Dai nostri ricordi di scuola abbiamo sempre
abbinato questa città a questa data: il famoso l’editto di Milano che ha
sancito la libertà religiosa anche ai cristiani. Nel 2013 Milano festeggia Costantino il Grande con una mostra dedicata
completamente a lui e durante la
Settimana di preghiere per l’unità dei cristiani,, che si è da
poco conclusa (dal 18.01. al 25.01.) si
sono incontrati i rappresentanti degli ortodossi, dei protestanti e dei
cattolici per confrontarsi sulla svolta costantiniana. Per primo ha parlato l’arciprete ortodosso
Viorel Ionita che ha fatto un panorama storico dell’epoca. Ha ricordato tutta
la politica di Costantino verso i cristiani che già con Le Lettere a Licinio ,
prima dell’Edito di Milano, andò oltre alla semplice tolleranza. Grazie a lui ci
furono due religioni di Stato: quella pagana e quella cristiana. Per gli
ortodossi quindi Costantino il grande, il primo imperatore cristiano è
considerato santo insieme agli apostoli perché completò la loro missione. Non
era un uomo senza peccati ma ha contribuito straordinariamente alla diffusione
del Vangelo. L’anno 2013 per loro è
l’anno dell’omaggio ai santi Costantino e sua madre Elena. L’esempio di
Costantino è, secondo l’arciprete Viorel, di grande attualità nel dialogo
interreligioso: tutti i credenti devono avere la libertà di praticare la loro
fede, di pregare e di operare per il bene di tutti. I protestanti sono stati rappresentati dalla
pastora valdese Letizia Tomassone che ha ricordato che a Milano esiste un
Consiglio delle Chiese cristiane, forse uno dei primi in Italia, che si adopera
per la conoscenza e il rispetto reciproco per arrivare un giorno, con l’aiuto
di Dio, all’unità. Dopo questa
introduzione anche la pastora è tornata al periodo storico di Costantino e
parlava dell’Impero che si è servito della religione. Ha spiegato come nacque
una versione del cristianesimo che ha visto il papa come l’unico interlocutore
credibile dell’imperatore. Secondo lei venivano meno le chiese locali, la
moralità personale e la lotta per la giustizia. In molti casi anche gli uomini
della Chiesa si sono adeguati alla morale corrente, un esempio per tutti, la Chiesa è diventata
maschilista. La Chiesa
avrebbe perso il carattere profetico a scapito delle soddisfazioni
personali. Ma oggi c’è un altro Impero,
quello del potere finanziario e l’oratrice si è chiesta di quale religione ha
bisogno l’Impero in cui viviamo. Anche oggi molti si adeguano alla corrente che
vede nella prosperità e nell’utilità quasi delle divinità. L’Impero di oggi può
essere fronteggiato solo dai legami di solidarietà, dove le comunità hanno una
funzione profetica, che denunciano le disuguaglianze e i mali di oggi ma
aiutano anche a ritrovare il senso della vita con la speranza di mettere in
comune i tesori che abbiamo. Nella Chiesa cattolica c’è stato 50 anni fa il
Concilio Vaticano II, molto apprezzato anche dai protestanti. ”Scommettiamo su
ciò che ci ha aperto, vediamo la differenza come un valore e concentriamoci sui
compiti comuni: la ricerca della giustizia, della dignità della vita della
gente senza il lavoro, lo sforzo di non lasciarsi dominare dal denaro e dalla
mentalità corrente”, ha concluso la pastora valdese. Per ultimo ha parlato una teologa
cattolica Maria Cristina Bartolomei che ha sottolineato che il volto della
Chiesa cambiò con l’Editto di Milano e ancora oggi ne portiamo l’eredità. In
quel momento storico prevalse la contaminazione del potere sopra la purezza
dell’ origine del cristianesimo. Anche se la relatrice non vuole negare le
conseguenze negative, mette però in guardia contro il disprezzo dell’Editto di
Costantino come tale e sottolinea solo il suo cattivo uso. Secondo lei bisogna
vedere le luci e le ombre di quel periodo. E’ vero che la Chiesa ha perso la sua
indipendenza dal potere, anzi poco dopo nacque il potere temporale del papa che
dal servizio durante le invasioni barbariche diventò una struttura mentale. Ma
in quei secoli il cristianesimo ha potuto diffondersi nel sociale, nacque il monachesimo
– una grande risposta spirituale, si è sviluppato il linguaggio liturgico e la
dimensione del sacro in genere. Nello
stesso tempo però l’esempio
dell’Imperatore che metteva accento sull’IO è penetrato anche nella Chiesa, la
struttura dell’Impero ha contagiato la Chiesa. Per questo la Chiesa cattolica e tutte le
altre Chiese, hanno bisogno di convertirsi, tornare alle origini e alla fonte
della Chiesa primitiva e lasciarsi guidare dall’unica luce che è Gesù Cristo.
C’è già una coscienza dell’unità, una tensione verso il ritorno alla tolleranza
nei riguardi degli altri culti. ”Tutti sentiamo come gravi e dolorose le
divisioni ma possiamo lavorare insieme anche se non facciamo la comunione allo
stesso calice” disse la relatrice. Ha auspicato una sorta di ospitalità fra le
Chiese cristiane per scambiarsi i tesori che ogni Chiesa possiede e vedere
nella diversità un dono, chiedere perdono per i peccati tragici del passato e
trovare delle posizioni diverse dal trionfalismo, dall’intolleranza e dalla prepotenza.
Insieme le Chiese non dovrebbero “istallarsi nella storia” ma vivere proiettate
verso il futuro escatologico, quello promesso da Dio. In tutti i campi ci vuole
la conversione, anche nel rapporto fra la Chiesa e il potere. Il male c’è ma la Chiesa è il popolo di Dio e
Lui disse che “le forze del male non vinceranno”. Gesù Cristo ha dato la sua
vita per tutta l’umanità e così ci ha dato anche un esempio. Tutti i cristiani,
che portano il suo nome dovrebbero seguirlo anche con propri dubbi, sbagli e peccati
ma con la tensione verso il bene. Come ha fatto forse Costantino il Grande.
Růžena Růžičková
Costantino nel 296 si trovava in Egitto assieme a Diocleziano (il macellaio dei cristiani ) e pochi anni dopo (303) sempre in Egitto veniva "sagrificato" il nostro San Ciro. Nulla esclude che i due si siano incontrati certo erano in Egitto entrambi negli anni 90 . Bastavano solo dieci anni (editto di Costantino) e San Ciro l'avrebbe scampata, sarebbe morto di vecchiaia e noi ci saremmo evitate gratuite suppposizioni .
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