martedì 8 marzo 2011

GARIBALDI TOMBEUR DE FEMMES

Tutte pazze per Garibaldi. Conquistate dal mito dell’eroe romantico
e coraggioso cadevano ai suoi piedi popolane e nobildonne

Il gran condottiero, il padre della Patria, il valoroso generale del Risorgimento aveva un gran successo con le donne. Molte persero la testa per lui: nobili e popolane, scrittrici e lavandaie. Tutta colpa dei lunghi capelli color grano, della sua faccia leonina incorniciata da una barba volutamente incolta, del suo sguardo limpido, della sua personalità magnetica. Eppure era di statura modesta, fisico muscoloso ma con gambe corte e storte e, a giudicare dall’andatura, affetto da reumatismi. Idolatrato da mezzo mondo, ma ancorato ai valori della semplicità e della solitudine, era per il gentil sesso l’uomo che incarnava l’eroe forte e generoso e gli si cacciavano volentieri tra le lenzuola senza che perdesse tempo a corteggiarle. Difficile elencarle tutte. La contessa Maria Martini Giovio della Torre, paragonata alla contessa di Castiglione per il suo fascino, lasciò il marito e si propose a Garibaldi come compagna nella gloria e nella sventura Ma il generale non la ricambiò e la contessa tentò il suicidio finendo rinchiusa in manicomio circondata da panni rossi come le tipiche camicie. Molte altre nobildonne furono pazze dell’eroe dei due mondi: da Madame Louise Colet, una poetessa spregiudicata a cui ricordava il Cristo dell’Ultima Cena di Leonardo, ad Anne Isabelle la moglie del poeta Lord Byron finanziatrice della spedizione dei Mille. A Lady Shaftesbury, che voleva una sua ciocca di capelli, il generale rispose che non ne aveva più per l’esagerata richiesta e pregò milady di pazientare che la chioma gli ricrescesse. Esperance Brand, una nobildonna inglese colta e affascinante, lo raggiungeva a ogni sua chiamata, mentre l’eroe avrebbe sposato volentieri Emma Roberts se non fosse stato scoraggiato dalla lussuosa vita londinese della donna. Emma provvide all’educazione di Ricciotti (secondogenito di Garibaldi, ndr) a Londra e fu promotrice di una colletta con cui gli amici inglesi acquistarono l’altra metà di Caprera per farne dono all’amico carico di gloria e di debiti. Gli inglesi avevano un’adorazione per il romantico generale italiano e gliene diedero prova regalandogli perfino un vascello.. Garibaldi aveva infatti comprato una parte dell’isola di Caprera per viverci in solitudine e immerso nella natura. Lì trasferì i figli con la servetta Battistina Ravello, analfabeta, un’amante di serie B, che non sposò mai pur avendogli dato una figlia. Fu poi la volta della scrittrice Speranza Von Schwortz che sbarcò nell’isola con l’intento di conoscere l’uomo di cui tutto il mondo parlava e che gli fu amica preziosa e devota. Antonia Masanella, al secolo Tonina Marinelli di Cervarese Santa Croce in provincia di Padova, questa volta con il marito conquistato anche lui dall’eroe, raggiunse i Mille a Salemi, e combatté al loro fianco travestita da uomo con incredibili coraggio e capacità. Ma le storie importanti furono altre. Ebbe tre mogli ufficiali. Ad Anita Ribeiro de Silva, una bruna alta e prosperosa con profondi occhi neri conosciuta in Brasile, dichiarò senza preamboli: “Tu devi essere mia!” La convinse facilmente dopo lunghe romantiche passeggiate sulla spiaggia. Anita gli insegnò a cavalcare, ricevendone in cambio l’addestramento militare, abbandonò il marito imposto dalla madre per fuggire con l’intrepido condottiero. Alla morte del marito lo sposò nel 1842, diventando la compagna nel periodo più drammatico della sua vita e morì di meningite a vent’otto anni, dopo avergli dato quattro figli. Il generale aveva il vezzo di chiamare i figli con i cognomi di personaggi a lui cari: infatti nacquero Menotti, in ricordo del patriota modenese Ciro Menotti, Ricciotti in memoria di Nicola Ricciotti, fucilato con i fratelli Bandiera nel 1844, Rosina e Teresita. Dopo la morte di Anita frequentò diverse donne alla ricerca della giusta compagna di vita ma, sensibile alle giovinette il generale, ormai avanti negli anni, incappò nella giovane marchesina diciassettenne comasca Giuseppina Raimondi che lo raggirò facendogli credere che il figlio che aspettava fosse suo mentre in realtà, come una lettera anonima rivelò, era di un ufficiale di cavalleria. Garibaldi prontamente la ripudiò nello stesso giorno del matrimonio avvenuto nel 1860. Il bimbo che Giuseppina aspettava nacque morto e il suo vero padre morì in Siberia dopo aver combattuto per la libertà della Polonia. Come compagna scelse Fancesca Armosino, una giovane e robusta contadina analfabeta di origine armena che gli diede tre figli, Clelia, Rosa e Manlio ma che sposò solo quando riuscì ad ottenere dopo vent’anni la sentenza di annullamento del matrimonio con la Raimondi. Francesca Armosino bastone della vecchiaia, Giuseppina Raimondi la ferita più grave, Anita il grande amore.

Mariolina Sardo

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