lunedì 3 settembre 2012

MARINEO COLTA E PRESTIGIOSA


     Quest’anno si temeva che lo svolgimento dell’evento fosse turbato dalla pioggia. In effetti trasferire la gente dalla piazza del Castello di Marineo ogni anno gremita di partecipanti non era una cosa da poco. Ma il risultato era inaspettatamente ottimo grazie al calore, solarità e professionalità soprattutto di due donne (non per niente la parola poesia è al femminile): Pamela Villoresi e Katiuska Falbo. La presentatrice con la sua carica umana di entusiasmo per la poesia ci ha fatto dimenticare il disagio dei rumori, del via e vai della gente, dei telefonini, e ci ha permesso di seguire sia la premiazione che la perfetta recita delle liriche da parte di Lia Rocco. Quanta emozione! Per primo abbiamo sentito opere inedite ed edite in lingua siciliana dove prevaleva la descrizione sia della vita quotidiana che a volte “giganteggia” a volte “a picca a picca si nni va” ma anche il tema del lavoro dei minatori siciliani oppure il ricordo dei bombardamenti che colpirono Palermo nel 1943.      Il primo premio  della sezione opere edite in lingua italiana fu assegnato a Filippo Strumia per la sua raccolta “Pozzanghere”. Nella lirica che è stata letta l’autore “vorrebbe conoscere gli operai delle cave quelli che cavano i nostri pensieri”. Mi piace menzionare anche una poetessa segnalata per la sua opera “La lanterna del labirinto”, Rosa Maria Ancona perché nella sua opera riemerge il tema della donna di ieri e di oggi. Nella Supplica di Penelope rivivono le sofferenze della fatica di un rapporto duraturo fra l’uomo e la donna con le espressioni del tipo: “e s’inceppa il mio filo (e si spezza) nel tessere e ritessere i sogni dorati”.       Dei sogni realizzati ha parlato magistralmente la donna che per la sua lotta “per i diritti civili delle donne  e delle fasce più fragili della società di oggi“ ha vinto il Premio speciale “Città di Marineo”, Pamela Villoresi. Ha descritto il suo dono di saper già da bambina che cosa volesse fare da grande e già a 15 anni ha intrapreso quella strada che ci ha dimostrato come sua per professionalità, pathos e emozione che ha trasmesso.  Della sua carriera di attrice si è scritto e detto abbondantemente ma qui è emerso soprattutto come una persona che ama la poesia e il dialogo interdisciplinare può sentire sua la “sicilitudine” pur essendo toscana.  Quanti nomi famosi: Vittorini, Quasimodo, Sciascia, Pirandello, Ignazio Buttitta, Gesualdo Buffalino per poi recitare in coro la famosa “Apuzza nica” del Meli. Il brano ,preso dalla poesia di Carol Wojtyla, che come lui spiega  “sospinto dalla nostalgia della vita”, ha confermato l’attrazione dell’attrice per la spiritualità a tal punto da fondare il festival internazionale Divinamente Roma e Divinamente New York   “dove teatro, musica danza e religioni si fondono e si confrontano”.  Pamela Villoresi ci confidava la sua passione per la musica ebraica ad esempio e l’emozione che sente sempre quando trasmette la sua identità italiana, o addirittura veneziana con le opere di Goldoni, nel contesto internazionale. Le piace ricordare che il palcoscenico è fatto per la pace ed è giusto che vi si confrontano le varie realtà del mondo.      Vogliamo concludere con le parole introduttive di Monsignor Pippo Randazzo che si domandava se vale la pena di fare tanta fatica nell’organizzare tale evento, nel presentare la poesia e la cultura in genere (vedi anche il bellissimo concerto della vigilia del Premio di Poesia di cui abbiamo già scritto). Sì, vale la pena, anche in questi tempi difficili quando le notizie economiche passano al primo piano e, quando i padri di famiglia devono incatenarsi per far vedere la loro disperazione perché non arriva lo stipendio, quando i bilanci pubblici e privati fanno fatica a quadrare. Non dobbiamo perdere la speranza, la dignità e il rispetto reciproco, dobbiamo nutrire anche la nostra anima non solo il corpo e le nostre radici, la nostra cultura ci aiutano in questo arduo intento.

Marineo, 03.09.2012                                                    Růžena Růžičková

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