mercoledì 16 marzo 2011

EZIO E IO, ESULI IN CERCA DELLA NOSTRA ITACA

Il mio amico Ezio Spataro, poeta anargiro, azzannato e ora aggiungo paladino, di cui come è giusto conserva ancora un grosso bagaglio di principi, di regole, di ideali. Di ideali che si addicono ad un poeta vero. Un buon poeta sconosce le bugie, condanna le ipocrisie, rifugge ogni e qualsiasi forma di arrivismo. Legge il libro Cuore e predilige Platone e il suo manuale dell’amore. Se poi aggiungete a tutto questo che non fa di mestiere l’ingegnere ma l’emigrante il quadro è completo. Vede l’emigrazione come una condanna ai lavori forzati, alla sofferenza, sottratto a forza dalla sua comunità. Chiede rispetto non comprensione perché si sente derubato di affetti e beni. Qualcuno lo ha allontanato dagli affetti e derubato dei luoghi. Gli manca Brannu, il bar di Ciruzzo, le passeggiate nel corso, i commenti salaci, la presunta santità delle nostre donne, l’ipocrisia di certuni. Pensa che la Pro-loco sia una specie di confraternità composta da vergini al di sopra di ogni deviazione. A Milano si è visto recapitare il calendario dei marinesi nel mondo con allegato bollettino postale. “Questo è il modo di esprimere solidarietà agli emigranti, il modo per fare sentire il calore dei suoi compaesani?” è il suo dispiaciuto commento. A Natale ha fatto stampare 150 libretti di poesie e li ha distribuiti gratuitamente ai compaesani che incontrava per strada. Vero poeta anargiro, senza argento. Io, emigrato da cinquant’anni, non ho mai avuto un calendario della Pro-loco, sia pure con allegato bollettino postale. Feudo del potere di turno, incapaci di produrre nulla di popolare, mai sentito un apprezzamento, capaci di “sgarri” epocali, produttori di gaffe da ultimi della classe. Promotore di una iniziativa (Botteghe d’arte) prima che il paese venisse dichiarato “Città d’arte” ed indegnamente escluso dal mazzo di “arte” che comprende più artigiani di fuori paese che di Marineo. Escludere un teatro considerato “patrimonio inalienabile dell’Umanità” è un gesto barbaro. E se mostri il tuo curriculum ti vengono scagliati contro gli infami che utilizzano vergognose e non corrette notizie che fanno parte della privacy protetta dalla legge, ma a Marineo violata in modo eclatante. Non è sufficiente farsi i fatti propri, è un continuo regolamento di conti. Ezio Spataro se la prende anche con l’amiricanu arrinisciutu, con la baggianata del sogno americano, con certo protagonismo che lo infastidisce. Ovviamente sostenuto da un altro amiricanu meno fortunato in danaro ma con altri interessi e obiettivi. Non sopporta l’ipocrisia, l’adulazione verso gli emigranti danarosi perchè sgancino i bei dollaroni per finanziamenti e opere varie. “Il grande potere di seduzione del denaro. La vera carità avviene nel segreto e non aspira a posti in prima fila”. Ricordo lunghe discussioni estive sull’argomento, commenti condivisi. Non ho mai visto un emigrante americano che non ami farsi onore tornando al suo paese. Ricordo file infinite di ragazzini in Piazza Inglima in coda per prendere un gelato offerto da altro americano e noi a fare la fila due volte scambiandoci la giacca . E’ peccato dare un contributo per realizzare un evento? Persino lo Stato esige che venga esposto il suo simbolo stampato in tutte le locandine quando concede un contributo. E noi pretendiamo falsa riservatezza, modestia e non so cos‘altro ancora. Ezio crede che chi ha avuto successo emigrando debba automaticamente essere in odore di santità. Pretende che chi ha raggiunto un benessere consistente debba vestire il saio. Impossibile fare soldi in santità. Mai visto un impiegato o un lavoratore diventare ricchi con lo stipendio. I tempi moderni non possono prescindere da sponsor o mecenati, sta a noi accettarli o meno. Il prurito pretestuoso ci ricorda quando i poveri comunisti non potevano possedere nemmeno una macchina perché destinati alla sofferenza. De Andrè faceva dire ad un avventore sbalordito ‘…ma tu oste con i soldi che guadagni cosa ti compri se non liquori?”
Caro Ezio, appena trovi una vergine in un bordello avvisami.
Ora è stata nominata una donna a capo della Pro-loco. Non so chi sia, ma mi fido di più delle donne. Rimani dove sei.
Onofrio Sanicola

1 commento:

  1. ABBIAMO RICEVUTO DA EZIO SPATARO.

    Carissimo amico,
    ahhahhahaahhahaha, ancora cerco di trattenere le risate, ripensando al celeberrimo articolo del suo beneamato Guglielmo.
    Ahahahahahahahahhaaa
    Si, sono d'accordo, verso ITACA, ma speriamo di non incontrare i PROCI. Ma caro signor Sanicola, menumali ca mmintaru sti BLOG asinnò comu nni l'aviamu a passari lu tempu??? Nn'addivirtemu pi daveru!!!
    Ora spero solo che qualcuno della PROLOCO non vada a indagare sulle mie bollette
    arretrate per farmela pagare, ahaahahahahah!!
    Grazie per le parole che mi ha dedicato, quasi quasi mi fici sentiri l'eroe dei due mondi (Sicilia e Lomabardia), o megghiu ancora Ulisse, con la differenza ca iddu truvà lu so cani Argo, nuatri quannu turnamu truvamu cani arraggiati! Ahahhahahahaahahah.
    Un abbraccio dal suo compagno di merenda

    Ezio Spataro

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