martedì 1 febbraio 2011

LA SCINNUTA DI SANTU CIRU

LA SCINNUTA DI SANTU CIRU
Un rito antico (dal 1600) che si ripete da circa 400 anni viene continuato nella nostra chiesa madre: la scinnuta della reliquia di San Ciro. Molte volte ho assistito guidato da quella antica devozione che ci lega al nostro santo che insieme a San Giorgio divide la protezione di Marineo. Seduto vicinissimo su una delle panche osservo confrati e consorelle in un andirivieni senza ordine preciso. Chi prepara questo, chi quell’altro. L’invocazione “viva Santu Ciru” viene gridata ogni volta che l’urna argentea si sposta ondeggiando pericolosamente. Si deve portare sin sopra l’altare maggiore dove resterà per tutta la novena per finire poi in processione. Regole mai scritte coprono tutto il periodo. Pie donne con flaconi di alcool puliscono diligentemente l’urna deposta dalla grande festa d’agosto sino ad oggi. Forse sarebbe meglio usare un altro prodotto meno corrosivo dell’alcol. Questo accarezzare quasi l’urna forse andrebbe seguita da qualche preghiera o meglio dal canto di San Ciro che di solito accompagna la fine “dei lavori”. Si eviterebbero chiacchiericcio, commenti e scambi di idee fuori posto. E’ un bel momento se si pensa alle famiglie che per 400 anni si sono succedute, padri e figli, rinnovando questo antico e toccante rito. Tutto va benissimo, persino il dipinto alla fine viene messo al suo posto dopo una lunga discussione sull’orizzontalità delle cose. Ma nel più bello, mentre l’urna scende, posata su due panche-cavalletti, avviene l’inenarrabile. Mi sento chiamare per nome. ‘Ormai siete tutti così. Increduli e malfidenti” continua la voce misteriosa. Se avessi raccontato che è la voce di San Ciro mi avrebbero subito sbattuto fuori con appellativi irripetibili. Mi sento prendere la mano e trascinare verso il fondo della chiesa deserta. “ Che triste tempo il tuo” esordisce l’alessandrino. “Ma tu leggi cosa si scrive e si dice di me? Credono di leggere il mio pensiero, di interpretare la mia vita, professare la mia fede. Non hanno un briciolo di fatti e ti descrivono in modo che io stesso stento a riconoscermi. Che ne sanno di cosa mi è successo tornato dal deserto. Cosa ne sanno se cambiai sistema di esercizio della medicina. Non hanno rispetto di niente. Alla fine ti fanno passare per quello che non sei mai stato”. “Ma oggi - borbotto - è possibile interpretare…” e mi aspetto uno schiaffone. “Si riempiono la bocca di termini e appellativi. Anarghiro. Credono tutti di sapere cosa significa, addirittura traducono gratuitamente con essere ricambiati dalla fede o giù di lì. Non uno di questi “biancastri” che forse seguiranno la processione o presenzierà alla messa cura gli ammalati con il titolo di anarghiro senza argento, gratuitamente. Ora sono tutti specialisti: neurologi, cardiologi, chirurghi plastici, oculisti, oncologi e cosi via”. “Scusi … ma la mutua è gratis…” Temo altro schiaffo, ma continuo: “Ci sono medici senza frontiere che non si arricchiscono. Ci sono chirurghi che guadagnano miliardi e miliardi… è la legge del mercato”. “Ecco così io perdo i clienti - si sfoga – guardi Marineo! Li sento passare qui davanti, parlano di medici lontani in grandi città, chi è più bravo, chi è più questo, chi è più quello, ma da me non vengono più. Non c’è più nessuno che mi faccia un voto. Nessuno che mi domanda grazia, nessuno più si fa curare da me. Mille congregazioni o meglio “organizzatori di eventi” ma non fanno catechesi. Non sento gli educatori insegnare ai bambini chi era San Ciro…” “Ma le centinaia di persone che seguono le processioni…” replico. “Guardi, io le conosco uno per uno…” “Cioè ?” “Ecco, anche tu babbii … - si accalora San Ciro dandomi improvvisamente del tu - Il devoto lo riconosci subito. Gli dà fastidio se durante la processione chiacchieri e ridi, il devoto non può fare a meno di Dio, il devoto non chiede grazie ma supplica le grazie. Quei quattro gatti, quei supporter fedelissimi si contano nelle dita di una mano…” “Non è che Lei è demoralizzato per via di San Giorgio?” Semmai è San Giorgio che deve arrabbiarsi- C’è un documento che mostra che nessuno conosce San Giorgio a Marineo…L’hanno prodotto i suoi ….protetti. Si non si vede nessuno e si capisce ben poco. E poi questa cretinata che ogni cosa deve essere accompagna da canzoni in inglese mi fa inc…avolare. “Ma vuoi fare paragoni? Io sono un medico di campo, lui è un cavaliere errante, poi meglio due protettori che uno. Non mi porterà via clienti …” mi dice mostrandomi il volantino sul prossimo incontro dei Black Hour concernente l’invidia a cui di solito partecipano corleonesi, monrealesi, da Bolognetta…e sono a turno anche musulumisi e poi speriamo giungano anche i marinesi. Un vero e proprio accorato sfogo. Il martire continua per un bel pezzo. Intanto l’altare è addobbato, luminarie, fiori, tovaglie bianchissime. Gli amici mi chiamano e mi unisco ai confrati che finalmente inneggiano a San Ciro. “Verrai questa sera alla novena? Piano piano non verrà più nessuno …“ Dimentico che c’è la partita, la presentazione di un libro senza il libro ma in compenso l’autrice è una bella ragazza, un film che aspettavo da tempo alla TV. Ad un tratto sento che il dolore che da una settimana non mi lascia e non mi fa dormire è sparito. Guardo l’urna e mi sembra che mandi più luce. “Prima hai operato mia moglie , facendomi litigare con il chirurgo che aspettava ringraziamenti, “Perché lei si chiama Ciro “ dissi, poi sei diventato il nostro “medico” di famiglia ora anche questa, che fai metti in conto?” gli dico felice salutando l’urna con la manina come fanno i bambini. “Si – mi risponde - passa a ritirare ricette e ricevuta fiscale…”
Onofrio Sanicola

PS I nostri amici di marineoweblog hanno inserito un video sulla "scinnuta" che dire meraviglioso è riduttivo. Pino Taormina sembra girasse mentre succedeva quanto sopra.Non perdetevelo. I nostri nuovi amici di misilmerinews hanno fatto un gesto altrettanto bello. Altro che rivalità fra San Giusto e San Ciro. Incominciamo tutti a parlare la stessa lingua !

2 commenti:

  1. Dopo questo scritto è nata una vivace discussione se fosse corretto o meno il termine anarghiro o anargiro. Un' apprezzato dirigente della Ditta San Ciro ha sentenziato la mia ignoranza come fosse bestemmia, corregendomi in anargiro.Ho spiegato le mie ragioni inutilmente (esasperata verifica da parte della mia collega su ogni parola e termine per rispetto a chi legge e per non offendere involontariamente). Allora decisi di rivolgermi al più esperto che conoscessi. Mi fu risposto di andare...a cercare nel vocabolario. Così la questio rimane ... possibile che tutto finisca sempre così ?
    O anche qui è una questione politica ? s.o.

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  2. di Eziu Spataru

    Cu iddu nun si paava mancu lu ticket
    Oramai mastru Sanicula mi purtà a mala strata. Cu la scusa ca sugnu poeta anarghiru m'addumanna sempri di scriviri poesii a tema e senza cumpenzu. Na vota "La parma", n'atra vota "Lu Natali", n'atra vota "Lu Cimiteru", e ora arrivamu puru m'paraddisu a scuitari Santu Ciru. Ma iu ora senza babbiari lu ringraziu a mastru Sanicula ca cu li so cunti curiusi e azzannati mi duna spirazioni di scriviri cosi ca forsi iu mai avissi scrittu, comu sta puisia di Santu Ciru e li duttura.
    Di nicu mi nsignaru ca Santu Ciru era dutturi anarghiru, vinissi a diri ca picciuli nun si nni pigghiava. Ora puru iu quannu vaiu a curarimi li denti, lu dentista picciuli si nni pigghia accussi picca ca certi voti nun capisciu comu po campari. E chi diri di tanti duttura ca pi fari na visita a dumiciliu nun si pigghianu nenti, n'atra vota quannu avia la frevi a quaranta nni vinni unu e cci vulia dari cinquanta euru; nun ci fu forma e manera di fariccilli pigghiari. E chi diri di sta naziuni unni lu sistema sanitariu funziona a roggiu, ca li cchiù puvureddi su curati megghiu di li ricchi. Pi daveru Santu Ciru fussi cuntentu di vidiri quantu ciavuru di santità si po cogghiri ntall'ariu.

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