Ora a prima vista di materiale umano
non ne manca. Possiamo vantare oltre una dozzina di poeti (quelli che tengono
le poesie in un cassetto…) che avrebbero giustificato un posto al sole in quel
simposio B inventatosi dal Benanti perché l’altro, quello di serie A, era
precluso ai poeti indigeni (se questo non è razzismo). Era come sputare su
Praino, Disclafani (lo trovate tutti i pomeriggi nel corso) e pochi altri. Ora
caduta la precedente Amministrazione ci si aspettava che la nuova abbinasse i
due eventi , visto il taglio culturale che si vuole dare (quattro assessori alla
cultura più il turismo) ripetendo lo sbaglio della precedente che non si è mai
resa conto che la cultura non porta né lavoro né benessere ma solo vanagloria a
chi la cavalca.
Mentre ci avviciniamo all’ennesimo
Simposio (16 Dicembre p.v.) mi sembra giusto spendere due parole su Ezio
Spataro. A turno lo definiamo faccia da sberle o meglio “appena tornu ci rumpu
li ossa” , fuori di testa, “cantastorie in senso dispregiativo, e qui mi fermo perché
i marinesi possono immaginare da se come
usa da noi. Ora senza nulla togliere a figure come la Zuccaro e la Lia , mi
sembra , che io ricordi, che mai avemmo un cantore simile. Basta leggere l’ode
qui sotto per capire come tante cose si possono dire in tanti modi .
Ma questa
mi pare la migliore in assoluto .
Purtroppo a Ezio non è dato , ora,
quello che è di Ezio.
Ps Nell’ode manca il riferimento a Belmonte Menzagno.
E con Belmonte Menzagno il cerchio si chiude attorno a Marineo. Ora aspettiamo
l’ode di Ezio Spataro !
Tra campi alluvionati
il figlio della Milicia
raccoglie i gigli fangosi
di un orgoglio abusivo
Della tav, della tap,
del muos o della nato
lui bellamente se ne fotte
il paladino dell'immobile sanato
si alza le mura di notte e notte
Beccato a impastare cemento
nelle contrade di Casteldaccia
si rincorre lui colpevole
lui illuso dell'eterna bonaccia
Ora quel suo pragmatismo edile
straripa in un'arena che non c'è
in un gilettismo da dito puntato
che fa eco al torrente esondato
Ma non c'è onta ne offesa
o caduta di immagine
per questa terra di manciatura
che si gloria della sua cultura
Alto-borghesi della Palermo Orlandiana
un pò Rotary Club un pò pacchiana
sempre, notte e giorno
promossero la cultura della pasta afforno
Senza furia e senza epos
quegli Orlandi biliosi
allestirono i cantieri culturali
nella capitale mondiale dell'Amat
quando ad aspettare l'autobussu
ci andava veramente di lussu
perchè nella città dove non si corre
si poteva confutare il tutto scorre
nulla scorre ma tutto si asciuga
nulla si lecca se non è sarda o acciuga
il fango tra Palermo e Casteldaccia
si asciugherà col ritorno della bonaccia
E cosa dire di Cefala Diana o Monreale
di impiegati beccati al bar Centrale
non bastano alluvioni o temporali
a spaventare gli impiegati comunali
pur avendo un lavoro chiederanno la
luna
e nelle slot tenteranno maggior fortuna
andranno a prendere i figli a scuola
e che dire...sarà tutto fango che cola
(Ezio Spataro) 14 novembre 2018
e nelle slot tenteranno maggior fortuna
andranno a prendere i figli a scuola
e che dire...sarà tutto fango che cola
(Ezio Spataro) 14 novembre 2018
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