giovedì 26 aprile 2018

ILCASO CARMELO CLEMENTE



Ci sono subito urgenti considerazioni da fare. Stiamo parlando di Valentino, Tinonvale, Claudio, Siculo, Carlo Cipriani cioè di Carmelo Clemente. L’autore è solito spiazzarti perché  spesso interviene in materie non sue almeno come collocazione ideologica.  Può contare su una esperienza precedente (i Fasci Siciliani con il Disclafani) e il sodalizio si conferma ancora oggi. Questo libro te lo aspetti da Franco Virga: che si è fatto sfuggire l’occasione storica di parlare di un marinese “compagno” del Gramsci che a quanto pare gli fu maestro. (Mi ricorda il caso del libro scritto su San Ciro senza indagare sulla Comunità Copta americana). Imperdonabile !
Ce lo aspettavamo dalle sigle sindacali, sempre pronte ad osannare eroi altrui ed esterni, come lo aspettavamo dai paladini della resistenza oggi chiamata “nuovo risorgimento” e non più “guerra civile” aiutandosi ad abbinare i due termini nazismo e fascismo in nazifascismo. Non ci aspettavamo questo schiaffo verso una comunità che “non ama “ i suoi eroi (chi era il sindaco negli anni ’70 (1977) che non ebbe nemmeno il tempo di accoglierne le ceneri al cimitero , portate dalla figlia esaudendo un desiderio del padre. Ci viene in mente il caso sileci che i marinesi abbiamo occultato per trentanni quasi scagliandoci addosso alla vittima. Ci ricorda Padre Calderone unico storico del paese , scampato persino ai borboni ma non alle “critiche” dei suoi concittadini che lo hanno bollato di leggerezza e superficialità per poi accettare la denominazione improbabile di MAKELLA senza avere il coraggio di provarla.
Il nostro Carmelo Clemente ebbe “la sua guida e la sua scuola “ da Antonio Gramsci. Già questo avrebbe dovuto svegliare chi di Gramsci ne ha fatto un mito convinto che a Marineo nessuno conosce Gramsci tranne… E forse fu anche profeta quando scrive al fratello in America “… le fesserie che scrivono i giornali sono credute solo dagli imbecilli e in Marineo sembra che ce ne siano abbastanza” ! E profeta lo era veramente quando scrive “che in questi ultimi tempi si impiega nel partito uno sport che consiste a colpire, intervenire, spezzare, aggredire…”. E la vittima che più ci interessa fu proprio il nostro “nizzardo” Clemente che (poco chiare le motivazioni esposte dall’autore) finisce nella rete dell’OVRA dove “speriamo” ingenuamente e per “fame” viene stipendiato. Ora ci si perde dietro decine di sigle e personaggi il cui filo non è facile seguire e dobbiamo ringraziare le buste 1376 e 2187 dove ci troviamo tutto il materiale per scriverne un libro.
Come succede con i terremoti sembra che a Marineo quando avviene un evento si tende a buttarci sopra la calce affinchè non ne risulti memoria. Questo era un esercizio tipico della sinistra e lo prova che solo “622 persone (compreso il nostro Clemente) finirono come confidenti della fascista Ovra dove dalle sedi del partito sparirono 3.619.000 schede personali. Come sparirono le schede di un milione di donne fasciste come quelle di 119.713 studenti fascisti, che se li sommiamo agli iscritti al partito fascista si arriva a 23.281.622 italiani.
Chissà se di questi elenchi non facesse parte il nostro Clemente Carmelo domiciliato in corso Dei mille 31 a Marineo e quanti di loro passarono l’Eleuterio verso il sol dell’avvenire !
Ora , forse, il tempo e altra documentazione ci potrà portare chiarezza perché il nostro paesano poco poco è stato “leggero” ad accettare soldi fascisti seppur coperti come prestito dimenticando che il “suo finanziatore-benefattore” doveva “giustificarli” come uscita di cassa. L’autore  alla fine , more solito, ne esalta la figura come è solito fare con San Ciro e come fa sempre con i marinesi della diaspora  .

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