Dopo circa un
anno sono tornato a Mandriole. I festeggiamenti per il 150° dell’Unità d’Italia
sono in archivio e ci si prepara al grande evento del 200° anno.Io c’ero a
Torino alla grande rassegna Italia ’61 al Valentino. Ero da poco sbarcato al
nord con una grandissima valigia piena di progetti: vai al Nord là li puoi
realizzare. Mi ero fissato in mente parola per parola le parole che poi avrei
ascoltato nel film Nuovo Cinema Paradiso del grande biografo della nostra
adolescenza, Giuseppe Tornatore di Bagheria. Non tornare ! Ho realizzato quasi
tutti i sogni che mi ero stipato in valigia tranne quelli “impossibili”. Erano
sogni che poi sono diventati film solo che non ero io il protagonista. Qui
nelle valli del delta del Po dove sorgeva il più grande Centro Commerciale
etrusco della zona: Spina oggi Comacchio ho visto scavi fatti con idranti e non picconi e
questo ci ha procurato la più grande collezione vascolare dopo quella di Atene,
conservata dalla sabbia da cui sono stati liberati appunto con gli idranti. Una
città Spina su palafitte come sarebbe stata domani la vicinissima Venezia e la
stessa Comacchio. In queste valli
incontri ancora barcaioli che cercano-allevano anguille , cozze e
vongole e altri pesci . Ne conosco uno
che ti prende a bordo e con pochi euro ti fa il giro delle valli fra luoghi garibaldini (qui ha agonizzato la povera Anita, trascinata dal suo uomo sino
alla casina di Mandriole, qui fu per la prima volta sepolta, poi qui fu
nascosta, e qui si pensò fosse stata strangolata). Una Via Crucis nota a pochi,
ma che ad ascoltarla ti ruba lacrime e sangue. Poi ti porta nelle valli
protette dove gli uccelli sostano due volte una quando tornano e l’altra quando
si trasferiscono al sud. A mezzo giorno si pranza romagnolo dalla mamma che tiene
un “alimentare” alla via di Sant’Alberto mentre a sera vestiti alla garibaldina
cena romagnola dove si beve sangiovese
per coprire le palle che ciascuno racconta. Vale la pena chiamare Giampaolo Piovan
e prenotarsi la barchetta per un giro nelle valli e se sarete fortunati
assisterete a quelle terribili liti fra barcaioli che litigano per le loro
cozze e vongole. Si inorridisce ad ascoltarli se si pensa che secoli di dominio
pontificio non sono riusciti a moderare insulti e bestemmie che vi faranno temere
sangue immediato. Per fortuna non capirete un accidente perché persino gli
emiliani non capiscono il romagnolo.
3386231394 ggempol@yahoo.it oppure
lo trovate in Via Ferrara 13-a a Marina Romea intento a riparare un orologio
dell’Ottocento o un motore da barca stanco.
Forse nessun santo ha riscosso tanta venerazione popolare
quanto s. Giorgio e a testimonianza di ciò sono le innumerevoli chiese dedicate
al suo nome.
A Gerusalemme esisteva nel sec. VI un monastero con
chiesa a lui dedicata, come attesta un'epigrafe coeva (J. Perrot, in Syria,
XXVII [1950], pp. 194-96); a Bisanzio, come abbiamo visto, era venerato
nell'orfanotrofio.A Gerico fu dedicato a s. Giorgio nel sec. VI un monastero
(P. Abel, in Revue Biblique, VIII [1911], pp. 286-89).A Zorava, nella
Traconitide, un'iscrizione del 515 narra l'apparizione di s. Giorgio a Giovanni
figlio di Diomede (Delehaye, Origines, p. 86).A Beiruth il santo riscosse grande
venerazione specialmente dopo la vittoria dei Crociati (C. Astruc, Saint
Georges à Beyrouth, in Anal. Boll., LXXVII [1959], pp. 54-62) e nell'Iraq
numerose erano le chiese a lui dedicate (J.-M. Fiey, Mossoul chrétienne,
Beiruth 1959, p. 105).Grande venerazione riscosse Giorgio in Etiopia, dove la
conoscenza delle sue gesta giunse attraverso l'Egitto, ed in Georgia, paese di
cui fu ritenuto oriundo (V. Arras, Miraculorum s. Gregorii megalomartyris
collectio altera, in CSChO, CXXXVIII-XXXIX, Script. aeth., 31-32, Lovanio 1953;
id., La Collection éthiopienne des miracles de s. Georges, in Atti del Convegno
internazionale di. Studi Etiopici..., Acc. Naz. dei Lincei, quad. 48, Roma
1960, pp. 273-84).A Magonza, secondo le testimonianze di Venanzio Fortunato, il
quale in cinque distici celebra le gesta del martire orientale, largamente
venerato sub occiduo cardine, gli era stata dedicata una basilica a metà del
sec. VI (Carm., II, 16, in PL, LXXXVIII, col. 107) ed a Bamberga, Enrico II
fondò una chiesa in suo onore.
Anche in Italia il culto a s. Giorgio fu assai diffuso. A
Roma, Belisario (ca. 527) affidò alla protezione del santo la porta di S.
Sebastiano e ai due santi insieme è dedicata la chiesa del Velabro, dove venne
trasferito il cranio di Giorgio trovato nel patriarchio lateranense da papa
Zaccaria (Lib. pont., I, p. 434).A Ravenna fin dal sec. VI esisteva una chiesa
a lui dedicata nel campo «Coriandro», presso il sepolcro di Teodorico, come ci
attesta la biografia del vescovo Agnello (m. 570): "similiter et ecclesiam
beati Georgii reconciliavit temporibus Basilii juniores" (Codex
pontificalis Ecclesiae Ravennatis, in RIS, II, 3, p. 217; cf. anche p. 118).
Altra chiesa dedicata al santo, S. Georgii de porticibus, si trovava nella
Regio Caesarum. Dalla capitale bizantina il culto si estese ben presto a
Ferrara (ca. 657) dove fu scelto quale patrono della città primitiva ed in
seguito della nuova, dopo la traslazione di reliquie nella nuova cattedrale
(1110-35).A Cornate (Milano) il re Cuniberto (678-688) dedicava una chiesa a s.
Giorgio (C. Marcora, Il messale di Civate, Civate 1958, p. 38) e a Napoli, agli
inizi del sec. V, il vescovo Severo fondava la basilica di S. Giorgio Maggiore
(Mallardo, p. 577). Nei paesi bizantini fu venerato, unito a s. Demetrio, con l'appellativo
di «Dioscuri cristiani» (cf. A. Stylianon, The pointed churches of Cyprus,
Cipro 1964, p. 145, fig. 68).Agli inizi del sec. VI Clodoveo, re dei Franchi,
dedicò un monastero al santo e s. Germano di Parigi (m. 576) ne diffuse il
culto.In Inghilterra, la fama del martire palestinese era già ampiamente
diffusa sin dall'epoca anglosassone, ma il suo culto assunse ancora maggiore
sviluppo dopo la conquista normanna (sec. XI) quando in tutto il paese gli
furono dedicate numerose chiese.Le invasioni musulmane, interrompendo il flusso
dei pellegrinaggi verso l'Oriente, parvero far decadere il culto di Giorgio; ma
le Crociate ne segnano una nuova fase ed esso si riaccende con maggiore
intensità quando i Crociati furono da lui assistiti mentre stavano per essere
sconfitti dai Saraceni ad Antiochia nel 1089. Conquistata Giaffa e la vicina
Lydda i Crociati ricostruirono la basilica cimiteriale incendiata dal califfo
Hakõm ottant'anni prima. E' di questo periodo la diffusione in Occidente
dell'episodio della fanciulla liberata dal dragone per intervento di Giorgio.
Tale racconto, accreditato da Giacomo di Varazze nella Legenda aurea, non si
trova, ovviamente, nelle fonti più antiche.
Per tutto il Medio Evo, si rinsalda in Inghilterra il
culto già nel passato tributato a Giorgio; Riccardo I durante la III Crociata
disse di aver visto il santo con lucente armatura guidare le truppe cristiane
alla vittoria; al tempo di Enrico III, la festa di Giorgio fu considerata festa
d'obbligo; Edoardo III introdusse il famoso grido di battaglia St. George for
England, e fondò nel 1348 l'Ordine di S. Giorgio, detto «della Giarrettiera»;
al tempo di Enrico V l'arcivescovo di Ganterbury prescriveva per la festa del
santo la stessa solennità del Natale. Ancora oggi gli Anglicani hanno
conservato il nome di Giorgio nel loro calendario e la rossa croce di S.
Giorgio in campo bianco campeggia sulla bandiera inglese.I paesi che hanno il
santo martire palestinese come patrono sono innumerevoli: prime fra tutte le
città marinare di Genova, Venezia e Barcellona da cui, coi Crociati, partivano
i commercianti per l'Oriente. Tra i molti Ordini religiosi e cavallereschi,
oltre ai Benedettini a lui devoti, ricordiamo l'Ordine Teutonico, il già citato
«Ordine della Giarrettiera», l'Ordine militare di Calatrava di Aragona, a cui
Bonifacio IX concesse di portare in guerra vexilla sancti Georgii (Reg. Aven.
305, f. 289v.), ed il "Sacro militare Ord. Costantiniano di S.
Giorgio", la cui fondazione, senza peraltro solide basi storiche, è da
alcuni attribuita a Costantino e da altri ad Angelo Comneno nel 1190. Nel 1690,
Andrea Flavio, l'ultimo dei Comneni, cedette i suoi diritti a Gianfrancesco
Farnese duca di Parma, che, a sua volta, li cedette all'Infante di Spagna
divenuto re di Napoli, il quale diede all'Ordine il nome attuale, oltre che una
nuova costituzione. Gli ultimi statuti risalgono al 1934; l'Ordine è
riconosciuto dalla S. Sede. L'insegna è una croce gigliata, smaltata di
porpora, con al centro il monogramma; negli angoli della croce le lettere I H S
V (in hoc signo vinces).Giorgio è inoltre protettore, con s. Sebastiano e s.
Maurizio, dei cavalieri e dei soldati, degli arcieri e degli alabardieri, degli
armaioli, dei piumaroli (elmo) e dei sellai; infine era invocato contro i
serpenti velenosi, contro la peste, la lebbra e la sifilide e, nei paesi slavi,
contro le streghe.
Registriamo volentieri il gemellaggio fra il nostro comune e
le Poste Italiane. Vari incontri fra le due entità hanno oggi portato a
sensibili e visibili miglioramenti dei rispettivi enti con grandi benefici per
i cittadini . Non più attese interminabili, mancanza di bollettini-stampati più
pazienza con gli utenti, più facilità ad essere ricevuti da un direttore
cordiale. Il recente personale (giovane) entrato recentemente in servizio è
cordiale e meno arrogante, bellissime le rappresentanti femminili allo
sportello che hanno trasformato le noiose ore di attesa in una passerella fra
moda e bellezza. Si è notata la presenza di tartine e bottiglie di champagne
per ingannare la piacevole attesa. Anche il personale maschile si avvia a standard
accettabili dopo una lunga dieta che già dà ottimi risultati. Sono stati
sospesi i trasferimenti in Sardegna visti gli ottimi standard raggiunti. Anche
il Comune si è subito adeguato e lo dimostra la foto qui sopra che ben definisce
gli spazi dell’uno e degli altri. L’alta professionalità di chi ha sistemato
gli spazi ha dimostrato che anche molti marinesi sono stati a Lugano a prendere
la laurea assieme al figlio di Bossi. Le
moto sono per il servizio porta-a-porta. Cioè presto verrà attuato il servizio
“chiama che vengo a prenderti” che in pratica rispecchia il nuovo stile postale
del “ prendere a casa l’utente e non portare a casa dell’utente”. Questo gemellaggio , che mortifica quello
con i francesi, ci permetterà di ,vedi foto,essere subito identificato come “eccellenza marinese” in quanto negli
spazi non verranno più usati i consueti segnali e cartelli stradali, ma bensi
le foto dei nostri amministratori. Parcheggio il volto del sindaco, divieto di
transito la foto del Trentacosti sopra un buldozzer¸ e cosi via. Non pervenuta
la foto degli altri assessori e rispettiva assegnazione stradale. Soprattutto
abbiamo apprezzato il cartello senso proibito con la faccia dell’addetto
“rapporti con il cittadino”, ufficio che si trova dentro l’ufficio del sindaco
per quel senso di riservatezza e rispetto per il cittadino. Ufficio gestito da
una sorella (in senso religioso cioè devota ) del sindaco che dicono gli appare
quasi giornalmente. Presto queste norme verranno attuate dall’Unione dei Comuni
il cui presidente ha imposto l’uso immediato a tutti i comuni aderenti cioè il
solo Marineo e precisamente il solo quartiere di Brannu per evidenti ragioni
.Il sindaco , a tale proposito , ci ha
rilasciato codesta dichiarazione: Ringrazio i miei concittadiniper la fiducia incondizionata . Loro sanno
che solo io sono capace di sistemare i conti dell’Unione portando il deficit da
260.000 euro a 2.600.000 euro, mentre ci consegnava una sua foto con scritto
“promessa mantenuta “ . Foto a cui mancavano un paio di assessori .
Il direttore delle poste ha rilasciato al nostro giornale la
seguente dichiarazione : Noi siamo come i tedeschi prima che ripaghiamo alcune nostre malefatte agli italiani ci
vorranno dieci secoli…
Ormai è dimostrato che grazie a nuovi “sportelli provati”
(vedi quello del piano o delle ricevitorie) si è risolto il problema delle code
alle poste. Certe intelligenze creative , si sa, finiscono tutte alle poste…
Il giorno 23 aprile
Presso il Consolato Ceco di Milano è stato presentato il libro Sant Agnese di
Praga edito dalle Paoline. Lo stesso volume presentato qualche giorno fa a
Marineo nella accogliente chiesetta di Sant’Anna dove risiede una preziosa
comunità non nuova ad eventi del genere. Ottima alternativa a chi non vuole
subire imposizioni culturali (e politiche). Oasi dove si rifugia la cultura
libera. L’incontro milanese ha anche permesso di avviare i grandi preparativi
in occasione del 1150° anniversario
dell’arrivo dei Santi Cirillo e Metodio in terra slava , che diede l’inizio
alla evangelizzazione di questi popoli oggi fratelli. Si è celebrato altresì il
gemellaggio fra due mitiche biblioteche: la Ambrosiana di Milano e la Strahov
di Praga, Esaustivo l’intervento di Mons. Franco Buzzi.. Preziosi gli
interventi del Console milanese e di quello della Svolenia che collaborano sul
progetto di “un cammino” sulle tracce dei due santi che va da Velehrad(Boemia)
a Costantinopoli percorrendo le antiche vie del tempo. Grosso modo come il
cammino di San Giacomo, il cammino Romeo, la via Francigena. E’ mancata la
presenza (per precedenti impegni) dell’ambasciatore Ceco presso la Santa Sede ,
Dottor Pavel Vosalìk. Atmosfera delle grandi occasioni nella familiare Casa
della Cultura Ceca grazie anche a questo console ,Dottor Gianvico Camisasca,
signore di uno stile che ci mancava da molto.
Il sottoscritto Salvatore Spinella
Mancuso, consigliere comunale nell’esercizio del proprio mandato
-Premesso che lo stesso fa parte dell’Assemblea dell’Unione dei Comuni
dall’Eleuterio a Rocca Busambra e che in tale qualità ha presentato in data 13
febbraio 2012 una interrogazione ed una mozione per avere informazioni sullo
stato economico/finanziario dell’Ente e per sollecitare tutti gli organi ad
adottare, ognuno per la propria competenza, gli atti ritenuti idonei a
fronteggiare la grave situazione di cassa ricorrendo eventualmente, per non
arrecare ulteriori danni patrimoniali (basti pensare al solo affitto dei
locali), alle disposizioni dell’art. 4 dello Statuto (scioglimento dell’Unione)
-Considerato che gli atti di controllo/indirizzo a distanza di oltre due
mesi non sono stati messi all’ordine del giorno dell’Assemblea
-Avendo appreso che il Comune di Villafrati ha deliberato la fuoriuscita
dall’Unione
P R O P
O N E AL CONSIGLIO COMUNALE
Di pronunciarsi sul grave stato in cui versa l’Unione dei
Comuni di cui facciamo parte.
Voglia il Presidente ritenere
urgente la presente proposta.
Marineo 23 aprile 2012
F.to S. Spinella Mancuso
Sono passate solo delle ore da quando abbiamo anticipato
l’uscitadel Comune di Villafrati
dall’Unione dei Comuni. Abbiamo registrato la risposta stizzita del sindaco di
Villafrati che non ha gradito il nostro titolo “Villafrati sfascia l’Unione dei
Comuni”.Non abbiamo potuto registrare nessun commento da parte del Presidente
dell’ormai fatiscente Unione dei Comuni , ma siamo costretti a prendere atto
del documento qui sopra riportato. Da tempo dichiariamo che la politica non è
“pane peri nostri denti” …sino a quando
non ci colpisce direttamente. Ora nello stesso giorno prendiamo atto di un
nuovo documento che porta ulteriore confusione in una situazione senza capo ne
coda. Eccolo
Al Presidente del Consiglio ComunaleMARINEO
M
O Z I O N E
I sottoscritti Consiglieri Comunali,nell’esercizio del proprio mandato
-Visto l’atteggiamento di “snobbamento” del
Sindaco nei confronti dei deliberata del Consiglio Comunale (in ultimo della
questione relativa alla diminuzione degli Assessori che ha visto il Consiglio
Comunale ad approvare una mozione, un ordine del giorno, modificare lo Statuto
a seguito di precise disposizioni di legge ed oggetto di circolare esplicativa
dell’Assessorato Regionale)
-Considerate le dichiarazioni del Sindaco, circa
la questione della revoca della delibera di Giunta n. 113 del 16 dicembre 2011
(fra l’altro annullata con delibera di G.M. n. 22 del 4.4.212, : “Al di là delle norme ho il mio programma da
realizzare”
-Riportando parte della presentazione del Sindaco
al libro di Giovanna Fiume “Le regole del gioco” dove viene affermato: “Oggi a
Marineo non esistono più i problemi di ordine pubblico del secolo scorso, ma è
pur vero che la competizione per la guida del paese rimane tuttora terreno di scontro, delazione e prepotenza,
obiettivo primo di ogni gruppo di potere locale non meno di quanto avveniva
nell’Ottocento. Anche le regole,
oggi come allora, sono state oggetto di
interpretazione e aggiramento”
-Ritenute gravi tali affermazioni, che mettono in
dubbio la certezza del diritto e le regole democratiche
I
N V I T A N O
IL SINDACO E GLI ASSESSORI COMUNALI A
DIMETTERSI DALLE CARICHE RICOPERTE.
Voglia il
Presidente ritenere urgente la presente mozione.
Marineo 23
aprile 2012 F.to S. Spinella Mancuso
Giuseppe
Battaglia .
Tutto questo avrà
un iter cioè non succederà nulla. Il consiglio Comunale conta come il due di
picchè. I consiglieri possono fare tutte le mozioni che vogliono, l’Unione dei
comuni diventerà un'altra Coinres (una voragine) . Per ogni moziuone esistono
almeno tre verità che si annullano a vicenda. Non possiamo dire siamo fuori
dalla legalità perché ormai tutto è permesso compreso il contrario di tutto.
Quindi a chi tocca sorvegliare, controllare fsr rispettare le regole ? Al
Prefetto ? Scherziamo ? Sarebbe ingerenza. Al Questore ? Qui non si parla di ordine
pubblico. Alla Corte dei Conti ? Le sue decisionianche se applicate non risolvono le
conseguenze . Allora ?Sono quasi
quattro anni che andiamo avanti con questo vuoto legislativo. Per fortuna non
siamo ai livelli di Misilmeri , ma anche lì presto avremo dieci versioni
diverse che scagionerannole attuali
versioni. Cosa fare dunque ? Iniziamo con ragionare per chi votare alle
prossime elezioni. Quelle recenti stiamo attenti ai candidati. Per quanto
riguarda Marineo se l’attiale Amministrazione non dà (mai) risposte, annotiamo perché
il prossimo turno elettorale ci dovremo ricordare di tutte queste
interpretazioni e atteggiamenti. La storia
è maestra di vita. Ci sono Paesiche
hanno buttato giù dai balconi i loro Amministratori. Quindi il balcone non
serve solo per i comizi ma può avere un uso storico preciso : a questo serve il
voto. Alle video conferenze d’ora in avanti si può rispondere con lo
stesso modo . Intanto non corriamo : noi
usi alla democrazia sappiamo aspettare
una risposta civile perché ci è dovuta.