lunedì 28 marzo 2011

MEGLIO I NOSTRI...

Di sicuro ha retto meglio la “nostra gente”. Gli ospiti-relatori sono stati grossolani. Passeggiavano mentre i colleghi esponevano le loro tesi, telefonavano chiacchieravano. Dal sindaco al presidente del consiglio al moderatore ai nostri due relatori sono stati all’altezza . Siamo sulla strada giusta. Basta risolvere il problema della porta-sbattente e la cronica mania del chiacchiericcio e corretta ancora qualche piccolezza. Ma andiamo in ordine. Il nostro bibliotecario prof . Scarpulla parte deciso e sicuro, terrà la serata in mano con energia. Fa collanti azzeccati brevi ma ottimi. Introduce con sicurezza. Invita Sindaco e Presidente ai saluti e se la cavano ottimamente: sei parole in due lasciando ampio spazio ai relatori. Sette relatori sono troppi. Per fortuna ne manca una che ci salverà non avendo portato i sacchi a pelo con noi. Un gruppetto di giovani regge sino ad un certo punto e vanno ringraziati per non essere andati via anzitempo.
Pippo Oddo tenta di spiegarci “la fame dei ricchi“ nell’accumulare terra e sciorina una quantità di nomi incredibile. Non si salva nemmeno padre Calderone (il cui padre sembra possedesse mezza provincia di Palermo) il cui riferimento ci sembra fuori luogo con il Calderone scrittore. Da qui in poi passeggerà per tutta la sala tenendo piccole conferenze facendo disperare l’addetta al video.
Dare venti minuti a Antonino Di Scalfani è una mortificazione. La sua preparazione di solito è capillare e convincente e sull’argomento “fasci siciliani” è magistrale, ma costringerla in venti minuti di cui ne ha spesi dieci per introdurre il tema. La descrizione della strage è stata meno efficace di altre volte proprio perché l’introduzione era dispersiva. Peccato che i due nostri più grandi studiosi sull’argomento non ci sanno spiegare come si arrivò alla strage. Non è un dettaglio da poco, altrimenti le supposizioni non fanno storia. Roberto Lopes voleva coinvolgerci con l’affondamento della m-n Utopia. Oggi sappiamo chi era l’armatore, chi erano i proprietari, il colore del mare, l’abbigliamento dei passeggeri ma il pathos che aspettavamo da una tragedia simile non c’è stato Non abbiamo capito il messaggio. C’era presente il massimo studioso di emigrazione,Santo Lombino, lasciamo a lui fare il suo mestiere che lo fa bene. Rosario Giuè il più “prof” di tutti : compito riservato (non si è mosso dalla sua sedia un secondo) conciso in modo chirurgico. Peccato non sia stato chiaro su cosa significhi la “laicità della chiesa” e cosa pensa dovesse fare la chiesa davanti al divorzio all’aborto, all’eutanasia. Qualche nostro cattolico locale infatuato di Vaticano II a proprio comodo …ci illumini…Franco Virga ci ha convinto: il suo amore sviscerato per la sofferenza dell’uomo è grande e quando non usa la rabbia può dare lezioni a chiunque. A Dino Paternostro non dobbiamo insegnargli niente. Poteva risparmiarci i soliti slogan da “minculpop” . Ci ricorda tutti questi anni di cretino antiberlusconismo che ha bloccato il paese. Oggi sappiamo che a Formigoni hanno sequestrato migliaia di ettari di terra…Se vogliamo tutte queste cose le stesse persone le hanno già dette molte volte e aspettavamo almeno qualche “aggiornamento” vista la difficoltà di portare nuova gente a questi incontri. Spiace questa sfaccettatura da “congregazione” non un dissenso non un opinione “diversa”. Rincresce l’assenza quasi totale di docenti e insegnanti e si corre il rischio veramente di una riunione di “congregazione di sinistra”. Forse era meglio una “tavola rotonda” anche in senso fisico. Relatori al centro al tavolo e gli ospiti dalla seconda fila in poi.
Il comune fornirà bracieri e coperte.
Onofrio Sanicola

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