sabato 17 novembre 2018

FANGO CHE COLA


Ora a prima vista di materiale umano non ne manca. Possiamo vantare oltre una dozzina di poeti (quelli che tengono le poesie in un cassetto…) che avrebbero giustificato un posto al sole in quel simposio B inventatosi dal Benanti perché l’altro, quello di serie A, era precluso ai poeti indigeni (se questo non è razzismo). Era come sputare su Praino, Disclafani (lo trovate tutti i pomeriggi nel corso) e pochi altri. Ora caduta la precedente Amministrazione ci si aspettava che la nuova abbinasse i due eventi , visto il taglio culturale che si vuole dare (quattro assessori alla cultura più il turismo) ripetendo lo sbaglio della precedente che non si è mai resa conto che la cultura non porta né lavoro né benessere ma solo vanagloria a chi la cavalca.
Mentre ci avviciniamo all’ennesimo Simposio (16 Dicembre p.v.) mi sembra giusto spendere due parole su Ezio Spataro. A turno lo definiamo faccia da sberle o meglio “appena tornu ci rumpu li ossa” , fuori di testa, “cantastorie in senso dispregiativo, e qui mi fermo perché i marinesi  possono immaginare da se come usa da noi. Ora senza nulla togliere a figure come la Zuccaro e la Lia , mi sembra , che io ricordi, che mai avemmo un cantore simile. Basta leggere l’ode qui sotto per capire come tante cose si possono dire in tanti modi . 
Ma questa mi pare la migliore in assoluto .
Purtroppo a Ezio non è dato , ora, quello che è di Ezio.
Ps  Nell’ode manca il riferimento a Belmonte Menzagno. E con Belmonte Menzagno il cerchio si chiude attorno a Marineo. Ora aspettiamo l’ode di Ezio Spataro !  


Tra campi alluvionati
il figlio della Milicia
raccoglie i gigli fangosi
di un orgoglio abusivo

Della tav, della tap,
del muos o della nato
lui bellamente se ne fotte
il paladino dell'immobile sanato
si alza le mura di notte e notte

Beccato a impastare cemento
nelle contrade di Casteldaccia
si rincorre lui colpevole
lui illuso dell'eterna bonaccia

Ora quel suo pragmatismo edile
straripa in un'arena che non c'è
in un gilettismo da dito puntato
che fa eco al torrente esondato

Ma non c'è onta ne offesa
o caduta di immagine
per questa terra di manciatura
che si gloria della sua cultura

Alto-borghesi della Palermo Orlandiana
un pò Rotary Club un pò pacchiana
sempre, notte e giorno
promossero la cultura della pasta afforno

Senza furia e senza epos
quegli Orlandi biliosi
allestirono i cantieri culturali
nella capitale mondiale dell'Amat

quando ad aspettare l'autobussu
ci andava veramente di lussu
perchè nella città dove non si corre
si poteva confutare il tutto scorre

nulla scorre ma tutto si asciuga
nulla si lecca se non è sarda o acciuga
il fango tra Palermo e Casteldaccia
si asciugherà col ritorno della bonaccia

E cosa dire di Cefala Diana o Monreale
di impiegati beccati al bar Centrale
non bastano alluvioni o temporali
a spaventare gli impiegati comunali

pur avendo un lavoro chiederanno la luna
e nelle slot tenteranno maggior fortuna
andranno a prendere i figli a scuola
e che dire...sarà tutto fango che cola

(Ezio Spataro)   14 novembre 2018

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