sabato 16 marzo 2019

PATRIA INGRATA


Se uno fa bene non viene mai riconosciuta tale capacità. Prendi il Presepe Vivente ! Abbiamo scoperto il D’Amato che da imprenditore si trasforma in organizzatore : zitto zitto ha realizzato un ‘ opera che ha avuto pochi commenti negativi. Peccato che ormai tutti i paesi limitrofi fanno il loro presepe vivente , ma resta il fatto che avendo messo assieme energie qualitative ne è venuta una cosa accettabile ! A tal punto che l’Amministrazione ha potuto dirottare i fondi previsti per il presepe per pagare 30.000 ca euro (circa trentamila) come anticipo agli avvocati per lo “studio” della causa-disgrazia della frana… e altri 5.000 al mio ex avvocato per avermi difeso sin qui.
Perché non delegare il D’Amato per il premio di poesia che si potrebbe svolgere nel recuperato giardino del castello ? Pensate : il Comune potrebbe mettere consulente Antonino Di Sclafani autorizzandolo a presentare almeno tre sue poesie, gli Spataro con la Signora Maria Concetta (finalmente !) , il Sindaco potrebbe andare al raduno Scout a Stalingrado . E l’Assessore re-suscitatore ? Facciamogli imparare a memoria tutte le poesie in concorso. Il tutto sotto la Regia del D’Amato che ha dimostrato di saperci fare ! A noi rimane la grande soddisfazione di frequentare i poeti marinesi “liberi” : l’ex cusode dei nostri avi Nino Di Sclafani, Ezio Spataro, la Signora Zuccaro , Franco Vitale  ecc.ecc.
Il tutto ovviamente dopo la prossima settimana quando prima del consiglio Comunale l’Assessore al Bilancio oltre a presentarci e commentarci come sia stato possibile che l’Amministraziomne precedente, a fronte di una inettitudine totale, abbia creato un buco di 7 milioni (bello scherzo quello di diffondere la voce di 70 milioni o 7 miliardi…) …
Serve anche un appello al Presidente del Consiglio ? Ecco ci dia la prova che il suo ruolo è imparziale ! Ormai il fascismo è un ricordo ! Non si confonda !
Dai uno sforzo ! Iniziamo a usare bene le carte !



Riemerge dalle nebbie del passato uno dei momenti più cruciali e crudeli di quella tragedia che fu la fine del fascismo. Il momento è quello in cui, sul lungolago di Dongo, il 28 aprile 1945, quindici prigionieri furono messi a morte spicciativamente, per i loro trascorsi fascisti, dopo un simulacro di giudizio.


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