domenica 15 aprile 2012

CAINO

Caino
Qualcuno crede che i gesti non esaltanti ricadano su chi li fa senza influenzare gli altri. Se è un privato potremmo accettare questo principio, ma se si tratta di rappresentanti, amministratori, personaggi della cultura rifiutiamo questa , ormai consueta abitudine. Ma andiamo in ordine. Già tempo fa ci scusammo con l’allora assessore alla Cultura perché ci esprimemmo in un modo che  invadeva la sua vita privata. Mai visto un simile gesto tranne quando ci scontrammo con il poeta che si esprime al meglio quando tratta di certe espressioni o emanazioni del corpo umano. Ci scusammo i due : mai visto un altro gesto del genere in una società così perfetta come la nostra. Poi altri piccoli casi sino ad un altro recentissimo dove viene coinvolto un (posso) amico, almeno da me stimato per la sua ilarità ,vena artistica e vera capacità. Non avevamo finito di apprezzare il suo lavoro (presentato questa estate) che l’amico cade in una imboscata. Nello stesso tempo si esibisce in un canto un “po’ leggero” che colpisce la nostra sensibilità di cattolici, di bigotti, di moralisti, di ritardati e cose del genere. Tutti tacciono. Qualcuno avvia il recupero insultando il sottoscritto per lesa maestà, per volgarità, per malizia. Qualche amico va oltre: fai schifo sei in malafede. Sempre io. Grazie ma ho le spalle larghe. Tutto si sposta su di me che mi sono permesso di segnalare la cosa… Come  mi permetto? Sono l’unto del Signore  e cretinate del genere. Ultimo episodio. Da anni ormai lotto contro gli autori che vengono a conferenziare a Marineo definendo la nostra comunità “mafiosa” e cose del genere, contro chi davanti il sagrato della nostra chiesa madre  insulta il Papa e la Chiesa. In presenza di ex preti, cattolici comunisti, atei di testa e cose del genere. Spalleggiati dai nostri malati di cultura riformista, di sapere malato, di asserzioni velenose. Sino a quando si discute ci sta bene, ma quando queste cose si spacciano per verità allora ci ribelliamo. Abbiamo invitato  la signora Fiume a non scagliarsi contro la nostra comunità non solo in quanto ospite ma perché ormai i mafiosi si sono auto estinti per cretinaggine e sono ancora tenuti in vita dagli stessi intellettuali che apparentemente, non avendo altri argomenti, li combattono . Debbo ringraziare la signora Fiume e darle atto che il suo intervento è stato chiaro limpido delicato e lineare. Riconosciamo in lei totalmente tutte le cose positive che si dicono su questa  docente – storica -ottima ricercatrice. Non oserò certo io a qualificarla professionalmente. Ma aggiungiamo che vogliamo scusarci se altri interventi che sono stati definiti prolissi (quando mai no) e qualche modo scomposto da osteria della Casa del Popolo davanti a quattro gatti venuti solo per rispetto alla Prof.ssa Fiume. Ci scusiamo se a fine serata è stata abbandonata all’osteria all’angolo venendo meno a quel senso di ospitalità di cui noi marinesi civili andiamo fieri. Questo nostro assessore alla Cultura, che mi si accusa di attaccare sempre, se è stato capace di organizzare, scrivere sul suo blog (con allegati chilometrici) poi non dice una parola lasciando altri (non voglio giudicare il loro intervento)  molto meno adatti. Anziché inviare commenti cretini qualcuno provi ad analizzare i fatti e fare autocritica, cosi come  faccio  io  in ogni occasione. Totus non può offendersi “dopo”, il dottor Benanti la smetta e torni “ degno uomo di cultura”, agli altri non diciamo nulla perché questi “dirigenti” sono là non per meriti ma grazie a degli errori commessi da  altri dirigenti che c’erano prima. A lei , Dott.ssa Fiume non le succederà più di essere abbandonata perché nei mille difetti di noi marinesi non esiste la scortesia. Spero che  ci vorrà onorare un'altra volta e troverà le nostre case aperte .  Ci sentiamo un po’ come il bar Pedrocchi:  senza porte .

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