domenica 4 maggio 2014

Jan Patočka : “Socrate di Praga”



Anche lui ha trovato casa nel giardino dei giusti
Il mondo filosofico di Milano si è di nuovo interessato ad un personaggio del dissenso ceco, portavoce della Carta 77 insieme a Václav Havel,il professor Jan Patočka. Un giovane filosofo e traduttore, Francesco Tava, ha presentato il suo libro: “Il rischio della libertà” Etica, fenomenologia e politica in Jan Patočka, ed. Mimesis,14.
   Ma chi è stato Jan Patočka? Nasce nell’anno 1907 in Boemia e viene definito come “il maggior esponente del pensiero fenomenologico dell’Est europeo”. Nei suoi studi si è occupato anche di Comenio (Jan Amos Komenský). All’origine ha studiato la filologia slava e romanza ma poi si è dedicato soprattutto alla filosofia e ha avuto come insegnanti personaggi famosi come Edmund Husserl e Martin Heidegger. La loro fenomenologia è stata però da lui elaborata e si può riassumere in una sua frase: “il soggetto fa parte del fenomeno mondo”, infatti Jan Patočka fu coinvolto nella situazione storica cecoslovacca diverse volte. Nel 1939 insegna all’università ceca quando Hitler la chiude,  Patočka deve lavorare come operaio. Nello stesso tempo prepara i testi per i futuri studenti. Nel 1945 torna ad insegnare nell’Università Carlo di Praga ma con le prime purghe degli anni ’50 viene di nuovo allontanato. Rivive lo stesso destino nel 1968 quando torna ad insegnare alla prestigiosa università ma solo fino al 1972, l’anno in cui fu mandato prematuramente in pensione. Non è d’accordo con l’intervento militare del Patto di Varsavia e  si inventa “i seminari di Patocka” convocando gruppi di studenti  della sua università casa per casa per non essere controllati dal sistema, dove lui plasma il pensiero di molti dissidenti e personaggi di rilievo della vita cecoslovacca. Nell’anno 1977 nasce un movimento per i diritti civili che chiede al governo di rispettare le libertà scritte nella costituzione ed esprime le sue idee nel documento conosciuto come Charta 77. Jan Patočka insieme a Václav Havel sono autori del testo e diventano i portavoce del movimento. Il futuro presidente della Cecoslovacchia viene imprigionato mentre Patočka subisce numerosi interrogatori che gli diventano fatali: muore in seguito alle percosse nel 1977.

  A Milano, al Centro ceco, dove ha avuto luogo la presentazione del libro di Francesco Tava, si è molto parlato di fenomenologia, sono intervenuti i professori Amedeo Vigorelli e Laura Boella insieme all’autore del libro. Sono esperti della tradizione filosofica milanese ma avevamo impressione che non potevano conoscere bene la situazione cecoslovacca perché non l’hanno vissuta. Ci è sembrato che così Jan Patočka non è stato presentato in modo completo. Speriamo di cambiare l’opinione dopo la lettura del libro “Il rischio della libertà” Etica, fenomenologia, politica in Jan Patočka.

Milano, 03.05.2014                                                                                                                                          

Růžena Růžičková

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