterie
riprendendo strade vecchie e , oggi, sconosciute vi potete costruire un
itinerario fuori del tempo toccando
luoghi non solo storici ma pulsanti di memorie meravigliose. Siamo giunti a
Ravenna provenienti da Bologna (già
sulle tracce delle nostre origini) e a Nord di Ravenna in piena laguna alla
Baiona vicinissimi al Capanno dove Garibaldi con il suo assistente Libero si
trascinavano dietro la agonizzante Anita che di li a poco sarebbe morta in quel
di Mandriole. Questo ci spiega il barcaiolo Giampaolo Piovan (tf-3386231394) da
noi preso a noleggio per rivivere luoghi storici, ammirare uccelli rari in
pieno parco migratorio. Là trovammo la nostra auto che uno di noi appena
sorteggiato si era sacrificato ad aggirare il Lago Santo rinunziando al
passaggio nella barca del Piovan. Sfiorata Spina-Comacchio ,( enorme Centro
Commerciale-Discaunt etrusco) che ha permesso di fare di Ferrara il secondo
Museo archeologico vascolare dopo Atene. Volevamo mangiare ai Tre ponti ma un
cartello ci avvisa che questa antica Trattoria era smessa e cosi finimmo da
Giulia : luogo ancor più storico. Non sfuggiamo alla bellissima descrizione di
T.Tasso che incisa al centro dei Tre ponti ti descrive la “caccia o pesca
all’anquilla” .Questa piccola Venezia è un gioiellino dove le anguille sono il
loro oro (nero bianco grigio pescato da millenni). Se non fosse per le
dimensioni, ti ricordano le nostre “anguillette” dell’Eleuterio pescate e
subito “insabbiate” e “cestinate” pronte alla vendita . Le nostre finivano
sempre in brodetto quelle di Comacchio arrosto dove il grasso cola come burro o
in carpione da mangiare anche in viaggio a mo di carne in scatola. Il nostro
obiettivo era meno storico ma altrettanto prestigioso: Scardovari !
A Goro non ci fermiamo perché il solo fatto che diede i natali alla
Tigre di Goro (Milva) non ci è sembrata una ragione sufficiente. Non fu messa
in discussione la fermata a Pomposa.
Già
il suo Campanile in puro romanico con quelle preziose colonnine Ad ogni piano
quadrangolare, tutte diverse ti migliorano la vista e il gusto. Sia la chiesa
che il romitorio ti danno il senso dell’importanza che aveva il luogo nel suo
momento migliore : in piena epoca pellegrina. Siamo sulla strada Romea che non
necessita altra spiegazione. Là milioni di pellegrini si fermavano lungo il
viaggio per Roma o per Santiago. Non esistevano ovviamente questi innumerevoli
Lidi costruiti da architetti cafoni e coglioni che ancora oggi offrono immobili
da meccanismi economici canaglieschi. Queste pseudo villette false soluzioni
per vacanze , una addossata all’altra , babele del nulla dove la più grande
ingegnosità dell’architettura si è talmente espressa professionalmente da non
aver nemmeno pensato che in questi luoghi prima si dovrebbe piantare un albero
(cioè l’ombra) e poi quando costruisci te lo ritrovi già grande. L’aver
percorso da Ferrara a questi lidi oltre trenta chilometri dentro un tunnel di
alberi ti porta a perdonare questi mercanti di case sempre sfitte o puzzolenti.
Lasciamo l’abbazia e il nostro barcaiolo (che si è voluto unire a noi:” se
andate a Scardovari non potete lasciarmi indietro !”) continua a guidarci
attraverso strani terrapieni che coprono la vista a destra lasciando a sinistra
immense pianure . Ad un tratto ci accorgiamo che siamo in pieno Polesine !
Quelle tipiche case a schiera (come le villette, trifamiliari per lo più) con
un camino per famiglia, tutte uguali ci riportano antiche immagini da filmluce.
Oggi proprio questi terrapieni hanno trasformato queste terre in “campagna fertile”
e le case sono diventate veramente villette a schiera per turisti. Un enorme
campeggio ci frastorna a tal punto che ci fermiamo a chiede cosa veramente
fosse. Il Santa Lucia .Un campeggio per 5-10.000 tedeschi o slavi che entrano
dentro e ne escono dopo un mese . Hanno tutto dietro dentro la roulotte o il
camper. Chiamiamo al telefono per confermare il nostro arrivo a Scardovari nel
borgo Bonelli. “ Siamo pronti vi aspettiamo” ci dice Renata. Dopo aver percorso
un ottantina di chilometri e qualche miglio in barca eccoci a Scardovari
nell’estrema punta del delta del Po’.
Una delle innumerevoli foci del grande fiume. Dietro quei continui terrapieni c’era il Po’. Imbrigliato nelle sue acque oggi è meno violento perché guardato a vista .Il nostro ingresso , paragonabile alle inondazioni dello stesso Po’, mise a rumore il locale. Al banco un uomo dalla pelle arsa di poche parole , all’inizio un pò scontroso(siete della bassa eh !) che dopo una certa insistenza si sedette con noi e ci disse tutto su vongole e cozze.
Una delle innumerevoli foci del grande fiume. Dietro quei continui terrapieni c’era il Po’. Imbrigliato nelle sue acque oggi è meno violento perché guardato a vista .Il nostro ingresso , paragonabile alle inondazioni dello stesso Po’, mise a rumore il locale. Al banco un uomo dalla pelle arsa di poche parole , all’inizio un pò scontroso(siete della bassa eh !) che dopo una certa insistenza si sedette con noi e ci disse tutto su vongole e cozze.
Non esiste altro posto al mondo dove potete gustare questi due crostacei.
Non lasciatevi abbindolare da capesante, antipasti freddi e caldi, ostriche
cotte (arrestateli certi cuochi) gamberi e gamberoni da Atlantide, fritti e
frittelle. Non è tradire dire che Napoli, Bari o Brindisi , Le Peruviane, o le
Spagnole, le Midia greche , le veraci del sud debbono lasciare il passo a
quelle di Scardovari. Dal profumo al sapore . Oggi che persino cani e gatti hanno un palato pensate quanto
abbiamo gradito questo viaggio che superò in gioia e letizia quella volta che
feci oltre 1000
chilometri a nord di Scardovari per andare a cercare un grande amore.
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