sabato 5 febbraio 2011

TISIA detto STESICORO cantastorie di IMERA

Venere di Morgantina
Iassu chierete ochi ochi… No! No! Non cercate ragioni di stato! Nessun desiderio di conquista! Non cantate che i greci erano pirati e i troiani ricchi e imbecilli. Io so per certo che quella fu una guerra per amore... Non chiedetelo a noi siciliani come si può perdere la testa per una donna. E poi se quella donna è la donna più bella del mondo… Ecco, immaginate Fidia e Prassitele che insieme creano il corpo di una donna, parakalo kirie, parakalo... Ora vi prego, spettabile pubblico, lasciate fare a noi poeti, cantastorie, solo noi possiamo descrivere la donna più bella del mondo. Perimenete kirios… scusate, spero mi abbiate riconosciuto. Sono proprio io, Stesicoro di Imera e sono ancora cieco... Non è vero che un poeta cieco sia più bravo di uno non cieco. Non è vero niente. Certo, sono diventato cieco e vecchio mentre sono in attesa che mi venga resa giustizia. Sono cieco perché sono vittima di un maleficio causatomi dalla donna più bella del mondo... si ho cantato storie d'amore bellissime quelle storie d'amore che solo i poeti gli aedi i rapsodi i citaredi e i cantastorie  sanno cantare. No, scusate non avete capito no... assolutamente... Del resto mi stupite non poco conoscendo la vostra cultura. Chi l'ha detto che uno che sia cieco, poeta e canti di Elena di Troia debba essere per forza Omero! Ime a po Sikilia kirios.  Si, signori miei sono Stesicoro e sono siciliano di Termini Imerese! Per aver cantato di Elena, non condividendo la sua scelta di fuggire con quel  troiano, sono rimasto vittima della di lei maledizione! Può una donna abbandonare il marito e fuggire con un altro lasciando la sua casa? Può una donna rinnegare il suo focolare per lascivia? Può una donna scordare modestia e castità, famiglia e decoro lasciandosi prendere dall'esuberanza del suo corpo? E non dimenticate signori che si tratta della figlia di Tindaro, un grande re, il re di Sparta...Voi sapete come la chiamano una donna del genere giù da noi in Sicilia?  No signori miei non deve... Io vi dico di no!                           
Questo io cantai e subito fui punito dagli dei con la cecità, e cosi dovrò restare sino a quando non canterò di nuovo un inno a  Elena che ne riabiliti la memoria. Ma se Omero ha cantato l'ira di Achille e il multiforme ingegno di Ulisse io ho cantato di Elena... Ecco ora, mio spettabile pubblico, a questo mi accingerò se il vostro orecchio prestate e voi che vedete persino i colori non distraetevi e dopo aver preso comodamente posto seguite il mio canto.
Io non spero di meritare il vostro consenso, per oggi mi basta la misericordia degli dei e se alla fine passando là vicino all'orchestra mi vedrete sorridere nel salutarvi uno per uno per nome, allora vuol dire che il mio canto è stato accettato da Elena perché avrò avuto indietro la mia vista... O Fidia e Prassitele, voi avete mentito dicendo che scolpivate il corpo di Venere...
Voi avete scolpito ciò che vide Achille nell'isola bianca: il corpo di Elena...

Mille mele cotogne                          
Lanciavano alla biga del signore
Mille frasche di mirto     
E corone di rose
E morbidi serti di viole  
Non è verità questo racconto
Non salisti le navi equipaggiate
Non giungesti mai alla rocca di Ilio.

(Prologo al Testo teatrale Elena La Guerra di Troia di O. Sanicola)

Tisia  l’uomo di Imera detto “Stesicoro” ,cioè maestro o ordinatore del coro (inventò l’epòdo) a differenza di Omero “cantore massimo’, era un cantastorie e “romanziere”. I greci si nutrivano dei loro miti e Stesicoro era il “Salgari” che raccontava in mille romanzi i miti del suo tempo. 26 volumi  (ad Alessandria  ) sono una grande produzione. Ricordiamo i Nostos, i ritorni degli eroi greci, Elena e la sua Palinodia (ritrattazione). Alla sua Saga di Oreste e al suo Prometeo si ispirò Eschilo. Quindi più uomo di teatro e per il teatro  che preferiva il filone epico. Si mostrava la sua tomba a Catania che lo ricorda ancora oggi con una prestigiosa piazza. Visse fra il 630 e il  550 a.C. Cieco come Omero scrisse la sua Distruzione di Ilio e di Elena di Troia definendola adultera, punito con la cecità dovette scrivere la sua Palinodia (ritrattazione) per riottenere la vista. A questo episodio si collega il testo qui presentato.

-per la descrizione della Phiale vedi  vedi testo accanto oppure

http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/info/beniinamovibili/PaPhiale.html

1 commento:

  1. E’ ancora visitabile la Phiale appena rientrata in Italia . A Termini Imerese sino al 13 febbraio vale la pena andarci in ogni caso . Oltre a visitare l’antiquarium e la mitica Imera nel sito del comune troverete tutte le restanti informazioni. La direttrice dell’antiquario è una apprezzata conoscente delle cose marinesi: La Dott.sa Spatafora che diresse i nostri scavi alla montagnola proponendo la soluzione Makella.
    In un periodo così fecondo per i nostri beni culturali (il rientro del vaso di Eufronio, la Phiale di Imera, La Venere di Morgantina ad Aidone ecc.) manchiamo solo noi che caso veramente eccezionale abbiamo gli spazi ma (come definirla) “scarsa sensibilità” dei “nostri”. Lasciamo le nostre opere d’arte nei vari musei anzichè chiederne a forza il trasferimento a Marineo.
    Dobbiamo chiedere al nostro legale se questo modo di agire può rientrare nell’omissione di atti d’ufficio.
    Quindi accogliamo il motto

    Ritornino a casa i nostri beni artistici
    Allontaniamo chi ne ostacola il rientro

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