IL PRIMO PREMIO ASSEGNATO A CORRADO
CALABRO’ per l’opera
“Quinta dimensione”
, edizione Mondadori
Corrado
Calabrò, nato a Reggio
Calabria nel 1935, è un rinomato giurista, scrittore e poeta italiano.
Si è distinto
per l’impegno professionale, ricoprendo elevate cariche, e per le sue
pubblicazioni letterarie e poetiche. A lui è stata finanche dedicata
un’asteroide che porta il suo nome.
Ha trascorso le
estati della sua infanzia e della sua adolescenza in una casa ai bordi del
mare. È lì che ha scritto, tra i 15 e i 18 anni, le sue prime poesie,
pubblicate poi nel 1960 dall’editore Guanda di Parma col titolo Prima
attesa.
Sono venuti poi
altri ventitré volumi, tra cui Rosso d'Alicudi, pubblicato nel 1992
da Mondadori, Una vita per il suo verso, Oscar Mondadori,
2002, La stella promessa, nella collezione “Lo Specchio” di
Mondadori, 2009, Quinta Dimensione, Oscar Mondadori 2018, che è la
più completa opera poetica di Calabrò.
Le poesie di
Corrado Calabrò sono state tradotte in una ventina di lingue e pubblicate
all'estero in più di trenta libri. Numerose sono le trasposizioni teatrali e
musicali dei suoi versi –di cui una in musica sinfonica-, con recital in una
trentina di città, anche all’estero.
Delle sue poesie
sono in circolazione vari compact disc con le voci di Achille
Millo, Riccardo Cucciolla, Giancarlo Giannini, Walter
Maestosi, Paola Pitagora, Alberto Rossatti, Daniela Barra.
Calabrò ha
pubblicato anche alcuni saggi critici, tra cui: Il poeta alla griglia,
“L’illuminista”, dicembre 2003, ed è autore di un romanzo, Ricorda di
dimenticarla (Newton & Compton, 1999), finalista al premio Strega
del 1999, tradotto in rumeno e in spagnolo.
Dopo una laurea
in giurisprudenza conseguita nel giugno 1957 all'università di Messina, col massimo dei voti e
la lode, Calabrò è stato magistrato prima della Corte
dei Conti e poi, dal 1968 al 2008, del Consiglio di Stato, del quale nel 1976 è diventato
presidente di sezione. Nell'organismo di vertice della giustizia amministrativa ha
esercitato le sue funzioni sia nelle sezioni giurisdizionali che in quelle
consultive ed è stato anche addetto al Consiglio di giustizia amministrativa
per la Regione Siciliana, l'organismo di secondo grado della giustizia
amministrativa nell'ordinamento a statuto speciale dell'isola. Dal 1990 è stato
presidente aggiunto della Terza sezione del Consiglio di Stato, passando alla
Quinta nel 1996.
L'anno successivo è
diventato presidente titolare della III sezione, incarico mantenuto fino al 31
dicembre 2000.
Nel mese di luglio del 1999 è stato eletto presidente dell'Associazione magistrati
del Consiglio di Stato, incarico che ha conservato fino al mese di settembre
del 2001. Il
1º gennaio 2001 è diventato presidente titolare della Sezione per gli atti
normativi. Il 1º ottobre dello stesso anno è diventato presidente del Tribunale amministrativo regionale del Lazio, presiedendo
anche la I sezione, che si occupava della funzione pubblica nell'economia e in
particolare dell'Antitrust, della Consob,
della Banca d'Italia, della Presidenza del Consiglio e del
Ministero della Giustizia. Presidente aggiunto del Consiglio di Stato nel 2008.
Presidente onorario del Consiglio di Stato dal 2009.
Le sue sentenze
sul giudizio di ottemperanze e sulla legittimazione ad agire (cd chiunque)
hanno innestato una svolta decisiva nella giurisprudenza.
Calabrò,
specialista di diritto del lavoro e di diritto amministrativo, è autore di alcuni
saggi in materia.
Accanto agli
incarichi in magistratura, Calabrò ha ricoperto numerosi incarichi nella
pubblica amministrazione. Dal 1963 al 1968 ha seguito Aldo Moro alla
presidenza del Consiglio dei ministri, guidando la
segreteria tecnico-giuridica di Palazzo Chigi. Negli anni successivi è stato
capo di gabinetto dei ministeri del Bilancio, del Mezzogiorno, della Sanità,
dell'Industria, dell'Agricoltura, della Marina mercantile, delle Poste e
telecomunicazioni, della Pubblica istruzione e dell'università, delle Politiche
comunitarie e delle Riforme istituzionali. Consigliere giuridico del Ministro
degli Esteri dal 1969 al 1972. Capo dell’Ufficio legislativo dei Ministeri del
Bilancio e del Tesoro.
Dal 2002 al 2005 è stato
Presidente del Comitato
consultivo permanente per il diritto d'autore. Il 9 maggio 2005 è stato
nominato, con decreto del presidente della Repubblica, su indicazione del
Consiglio dei ministri e col voto favorevole del Parlamento, presidente dell'Autorità per le Garanzie
nelle Comunicazioni, carica che ha ricoperto fino a luglio 2012.
Numerosi
(un'ottantina) i premi ricevuti in Italia; di essi -dice Calabrò- "resta,
a distanza di tempo, soprattutto il ricordo di incontri che hanno lasciato un
segno".
Per la sua opera
letteraria, l'università Mechnikov di Odessa,
l'università Vest Din di Timișoara e l'università
statale di Mariupol gli hanno conferito, rispettivamente nel 1997, nel 2000 e nel 2015,
la laurea honoris causa. Nel 2016 l'università Lusófona di Lisbona gli ha
attribuito il Riconoscimento Damião de Góis.[1]. Al suo libro spagnolo, Acuérdate
de olvidarla, è stato
conferito il Premio Internacional de Literatura “Gustavo Adolfo
Bécquer” 2015.
Cavaliere di
Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana (dal 1987);
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio[1].
Medaglia d'oro al merito della sanità pubblica per l'incidente dell'ICMESA di Seveso.
Nel luglio 2018
l’Unione Astronomica Internazionale, su proposta dell’Accademia delle Scienze
di Kiev, gli ha dedicato un asteroide, 291855 Calabròcorrado[2] per
avere rigenerato la poesia aprendola, come in sogno alla scienza.
“Sono molto grato per il premio che la Giuria
mi ha voluto assegnare ed entusiasta per la calorosa accoglienza e per la bella
manifestazione organizzata. In realtà ero perplesso nel partecipare alla
selezione, però l’editore Mondadori mi ha incoraggiato dicendomi che ne valeva
la pena, anche per la qualità riconosciuta da lungo tempo al prestigioso Premio
di Marineo.
Insieme a mia moglie siamo contenti di essere venuti
e di aver conosciuto, di presenza, la comunità marinese che ben si può vantare
di aver dato vita al Premio e di portarlo avanti in questi 45 anni con cura,
con amore e con competenza”.
Giovanni Perrone
Nota della Redazione
Scusate se è poco !
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