Su un blog locale, a cui non possiamo riconoscere il dono della
sintesi, viene citato l’anniversario prossimo (1513) della princeps del
Principe di Nicolò Macchiavelli, segretario fiorentino. Sono rimasto sorpreso
che la nostra città potesse essere interessata a simili eventi che sino ad oggi
avevo ritenuto noti ai soliti frequentatori degli “orti virgani”. Quella decina
di adepti che seguendo un vangelo asettico e superato gravano in quell’area che
tendono ancora a dominare: la cultura del risaputo. In questi orti navigano
giovani non formati, ex preti, medici non soddisfatti e maestrine non valutate,
e intellettuali arroccati in fotocopia. La cosa mi ha portato alla mente l’episodio
svoltosi nel nostro “meraviglioso castello” (appellativo insulso e squallido)
quando uno studioso locale di Sant’Agostino non seppe distinguere le opere di
Sant’Agostino con gli studi sulla vita del Santo. Spalleggiato dal nostro
massimo studioso del Tolstoj si
sentirono toccati lanciando improperi e insulti verso chi tanto AVEVA OSATO. Ho
iniziato gli studi e le ricerche sul Macchiavelli in anni giovanili passando
dagli scritti alla sua biografia. La sua vita (come quella di Sant‘ Agostino)
mi appassionò talmente che mentre del segretario fiorentino posseggo quasi
tutte le edizioni dal ‘500 in poi di
Sant’Agostino (la sua biografia e le edizioni sono scarne e poche) né posseggo
poche e quelle fondamentali, ma con lui ho avuto frequenti incontri a Pavia
(…in ciel d’oro) a Milano (dove sotto il sagrato esiste il “suo” battistero”) o
ad Annaba in Algeria (quando negli anni 70 scarpinavo nella sua diocesi).
Senza conoscere l’uomo non si può capire la sua opera.
In tutte le fasi dopo il cinquecento migliaia di “pensatori “ hanno
“sentenziato” sul Macchiavelli e questo “ritorno” è la riprova che qualsiasi
cosa si scriva su di lui “tira”. Dopo il Ridolfi (vedi le sue ricerche sul
Principe) è rimasto ben poco da scrivere. Le sue intuizioni sono un capolavoro
degne dello stesso Machiavelli e mai confutate. Ho passato cinquantanni a cercare i testi (edizioni ) originali per
conoscere il più possibile il Niccolò di Bernardo Macchiavelli. Ogni volta che
acquisivo una nuova edizione sia cinquecentina (‘600, ‘700, ‘800, 900…)
l’emozione era grandissima ed ancora oggi spesso le estraggo dalla libreria e
le consulto commosso. Dalla edizione Italia a quella del Cambiagi, alla
Testina, alla recente (1950) portatile della Mondatori che stavano comodamente
nelle mie tasche a destra e sinistra . Poi
mi fermai perché dovetti riconoscere che
le edizioni moderne sono ben fatte aggiornate precise e complete delle ultime
ricerche e che soprattutto sono edizioni di pochi euro che ti permettono di
mettere appunti e annotazioni. Il Principe ha affascinato tutti ma pochi lo
hanno letto e studiato: Macchiavelli è un fotografo dell’animo del politico. Se
impari subito la sua lingua e una volta capito diventi suo interlocutore.
Condividiamo con voi alcune edizioni consultabili in redazione.
Nessun commento:
Posta un commento