giovedì 23 agosto 2012

DUE GIORNI DA LEONI



 L’appuntamento è al bivio Bolognetta. Da lì ci spostiamo a li Vagni dopo aver posteggiato mi sento chiamare ad alta voce: Sanicola da dove spunti ! E’ Abbate Salvatore uno degli otto magnifici Cavalieri della squadra Li Vagni. Da li a poco si uniranno tutti glia altri. Saluti e abbracci a non finire. Ricordiamo vecchi tempi legati al luogo. Una voce delicata mi chiama salutandomi cordialmente. Mi giro e mi trovo una squisita signora dagli occhi penetranti. Forse è una degli ultimi acquisti perché lei vede la mia perplessità e mi precisa anch’io sono di Marineo per questo la conosco. Conosco il marito: una persona cordiale e di rara professionalità. Rosalia Moscarelli  ci invita ad entrare in ufficio dove Carlo Costa ci fa una lunga premessa per poi farci accomodare nella sala delle vasche. Circondato da tutti i colleghi in servizio inizia una esposizione sul luogo da far rabbrividire i vari professoroni che si sono occupati del luogo. Dalla scritta cufica che avvolge i due lati a dettagli che nessuno aveva notato prima. Si passa dalla temperatura della sorgente, alla riserva naturale che circonda il luogo. Animali insospettabili dal barbagianni  alle tracce che lascia. La signora Rosalia non è da meno e si inserisce con rara competenza. Due ore a ritmo serrato : mai visti dipendenti regionali così preparati e innamorati del loro lavoro. Marte Giuseppina, che conosco da tempo, Marrone Antonino, Di salvo Giuseppe, Lavoro Nicolò, Staropoli Maria compongono la squadra. Si rispolverano ricordi di quando facevamo veramente il bagno a 38 gradi divisi per sesso o età dal lenzuolo bianco con mamme e papà fuori dalla sala a fare guardia a mogli a adolescenti a nonne piene di pudore. Questo angolo che sembra abbandonato è una meravigliosa isola unica in Europa. Vorrei dire fuori dal turismo di massa chi passa guarda senza sapere o capire cosa ha visto. I miei ospiti sono ammutoliti. Il dottor Piero Melodia , capo delle risorse umane dell’ospedale Humanitas di Rozzano-Milano con la signora Natascia, una delle più esperte in ricerche demografiche e di mercato italiane. Lui è l’angelo custode delle decine di  marinesi  che hanno avuto bisogno del suo ospedale. Lasciamo malvolentieri Li Vagni fra arrivederci e saluti per gli assenti. L’obiettivo principale è Licata sede del più prestigioso ristorante d’Italia. Ci fermiamo a Lercara Friddi per il pranzo ma Al Fagiano sono di matrimonio e solo grazie alla nostra insistenza “spuntiniamo” qualcosa. 

Destinazione Agrigento. Già vista mille volte ma sempre diversamente. Amet appena mi vede mi benedice come fanno i pii musulmani. Ci siamo conosciuti a Casablanca quando andavo davanti il macello dei cammelli a “consolare”  le vittime che emettevano una specie di canto che veniva sentito a distanza dai cammelli e rispondevano con versi decifrabili sono da noi. Amet come me interpretava quei canti. Amet oggi ha un minibus in area scavi e porta i turisti in cambio di 3 euro facendo la spola fra i due templi maggiori. Sanicola, ti lascio davanti il tempio della Concordia, attraversi la strada ed entri nell’altra zona archeologica dopo aver passato le catacombe bizantine, latine greche e cosi via. Ti rimane da vedere i telamoni e le tre colonne di Castore e Polluce . Le migliaia di massi sparsi ovunque dal terremoto, dai cartaginesi per non parlare di greci romani ecc. ci vuole troppo tempo per capirci qualcosa. Appena finito con altre 3 euro ci imbarca e con il suo veicolo ci riporta al posteggio augurandoci che Dio vegli su entrambi. Arriviamo alla Piccola Caracas altra isola nel cuore della vecchia Licata dove una signora e un signore d’altri tempi in un ambiente modernissimo ci danno le chiavi delle stanze per soli 35 euro a notte. Stanze ampie pulitissime che ti invitano a fermarti almeno per una settimana. Sanno che siamo diretti alla Madia. Ci guarda con rispetto convinti che abbiamo un conto in banca enorme. E’ impossibile descrivere la cucina e l’ambiente di questo locale. Piatti che necessitano una descrizione dettagliata dal Maitre e dallo Chef. Siamo ospiti e gustare queste “creazioni” ti senti in un altro mondo. Ogni piatto ha dei complicatissimi abbinamenti frutto del sapiente uso di cereali, frutti rari, e rarissime salse. Offenderei lo Chef se osassi descriverli. I vini ad una temperatura perfetta dai nomi mai sentiti prima, da gusto e retrogusto non traducibili. Vi consiglio di risparmiare almeno 100 euro a testa e correre a Licata alla Madia. La mattina mentre ancora discutiamo sulle portate corriamo sulla Agrigento Palermo malgrado qualche sprovveduto dell’Anas tenta di imbrogliarci portandoci sulla Caltanissetta fra infiniti lavori e di lì sulla autostrada Catania Palermo: cioè due ora in più. Obiettivo Piana degli Albanesi con i suoi riti e la sua cultura. Da qui in poi siamo nelle mani di organizzatori marziani. La Metropoleos di Piana apre dopo le 5 del pomeriggio il duomo di Monreale chiude alle 6. No comment. Corriamo per il pranzo Al San Giovanni dopo il ponte a destra. Segnalare questo ristorante è un grosso rischio. Se vi si riversano “gli invasori” addio rarità. In tutta la zona nel raggio di cento chilometri non esiste locale che può arrivare al 30 per cento del San Giovanni. Poi devi saper attendere perché lì nulla e pronto nemmeno l’insalata. Vi consiglio di farvi riconoscere e diventare familiare perché Don Vincenzo e la toscanissima signora con figli e familiari esercitano una professione che per loro è un arte. Ci sarebbe voluta una camera per la pennica … Saliamo su sino ad un sacrario. Questo luogo che la sinistra si è appropriata è di tutti. Qui la stupidità umana ha raggiunto il massimo dei suoi vertici ! Per anni la chiave di lettura era: mandanti e banditi. Quando quel primo maggio mandanti più cretini degli esecutori spararono sulla gente non scossero solo le coscienze di una parte ma unirono tutte le genti in un grido di dolore. Perché non esiste uomo che può condividere un gesto simile e se esiste fa parte del genere animale. Il silenzio è terribile , quei sassi uno per uno hanno accolto il sangue di martiri.
Scendiamo verso Monreale lasciamo gli amici in albergo delusi dagli strani orari di un paese che si ostina a non credere nel turismo e torniamo a Marineo. Domani è un altro giorno e si vedrà   ...

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