lunedì 23 luglio 2012

PASSAGGIO A NORD EST


Finis terrae notae

Le moderne strade (…auto) ti portano velocemente dappertutto ed in poco tempo. Dobbiamo essere grati al progresso che ti porta in poco tempo là dove ci volevano giorni e settimane di viaggio. Ma se uscite da queste grandi arterie riprendendo strade vecchie e , oggi, sconosciute vi potete costruire un itinerario  fuori del tempo toccando luoghi non solo storici ma pulsanti di memorie meravigliose. Siamo giunti a Ravenna  provenienti da Bologna (già sulle tracce delle nostre origini) e a Nord di Ravenna in piena laguna alla Baiona vicinissimi al Capanno dove Garibaldi con il suo assistente Libero si trascinavano dietro la agonizzante Anita che di li a poco sarebbe morta in quel di Mandriole. Questo ci spiega il barcaiolo Giampaolo Piovan (tf-3386231394) da noi preso a noleggio per rivivere luoghi storici, ammirare uccelli rari in pieno parco migratorio. Là trovammo la nostra auto che uno di noi appena sorteggiato si era sacrificato ad aggirare il Lago Santo rinunziando al passaggio nella barca del Piovan. Sfiorata Spina-Comacchio ,( enorme Centro Commerciale-Discaunt etrusco) che ha permesso di fare di Ferrara il secondo Museo archeologico vascolare dopo Atene. Volevamo mangiare ai Tre ponti ma un cartello ci avvisa che questa antica Trattoria era smessa e cosi finimmo da Giulia : luogo ancor più storico. Non sfuggiamo alla bellissima descrizione di T.Tasso che incisa al centro dei Tre ponti ti descrive la “caccia o pesca all’anquilla” .Questa piccola Venezia è un gioiellino dove le anguille sono il loro oro (nero bianco grigio pescato da millenni). Se non fosse per le dimensioni, ti ricordano le nostre “anguillette” dell’Eleuterio pescate e subito “insabbiate” e “cestinate” pronte alla vendita . Le nostre finivano sempre in brodetto quelle di Comacchio arrosto dove il grasso cola come burro o in carpione da mangiare anche in viaggio a mo di carne in scatola. Il nostro obiettivo era meno storico ma altrettanto prestigioso: Scardovari !
A Goro non ci fermiamo perché il solo fatto che diede i natali alla Tigre di Goro (Milva) non ci è sembrata una ragione sufficiente. Non fu messa in discussione la fermata a  Pomposa. 
Già il suo Campanile in puro romanico con quelle preziose colonnine Ad ogni piano quadrangolare, tutte diverse ti migliorano la vista e il gusto. Sia la chiesa che il romitorio ti danno il senso dell’importanza che aveva il luogo nel suo momento migliore : in piena epoca pellegrina. Siamo sulla strada Romea che non necessita altra spiegazione. Là milioni di pellegrini si fermavano lungo il viaggio per Roma o per Santiago. Non esistevano ovviamente questi innumerevoli Lidi costruiti da architetti cafoni e coglioni che ancora oggi offrono immobili da meccanismi economici canaglieschi. Queste pseudo villette false soluzioni per vacanze , una addossata all’altra , babele del nulla dove la più grande ingegnosità dell’architettura si è talmente espressa professionalmente da non aver nemmeno pensato che in questi luoghi prima si dovrebbe piantare un albero (cioè l’ombra) e poi quando costruisci te lo ritrovi già grande. L’aver percorso da Ferrara a questi lidi oltre trenta chilometri dentro un tunnel di alberi ti porta a perdonare questi mercanti di case sempre sfitte o puzzolenti. Lasciamo l’abbazia e il nostro barcaiolo (che si è voluto unire a noi:” se andate a Scardovari non potete lasciarmi indietro !”) continua a guidarci attraverso strani terrapieni che coprono la vista a destra lasciando a sinistra immense pianure . Ad un tratto ci accorgiamo che siamo in pieno Polesine ! Quelle tipiche case a schiera (come le villette, trifamiliari per lo più) con un camino per famiglia, tutte uguali ci riportano antiche immagini da filmluce. Oggi proprio questi terrapieni hanno trasformato queste terre in “campagna fertile” e le case sono diventate veramente villette a schiera per turisti. Un enorme campeggio ci frastorna a tal punto che ci fermiamo a chiede cosa veramente fosse. Il Santa Lucia .Un campeggio per 5-10.000 tedeschi o slavi che entrano dentro e ne escono dopo un mese . Hanno tutto dietro dentro la roulotte o il camper. Chiamiamo al telefono per confermare il nostro arrivo a Scardovari nel borgo Bonelli. “ Siamo pronti vi aspettiamo” ci dice Renata. Dopo aver percorso un ottantina di chilometri e qualche miglio in barca eccoci a Scardovari nell’estrema punta del delta del Po’. 
Una delle innumerevoli foci del grande fiume. Dietro quei continui terrapieni c’era il Po’. Imbrigliato nelle sue acque oggi è meno violento perché guardato a vista  .Il nostro ingresso , paragonabile alle inondazioni dello stesso Po’, mise a rumore il locale. Al banco un uomo dalla pelle arsa di poche parole , all’inizio un pò scontroso(siete della bassa eh !) che dopo una certa insistenza si sedette con noi e ci disse tutto su vongole e cozze. 
Non esiste altro posto al mondo dove potete gustare questi due crostacei. Non lasciatevi abbindolare da capesante, antipasti freddi e caldi, ostriche cotte (arrestateli certi cuochi) gamberi e gamberoni da Atlantide, fritti e frittelle. Non è tradire dire che Napoli, Bari o Brindisi , Le Peruviane, o le Spagnole, le Midia greche , le veraci del sud debbono lasciare il passo a quelle di Scardovari. Dal profumo al sapore . Oggi che persino  cani e gatti hanno un palato pensate quanto abbiamo gradito questo viaggio che superò in gioia e letizia quella volta che feci oltre 1000 chilometri a nord di Scardovari per andare a cercare  un grande amore.  

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