sabato 12 febbraio 2011

MARIA CATENA

suggeriamo prima della lettura di avviare il video
 
IL RACCONTO DELLA DOMENICA 

Il marito davanti al computer  che sta ultimando le ultime relazioni perchè l’indomani avrà un importante  riunione di lavoro  ( bugia, sta chattando con una bionda con due tette gigantesche). La moglie: approfitta del fatto che il  marito sta lavorando di là nello studio per scambiarsi i messaggini con la sua migliore amica ( bugia è il suo amante ma sul display del telefono compare memorizzato il nome dell’amica nel caso in cui...).Il figlio diciannovenne: sta cercando su internet a proposito delle ragadi dei panda, in quanto l’indomani ha un esperimento da presentare all’università di scienze ( bugia anche questa, guarda un film porno). Il figlio sedicenne, sbircia, osserva una volta mamma e una volta papà, ha capito tutto e nella sua testa pensa: non mi sposerò mai, non voglio fare la loro fine! La piccolina di cinque anni: abbandonata nella sua stanza rosa, in compagnia di decine di bambole, gioca a far sposare Barby e Ken, e sogna di ritrovare la sua famiglia riunita, magari seduti tutti quanti insieme a terra, su un bel tappeto a raccontarsi le favolette. Deve fare la pipì e chiama papà…..: " tesoro chiama la mamma che sto lavorando". La  mamma: " Amore mio,  arrivo. L’ultimo piatto da lavare e sono da te,  ( bugia è l'ultimo sms, se mai si deciderà quale sarà l’ultimo). Poi…ci sono i mariti che leggono i giornali  e le mogli che stirano montagne di panni  o nei casi ancor più felici,    le mogli che vanno a letto presto perchè l'indomani si lavora e i mariti che escono per andare a lavorare: gli tocca fare la notte. Questi che non si incrociano mai sono quelli che si ameranno per sempre! Ma ci sono pure quei mariti  che lasciano sul letto una scatola gigantesca con dentro un abito da tremila euro ( che la moglie aveva visto in vetrina). Appoggiata alla  scatola, una rosa rossa ed un biglietto con su scritto " sei tutta la mia vita" e poi.. si scopre che ha messo incinta la domestica che a sua volta aveva infiocchettato il regalo della moglie del suo amante ( ma che premurosa… tesoro!). Ma poi c’è chi ama la famiglia numerosa…che carini che sono: dopo aver fatto sfornare tre figli uno dietro all'altro alla moglie il marito si sveglia una mattina e sente di essere un po’ depresso e quindi ha bisogno di una vacanza: Organizza un viaggio in Brasile con il suo migliore “amico”, o con la segretaria? Belle famiglie, per fare un esempio, quelle che vengono definite “del mulino bianco”. Le possiamo incontrare la domenica in chiesa. Dopo aver recitato il Padre Nostro, e preso la comunione. Ce li ritroviamo nelle pasticcerie, dopo la messa,  a riempire vassoi di dolci da omaggiare chi li ha invitati a pranzo quel giorno e con chi, probabilmente dopo un lussuoso pranzo e un buon caffè, proseguono nel pomeriggio, con un bel corso di taglio e cucito, dove le tele da ricamare sono le persone che non sono scese a compromessi e hanno deciso di non vivere nell’ipocrisia.  Gli aghi,  le voci di popolo e con i fili di cotone colorato, infilzano la vita  di quest’ultime, tingendo di rosso anche le figure che vivono completamente in  bianco!

A me la comunione, non è più concessa, così come non mi sarà concessa l’estrema unzione quando arriverà l’ultimo dei miei giorni. Io sono una peccatrice, ma mi è rimasta l’onestà di pensiero e soprattutto, non tradisco me stessa né chi, non condivide più la mia vita per scelte diverse.
Alessandra Marchese

Inizia a collaborare al Guglielmo ,figlia della Valle dell’Eleuterio , apprezzata scrittrice che ha ancora tante cose da dire. Siamo lieti di questa sua decisione che ci permette di ricordare che la pluralità degli interventi ci arricchisce enormemente lasciando a ciascuno il giudizio sulla lettura. Ci auguriamo che altri seguano il suo esempio arricchendo questo piccolo giardino dove ci siamo dati appuntamento sin dalla sua nascita.

2 commenti:

  1. Oggi abbiamo ricevuto il seguente commento

    "Chi è senza peccato…
    Vorrei esprimere quel giudizio sulla lettura dell’articolo di Alessandra Marchese che la redazione del blog invita ad avere.
    L’autrice forse non si è accorta che nella prima parte dell’articolo fa esattamente ciò che critica alla fine: il corso di taglio e cucito su alcuni tipi di famiglie, soprattutto quelle “del mulino bianco”. Nella sua galleria delle famiglie mancano però quelle dove le persone stanno insieme volentieri anche se faticando e sopportando il grigiore della vita quotidiana e sono contente di farcela. Hanno capito che l’amore si dimostra anche tollerando con coraggio i difetti dell’altro e dell’altra (e chi non ne ha) e non è necessario chiamarlo ipocrisia oppure il tradimento di se stessi.
    Dal mio punto di vista auguro all’autrice che desideri che gli si conceda sia la comunione che l’estrema unzione. L’ultimo giudice del nostro comportamento è Dio e non la gente che ci parla dietro oppure non vuole star seduta accanto a noi. Tutti dobbiamo essere attenti alla trave nel nostro occhio e non vedere solo la pagliuzza nell’occhio degli altri. Come si vede la Bibbia è una fonte di tante saggezze che sono diventate popolari.r.r.

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  2. ...Bene, sono felice che la mia provocazione, sia stata colta!
    Intanto, preciso una cosa: se avessi voluto parlare delle vere "famiglie del mulino bianco", l'avrei fatto e magari lo farò, ma il tema sarebbe stato tutt'altro. La mia riflessione era una altra. Per quanto "R.R.", l'abbia colta ma solo in parte. Provo a spiegarmi.
    Che io faccia taglio e cucito, non mi sembra, avendo scritto e/o descritto situazioni che esistono (...purtroppo), ma non avendo tirato in ballo alcuno. Che poi qualcuno se la senta, beh.. direi che comunque è rimasto nell'anonimato e che mi può solo dispiacere. Piuttosto, ho voluto manifestare un malessere che parecchie persone come me, provano e non hanno spazio di esprimere. Il taglio e cucito di cui scrivevo, è tutt'altra roba. Gente che ti mette in croce ( facendo NOMI e COGNOMI), dicendo o inventando di tutto pur di, appunto, non vedere la pagliuzza nei propri occhi. Così facendo, la trave degli altri diventa ancora più grande. Il mio messaggio o provocazione, "comunquemente", vogliate definirlo, voleva significare appunto ciò che R.R ha commentato: ovvero che nessuno è nessuno per giudicare.
    Per quanto riguarda il resto, non mi mi pare di aver puntato il dito da una posizione illibata. Da "peccatrice" ho scritto l'articolo, e da "peccatrice" sto commentando.
    Buona giornata a tutti e chiedo scusa per l'impertinenza!
    A. Marchese

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