venerdì 29 giugno 2012

ADDIO AD ALDO !


Nemmeno due ore fa se ne è andato Aldo Calderone. Eravamo coetanei. Frequentavamo lo stesso oratorio. Siamo cresciuti attraversando un adolescenza confusa figlia del dopoguerra. Poi il vento nuovo del Concilio portato da Giovanni 23 ci ha fatto uscire dall’apatia. Gli amici lo chiamavamo “il regista” perché usava allora appiopparti titoli figli di una breve esperienza. Poi fu professore , vicario ma soprattutto negli ultimi anni , mi dice la Pecoraro, anima della nostra biblioteca, fu ricercatore. “Si chiudeva in quella stanzetta e non ne usciva se non con qualche risultato. Te ne accorgevi dal suo sorrisetto”. Quel 1820 lo tormentava. Ci siamo incontrati più volte per “risolvere” il problema legato al suo libro. Era anni che aspettava. “ Vedi ora esce il libro di Ciro su Garibaldi e dopo il mio. Ho rifiutato una veloce pubblicazione perché mi veniva imposta una prefazione che non gradivo.”
Alla fine proposi di stampare il libro a mie spese ma lui ,stringendomi la mano mi disse: "Io sono stato insegnante , sono stato in politica, pubblicarlo a spese dello stato è per me un riconoscimento. Lo stato si occupa di me.” Rimasi stupito. Mondi diversi. Gli  dissi che rischiava di mettere al mondo un libro che nessuno avrebbe letto perché cosi finiscono tutti i libri di questo genere. Non ebbi successo. Il libro ora è pronto ma lui voleva essere in forma al momento della presentazione. Lo avrebbe presentato Ciro Spataro a cui doveva la pubblicazione e a cui era legatissimo politicamente.
Ci parlammo l’ultima volta in occasione del libro della Fiume che più o meno tratta lo stesso argomento e periodo. Gli dissi che il ritardo del suo libro poteva danneggiarlo e lui correttamente mi disse che sapeva del libro della Fiume ma gli argomenti erano diversi. Mi disse anche, molto correttamente, che con la Fiume di erano scambiati documenti dì archivio.
Ora i suoi libri stampati e pronti  fanno da cornice al suo corpo esanime . E’ una scena che avrei voluto non perdere perché morire in casa propria circonadato dai tuoi cari e dalle centinaia di copie del libro che hai tanto amato ti rende il viaggio leggero .
Sposò una mia carissima amica di infanzia Letizia che lo ha assistito assieme ai figli per lungo tempo.”Forse ne sono uscito…” diceva agli amici  per farsi coraggio, dimenticando il detto che "dalla vita si esce solo morendo".
Lessi piccole parti del manoscritto, lo ebbi fra le mani come cosa preziosa perché è storia patria. Ora lo aspetto con interesse perché questo periodo storico è vuoto e scarso di notizie.
Che se ne diano due copie alla biblioteca comunale, un'altra alla biblioteca parrocchiale ed un'altra copia nelle scuole affinché non manchi negli scaffali delle scuole quest’opera frutto del lavoro di un insegnante di prestigio.

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