mercoledì 6 giugno 2012

LE MIE CONDOGLIANZE

Sono loro i nuovi poeti e i nuovi cantastorie. Usano la rima, il ritmo e l'allitterazione istintiva come gli antichi cantastorie. Sono i giocolieri della parola, i mangiafuochi del nuovo vulcano verbale.
Una volta credevo di poter trovare i poeti nei posti che tradizionalmente frequentano. Ho avuto modo di entrare nei cosiddetti ambienti poetici e letterari della Milano intellettualmente colta, e per poco non mi sparavo nei coglioni. I poeti stanno morendo nella loro depressione artistica, la loro poesia è spoglia di qualsiasi barlume di energia e vitalità, la loro poesia non la capisce nessuno, nemmeno coloro che la scrivono. La chiamano avanguardia, la chiamano modernità, ma io vi scorgo solo il nulla che avanza.
L’altra volta espressi la mia solidarietà per una tagliatina di gomme e mi venne rispedita cafonescamante indietro e mi consolai che anche il Consiglio Comunale era stato mandato a Brannu dal nostro elegante e colto Lider massimo. Spero non mi succeda di nuovo con queste condoglianze.
Per quanto mi riguarda forse sono io “quello che ha introdotto” “l’addolorato” negli ambienti intellettuali milanesi. Non vorrei ora pagarne le spese. Il nostro non è nuovo a simili dolori. Sceglie sempre cattivi maestri. Già altre volte glielo dissi. Ma lui vuole appartenere , sa che più soffre più si esalta. Si rifugia e coltiva quattro gatti che lo osannano , ma lo avviliscono. Non sanno nemmeno valutare le sue capacità e godono di espressioni forti che mettono in imbarazzo chi gli si avvicina.
Si nutre ancora di piriti ed escrementi perdendo continuamente il treno della poesia. Ora si è giocata anche Milano , dopo aver perso Corleone forse gli rimane Bolognetta , ma deve aspettare che il suo nuovo sindaco finisca il corso da Ribaudo. Ma cosa ti manca benedetto figliuolo ! Hai già la irrequietezza dei grandi , hai già quel tuo verseggiare che nessuno possiede nella nostra valle, sei una spanna sopra il nostro bazar poetico locale cosa ti vai a cercare a Milano dove la poesia locale è finita come la Merini. La tua delusione, se non è una trappola , mi rattrista . E’ l’immagine dei nostri giovani. Fingono , fingono e ad un certo momento il tappo della a bottiglia salta … Chi è capace va avanti emerge è un piacere vederli, sicuri non arroganti non stronzi, indipendenti sono sempre in piedi con o senza papà, parlano e non si nascondono scappando. L’unica cosa che possiedono è una medaglietta dell’Avis.
Cantaci l’amore, disgraziato !

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