martedì 16 ottobre 2018

SHEMà' MARINEO !


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https://www.youtube.com/watch?v=7K68tdN3fYw&start_radio=1&list=RD7K68tdN3fYw&t=99


Va, pensiero, sull'ali dorate;
Va, ti posa sui clivi, sui colli,
Ove olezzano tepide e molli
L'aure dolci del suolo natal!
Del Giordano le rive saluta,
Di Sïonne[3] le torri atterrate…
Oh mia patria sì bella e perduta!
Oh membranza sì cara e fatal!
Arpa d'or dei fatidici vati,
Perché muta dal salice pendi?
Le memorie nel petto riaccendi,
Ci favella del tempo che fu!
O simile di Solima[4] ai fati
Traggi un suono di crudo lamento,
O t'ispiri il Signore un concento
Che ne infonda al patire virtù!
   

Shemà’ Israel !

 15 ottobre 2018

Asfalto


Non c'è vendemmia che possa inebriarmi
in questo asfalto di città
tutto è asservito ad un veloce presente
che spazza le foglie
senza dargli il tempo di cadere
lentamente sul terreno

Non c'è terreno
ma solo asfalto di città
il germoglio non esplode
gli alberi non arrivano a crescere
il tempo non mette radici
e la memoria resiste soltanto
nelle remote linfe della mia mente

Non ci sono stagioni
in questo asfalto di città
l'orizzonte ha sempre lo stesso colore
non ci sono feste o ricorrenze
ma date di scadenza minacciose
riguardo a un illusorio futuro

Non c'è anima
in questo asfalto di città
il tempo è un susseguirsi di eventi
e tra l'uno e l'altro
alberga solo il vuoto

Ed ora tra le bancarelle di uno street food
mangio per strada
prodotti genuini
figli di un atavica terra
che oggi celebriamo
come i Penati di una nuova era

Noi che come Enea
abbandonammo la città distrutta
piantiamo le tende
nell'Interland della megalopoli
respiriamo il tanfo di letame
proveniente dalle pianure attorno
abbrustoliamo castagne e salamelle
come incenso da offrire
nei templi delle Bio-Divinità

(Ezio Spataro)  WWW.CAVADEIPOETI.BLOGSPOT.COM

Bisogna capire perchè qualcuno si diverte a definire Ezio poeta, cantastorie , affabulatore.
Abbiamo bisogno proprio di titoli ? Forse diamo titoli perchè li presupponiamo per noi.
Questo lamento di Ezio (non è la prima volta) la dice lunga. Io lo vedo come un richiamo ai professionisti della cultura perchè non affrontano il problema : amano perdersi su genti lontane costrette  dal destino a quello che il loro vicino canta in questa drammatica poesia. Mi pare un inno alla vanità di certe femmine arraggiate che si vestono da crocerossine pur non  vedendo le vittime locali. 
Non basta una via (marinesi nel mondo) per accontentare qualche americano , rievocazioni che servono solo a fare palcoscenico...


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