venerdì 31 maggio 2013
SPIRAGLI DI LIBERTà DOPO I FATTI DI PIAZZA DEL DUOMO LEGGI IL Gds DI OGGI
E’
chiaro che chi vive di soli consensi alla fine si impicca da solo. Ho
ricevuto tantissimi consensi e complimenti che , ho imparato anch’io, ho
saputo filtrare. Ho cercato qualch’uno fra coloro che dissentono per
chiarire e, perché no?, correggermi. Buio totale ! Io non sono
quell’altro che è il predestinato alla salvezza , non ho il carisma
sanguinolento che ha lui, non ho gli strumenti istituzionali che lui usa
come carta igienica. Non ho trovato uno che mi mostrasse il mio errore,
o che mi spiegasse perché i Puccio meritano gli insulti che hanno avuto
da lui e dalla famiglia. Passioni elettorali ? si….ma. Loro
hanno anche due blog , gestivano il Gds, e infine fare un blog nuovo
non costa niente. A parte gli insulti (loro c’è l’hanno nel dna) mai una
volta che entrano in argomento. Quindi , quasi amici, è inutile
insultarmi , ma provate a spiegarmi perché un cafone possa “costruire “
un accusa infamante sul teatro dei pupi senza dimostrarla e facendo
intendere chissa cosa c’è dietro. E come se io insinuassi che nei
patronati… Solo io so cosa c’è dietro: siamo stufi di prenderla nel culo
! Al primo round davanti la chiesa finalmente abbiamo avuto la prova
che il suo dominio sull’informazione ha avuto un duro colpo. Il nuovo
corrispondente del Gds , non più manipolato da quello che era uno
stimato uomo di cultura, ha registrato i
fatti della serata citando la protesta ,o meglio ribellione, della
gente. Senza fronzoli una cronaca asettica e precisa come doveva essere.
Anche senza prove e contradditorio. Ricordatevi che stiamo parlando di
chi ,anche oggi siè vantato delle sue apparizioni a telekabul
dimenticando di aver censurato Nino Scrò con un gesto tipico di casa
sua. Dopo decine di proclami fasulli finalmente Marineo trasmette
la sua voce. E oggi il Gds rientra fra i giornali leggibili mentre
ancora l’ex Piazza Marineo stenta ancora a pulirsi del fango che si
getta addosso continuando a raccogliere le urine di questo profeta che
usa le istituzioni a suo piacere .
Combattere contro chi si auto autorizza all’uso delle piazze a scorno
degli altri, che sconosce le pur minime regole della democrazia, che
parla di miliardi senza avere un documento alla mano, che istiga i
“suoi” a dialogare con messaggi anonimi infamanti che sparge per il
paese “sicari” (qualche membro del gemellaggio ne sa qualcosa. Vengano a
viso aperto…dicano di cosa mi accusano o vadano a passeggiare alla
rotonda) e che soprattutto quella sinistra a matula, quella sinistra
intellettualoide che copre tutto questo ci deve pur dare una risposta.
Non ci basta suggerire chi ci possa essere dietro Barbaccia mentre noi
sappiamo chi c’è dietro il fatiscente Rigoglioso.
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“Ci vediamo in piazza”. Con questa frase semplice, ma chiara ed inequivocabile si comunica ad un amico che l’incontro avverrà nel solito posto. Questa espressione, però, va oltre il suo significato puramente letterale: indica precisamente che cos’è una piazza. La piazza è il luogo in cui cultura e storia, simboli e tradizioni, rivivono quotidianamente in una forma armonica la cui essenza è possibile rintracciare nell’idea di sicurezza e felicità che una città deve saper offrire ai suoi abitanti. Infatti,quante volte camminando per una città sconosciuta ci siamo improvvisamente fermati, attratti dal fascino misterioso di una piazza e dalle sue architetture e poi ripreso il cammino, quella città, fino allora ignota, è diventata straordinariamente familiare. E quante volte ancora, il ricordo di un viaggio si è fissato su quei luoghi in cui si è sostato a contemplare la vita che vi si svolgeva, le piazze affollate dai turisti, dai fotografi con i loro cavalletti, dai pittori dilettanti piazzati di fronte agli edifici più famosi.Se un turista, appena giunto in un centro abitato piccolo o grande che sia, non sa dove andare, fa due cose: prima di tutto cerca un albergo, poi si dirige verso “la” o “una” piazza. In questo modo troverà sicuramente qualche situazione di suo gradimento. La piazza è dunque prima di ogni altra cosa scena della vita collettiva , di passaggio, di riposo e vi si possono incontrare tutti i generi di persona: il bambino, l’anziano, il ricco, il povero e il senzatetto Vi sono piazze di modeste dimensioni, altre più vaste e altre ancora spropositate, comunque, tutte sono caratterizzate da un monumento, una targa, o una fontana che sono il loro punto focale. Inoltre tutte le piazze sono “luogo della memoria”, tutte hanno una propria storia e racchiudono un mucchio di ricordi. Nell’antichità le piazze erano il luogo dove i dotti e i filosofi impartivano i loro insegnamenti, i giudici istruivano i loro processi e si effettuavano le pubbliche esecuzioni.
RispondiEliminaLe piazze, antica sede di mercati ed il cuore in cui pulsavano tutte le attività socio- economiche e culturali, tuttora accolgono variopinti mercatini, per lo più di frutta, verdura e antiquariato, e ci fanno sentire a nostro agio dandoci la possibilità di incontrare persone diverse ed esprimere liberamente la nostra opinione, adempiendo in tal modo alla funzione per la quale sono nate: creare uno spazio per tutto e tutti.
Io NON dimenticherò MAI quello che è accaduto giorni addietro.
Per quanto mi riguardo provo vergogna per aver partecipato a quella indegna curtigghiasta di famiglia. Ma Lei, caro signore, mi pare che abbia trascurato l'altra faccia della medaglia: la provocazione degli untori. Ospiterei volentieri il suo pensiero per approfondire l'argomento. Grazie
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