A vintanni…
Venendo
giù da Parco vecchio i garibaldini si fermarono ad Acqua di Masi (una specie di
autogril del tempo) per poi proseguire sino al ponte romano o romanico dove
oggi mastro Giovanni Papà cura il suo mulino, i suoi agrumi e progetta ponti e
terrazze .In pratica quello che si dovrebbe realizzare in un certo terremo come
oasi naturale con piante bibliche (credo) noi lo abbiamo già in quella conca
chiamata stretto dove Giovanni Papà lotta contro” l’indifferenza e l’ignoranza”
dei nuovi barbari. A Vincenzo non era dato sapere che tornando a rotta di collo
(termini mai a caso) dal parco vecchio arrivasse al capolinea .
A vintanni..
“Un ribelle muore sempre intorno ai venti anni anche
quando non muore e credo che a questa età si smetta completamente di ribellarsi
a se stessi. Che sia morire o vivere, nell'accettare qualcosa si perde sempre.
“Addio” in fondo altro non è che una parola scomposta nel dolore e ricomposta
nella speranza. Oggi non si accetta la scomparsa del nostro amico Vincenzo e ci
si interroga più volte sul vero senso della vita accorgendoci sempre più dietro
questa tragedia, che siamo grandi di grandezze latenti. Ora, però, non
c'è niente che possa fermare le lacrime, non c'è niente che possa placare
questa tremenda tristezza e straziante desolazione, che la sua dipartita
ha lasciato. Sembra scontato dire che non è possibile, che non ci credi. Sei lì a
guardare ed è tutto vero. I ricordi fanno male, si riavvolgono come un nastro,
e ripartono. Non riesci a fermarli. L'allegria, la comicità, l'amicizia che
solo poche persone sanno dare, la generosità. Le risate. Questo era Vincenzo.
Lo ricordo così, ricordo le sue risate, e mi sta bene ricordarlo così. Sempre
sorridente. Con quel set di cartine e quel tabacco sempre pronto, per inventare
una nuova sigaretta, rullarla nelle mani. Con quell'aria spavalda. E con un
cuore d'oro. I suoi sacrifici, le sue passioni, i suoi sogni. Dove sono finiti
adesso? Diventava amico subito, sembrava di conoscerlo già, anche se ci parlavi
per 10 minuti. Non pensavo di rincontrarlo così. Nei ricordi. Sono sempre i
migliori quelli che vanno via. Adesso lo immagino lassù tra le ombre delle
nuvole. Lo immagino li, che si ferma per avvolgere una sua mitica sigaretta.
Magari con il solito sorriso. Ciao Vincenzo, per rincontrarti dovrò riavvolgere
parecchie volte il nastro dei ricordi. Non ti dimenticheremo mai.”
Questo inno funebre
scritto da Peppe Perrone lo facciamo
nostro .
Lui evidentemente lo conosceva bene e quali
parole migliori si potevano dire per un ragazzo solare , pieno di vita che
irrideva chi non sapeva ridere. Non frequentavo questo ragazzo ma lo incontrai
un paio di volte: la prima al presepe dove gongolava fra “le odalische
rovagnati” facendosi beffe di chiunque. La seconda quando mi offri una delle
sue sigarette “rullanti nelle mani” . Non accettai ma fu un bel gesto . Troppo poco per inserirmi fra quegli anonimi
vergognosi che nemmeno nel dolore hanno il coraggio di aprire il loro cuore.
Sono sbalordito che l’amico Taormina accetti certi messaggi da simili personaggi
incapaci di esprimere un sentimento. Spero che i familiari rifiutino queste
ipocrite condoglianze. Per non parlare dei “puristi” che mentre lanciano
lamenti di dolore sentono il dileggio della banda che suona o il vicino che
sente la partita. Bellissimi i messaggi di chi a viso aperto apre il proprio
cuore dichiarando il dolore . E’ un film
che abbiamo visto in tante versioni. Potremmo segnalare tantissimi giovani che
hanno percorso la stessa strada di Vincenzo in tempi recenti. Alcuni come lui
non sono più tornati a casa altri più fortunati si.
Ma una domanda te la poni fra mille a cui non
trovi risposta. Perché a ventanni ? Ve lo immaginate un paradiso pieno di
vecchi ? Dopo un giorno la noia sarebbe terribile. Ed ecco che Dio qualche
volta si chiama a se bambini e giovani perché anche Lui vuole godere della loro
gioia e compagnia. Ci auguriamo che questo Happy Hour (di Pasqua Leo invenzione)
venga dedicato alla memoria dei ventanni di Vincenzo , che poi sono i ventanni
di quasi tutti i pulcini che frequentano questi incontri. Della samaritana dai nove mariti se ne può
parlare altra volta.
possibile che la vita sia così cattiva con lei da renderlo tanto astioso verso tutto e verso tutti? provo pena per lei
RispondiEliminaLei mi fa un po schifo oltre che pena. Lasciamo indietro il fatto che ancora oggi lei colpisce usando l'anonimato. Cosa è che non le va oggi .
RispondiEliminaLe sue perenni mestruazioni ?
Rilegga l'articolo di sopra e mi specifichi cosa ho scritto che non va ?
Come al solito ho avuto più rispetto io per gli altri che la sua ipocrisia congenita. Il commento lo ho lasciato ad altri. Non mi sono perso dietro angeli e false parole. Di solito sono proprio i cattolici che si esprimono cosi... Vada a scusarsi da un altra parte.
Senza saluti.