Abbiamo dovuto attendere che lo Scarpulla andasse in
pensione per poter avere fra le mani
questo suo ultimo lavoro. Non ci aspettavamo gran che perché si parlava del solito documento di statistiche sui disagi
delle popolazioni serve di baroni e baronaggi, su chi poteva votare insomma
sulle sofferenze che i nostri avi subivano. A sentir loro peggio dei neri,
degli schiavi di Spartaco , insomma su gente senza alcun diritto. Questo è storia
ormai arcinota e questo tornarci continuamente non migliora la situazione
attuale perché ci sono ancora strascichi proprio dove la sinistra ha dominato
sino ad ieri e che cerca di riportarci indietro.
Ora , mi è venuto in mente il lungo percorso dei
segretari fiorentini che per almeno quattro secoli hanno potuto lasciarci una
mole enorme di documenti proprio perché errano “segretari”. Cioè “dipendenti”
dello stato e quindi con accesso ai documenti. Questa riflessione mi è venuta perché
fra i ringraziamenti non ho trovato lo Stato che ha permesso all’autore l’accesso
a un infinità di documenti , cosa per esempio non sempre ad altri possibile.
Poi non mi è piaciuta la copertina che riporta una
scena campestre (fra l’altro finta) che non ha nulla a che vedere con il
titolo. Impressione che altri mi hanno confermato.
Ora dobbiamo andare a leggerci il libro che colma
una lacuna o meglio un grosso vuoto lasciato da padre Calderone e , appunto
grazie alla opportunità di avere “fra le mani” la vasta documentazione fa
prezioso questo lavoro, peraltro in parte raccolto dallo stesso autore e messo
a disposizione in altri contesti.
Ps stupisce certo provincialismo. Se non passavi da
Silvio forse mai avrei saputo di questo lavoro.Ma !
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