venerdì 29 luglio 2011

L'UOMO CHE AMAVA I CAVALLI

Trovata la tomba di colui che ama i cavalli
FILIPPO
Si Sapeva dove doveva trovarsi ma non la si trovava. La cercavano nella cosiddetta “collina dei morti” ed invece era nel martyrion della chiesetta (recentemente venuta alla luce)che si trova a 50 metri di distanza,dove lo cercavano, nel luogo stesso dove subì il martirio sotto Domiziano crocifisso a testa in giù là nella romana Frigia. Quel poco che sappiamo di lui fanno un apostolo di primo piano . Decideva con Pietro, frequentava Giacomo l’immaginario fratello di Gesù , oggetto di una recente polemica scaturita dal termine “fratello”. Sicuramente gli insegnamenti del Battista ne hanno accentuato il carattere e lo si nota dalle domande che pone a Gesù. Scettico come Tommaso.E’ una scoperta che premia il D’Andria l’archeologo italiano che da anni lavora sul sito di Hierapolis (Pamukkale- Turchia). Siamo ancora nell’ambiente e atmosfera “della Bibbia aveva ragione”.
San Filippo Apostolo
Palestina, I secolo d.C.
Filippo, nato a Betsaida, fu tra i primi ad essere chiamato da Gesù. Spesso confuso con il diacono Filippo, al di là delle notizie forniteci dal quarto Vangelo, la tradizione e su di lui non è sempre concorde. Sicuramente evangelizzò, sotto Domiziano, la Frigia, dove sembra sia morto crocifisso a testa in giù.
Etimologia: Filippo = che ama i cavalli, dal greco
Emblema: Croce, Pani e pesci
Martirologio Romano: Festa dei santi Filippo e Giacomo, Apostoli. Filippo, nato a Betsaida come Pietro e Andrea e divenuto discepolo di Giovanni Battista, fu chiamato dal Signore perché lo seguisse; Giacomo, figlio di Alfeo, detto il Giusto, ritenuto dai Latini fratello del Signore, resse per primo la Chiesa di Gerusalemme e, durante la controversia sulla circoncisione, aderì alla proposta di Pietro di non imporre quell’antico giogo ai discepoli convertiti dal paganesimo, coronando, infine, il suo apostolato con il martirio. Due apostoli festeggiati insieme: Filippo e Giacomo. Due galilei che hanno trovato "colui del quale hanno scritto Mosè e i Profeti". E’ con queste parole che Filippo conduce a Gesù l’accigliato Natanaele (Bartolomeo) così diffidente verso quelli di Nazaret. Filippo è appena citato nei Vangeli di Matteo, Marco e Luca. Giovanni lo presenta per la prima volta mentre fa il conto di quanto costerebbe sfamare la turba che è al seguito di Gesù (6,57). E, più tardi, quando accompagna Gesù, dopo l’ingresso in Gerusalemme, alcuni “Greci” venuti per la Pasqua: quasi certamente “proseliti” dell’ebraismo, di origine pagana (12,21 ss.). Nell’ultima cena, Filippo è uno di quelli che rivolgono domande ansiose a Gesù. Gli dice: "Signore, mostraci il Padre e ci basta", attirandosi dapprima un rilievo malinconico: "Da tanto tempo sono con voi, e tu non mi hai ancora conosciuto, Filippo?". E poi arriva, a lui e a tutti, il pieno chiarimento: "Chi ha visto me, ha visto il Padre".
Dopo l’Ascensione di Gesù, troviamo Filippo con gli altri apostoli e i primi fedeli, allorché viene nominato Mattia al posto del traditore Giuda (Atti degli apostoli, cap. 1). Poi non si sa più nulla di lui.

Nessun commento:

Posta un commento