Ad entrare nella mia camera , condivisa piacevolmente con un triestino, ti
sembrava di entrare in quelle cripte piene di ex voto , santini, rosari e
medagliette, cuori d’argento e quant’altro. Spiccava la tipica classica
immagine di San Ciro , quella che riproduce la maiolica di corso dei mille
magistralmente descritta da Saro Daidone . Poi santini di tutte le dimensioni
mischiate in mezzo a analisi mediche, cardiogrammi, ricette e radiografie
tridimensionali. Domani sarò dimesso e mi spiace abbandonare i compagni di
coronarie che per una settimana ci siano affratellati cercando di capire chi
sarebbe morto prima. Il compagno di ospedale rompe le regole perché gli confidi
tutto di te e al secondo giorno l’uno corregge l’altro “perché ieri non me
l’avevi raccontata cosi”.
Guidato dal diabete 2 finisco da un cardiologo anzi da una cardiologa della
mutua. Questi “medici a caso “ giù da noi sono insofferenti, si sentono obbligati
a curarti, pensano che non lo meriti e che lui è medico della mutua immeritatamente.
Soprattutto i cardiologi. Chi ti tocca ti tocca ! La mia dottoressa “per caso”,
che la mutua di Milano mi assegna è giovane e subito diffido perché una
bellezza cosi non può corrispondere ad “una banale cardiologa della mutua”. Ti
fa abbassare lo sguardo e rimani nel dubbio se i suoi due occhi sono dello
stesso colore o uno verde e l’altro azzurro o marrone. Ci vuole un quarto d’ora
per riprendermi perché lei mi stende sul lettino e inizia il suo lavoro
sussurrandomi domande audaci . “Ha problemi al cuore ? E da quanto ? Si
affatica spesso ? E’ stressato ? “ E cosi via sino a quando smetto di
rispondere perché ho un nodo alla gola. “Conclusioni:paziente ad elevato rischio cardiovascolare… utile per
stratificazione del rischio…”. Il referto parla chiaro, ma questa frase di chiusura la leggo quando sono a
casa perché ancora infatuato … Metto sossopra mezza Milano sino a quando
corrompo, con complimenti, una centralinista che alle 20,30 mi mette in
contatto con la dottoressa.” Cioe lei mi manda via con il rischio che fra
mezzora nel metrò mi venga una sincope secca !” la discussione finisce con
l’appuntamento che ci siamo dati per il dopodomani con l’esame color doppler e
il test da sforzo. Ora posso morire tranquillo. Questi esami non è facile
farli, devi aspettare mesi. Decidiamo di fare subito quello sotto sforzo che ad
un certo punto la dottoressa sospende e mi manda a casa senza troppe
spiegazioni. Quando ci reincontriamo mi
dice che è riuscita a prenotare certi esami alla medicina nucleare al San Paolo
fra 15 giorni circa perché si è consultata con altri due colleghi e la
decisione è stata presa in urgenza collegialmente. Mi
rifiuto di andare in altro ospedale dove Lei non esercita e dopo tira e molla
accetto perché anche mi incuriosisce la storia della medicina nucleare. Ti
iniettano una medicina nucleare nel sangue per evidenziare non so cosa ma “stia
lontano dalle partorienti e dai bambini”
come fossi un appestato. Due giorni da clandestino. Mi rifanno il test
da sforzo e qui interviene san Giorgio che mi affida a Laura una dottoressa di
pari bellezza di Francesca che mi incita come se fossimo al Giro d’Italia. “Dai
Sanicola non mollare pedala, spingi ci
siamo quasi, devi tenere l’andatura mi grida”, sudo sto crollando e lei a spronarmi perché “dobbiamo fare un esame perfetto”. Sono
confuso. Ma tutti questi sono parenti o medici a pagamento. No sono della
mutua. Sono circa le undici del mattino , mi rimandano a casa e fuori ci sono
35 gradi e prendere due metrò ed un bus più due pezzi a piedi è un altro test
sottosforzo. “Tutto a posto ? “ Mi grida mio figlio trascinandosi sulle
stampelle coadiuvanti di un fortissimo slogamento dovuto al tennis che gli ha
procurato l’ingessamento del piede sinistro . Constatato che non è in cinta né
è bambino mi sdraio per rilassarmi quando suona il cellulare che accertato chi
sia l’interlocutore mi intima di rientrare immediatamente in ospedale per
essere ricoverato. Non mi spavento facilmente perché a differenza di molti
altri ho chiaramente chiaro che sono a disposizione di Dio in qualsiasi
momento. Per dirla in gergo medico “sono reperibile”. Vi risparmio quasi tutti
i dettagli tranne uno: sia a mio figlio che all’ospedale impongo il
silenzio:nessuno deve sapere niente sino…a decesso avvenuto e a tumulazione
eseguita ! Non voglio né spaventare né incuriosire ! Con l’aiuto di un geniale manuale e con un chirurgo creativo (autore dello
stesso manuale) vengo a sapere cosa mi succederà da quel momento in poi. Steso
comodamente, legato braccio e gamba spogliato rasato quasi ovunque con tre
monitor davanti e con uno spiker d’eccezione mi viene introdotto nella arteria
un cavo di circa un metro (chiamiamola telecamera) che il monitor mi mostra
come un serpente che scivola alla ricerca di cosa,credo sanno già. Sono stato
anestetizzato solo nel braccio e sino a quando il chirurgo non dice “allora
vuole prima le brutte o le buone notizie”. Vada con le brutte… “delle tre
arterie due sono perfette, la terza voleva ancora qualche ora per stenderla
definitivamente… mentre il cuore è perfetto, procedo a inserire il palloncino
per allargare l’arteria nel punto semiotturato e a innestare due serventi (stent)
atti allo scopo, rifaccio ancora un giro e fra mezzora lei torna in camera”.Ci
sono dieci assistenti in sala operatoria e decine di monitor, almeno una
ventina in corsia. Cioè questo reparto è composto da un centinaio di persone
per curare in rotazione una cinquantina
di degenti ,10 per volta. Alla faccia della mutua. Ne avessi incontrato uno
scortese, scorbutico, stressato, villano. In camera ad attendermi c’è San Ciro
con un camice bianco immacolato e le sue infermiere (Eudossia e le altre). Una
ha capelli lunghissimi in coda di cavallo che le arrivano al ginocchio, la
dottoressa di turno mi parla della fortuna che ho avuto ed io indicandogli San
Ciro rispondo : tutto calcolato.
Ora debbo affrontare la privacy. In questi giorni, via cellulare, ho
aggiornato mia moglie che funge da badante ai nipotini in vacanza. Sono tutti
sparsi per il mondo ed io a Milano per una serie di controlli.”E’ una settimana
che ti “cunnulii” fra dottoresse e analisi, quando vieni qui. Non è che la sera
vai per taverne con quel losco sindacalista ? Era un rimprovero … ma io lo
presi come un ritorno alla vita normale . Forse avevo risparmiato ai miei una
preoccupazione e la voce di mia moglie era la mia migliore realtà per il futuro. La mia preoccupazione che avendo altri messo le mani sul mio cuore apportasse cambiamenti era subito sparita.
Carissimo, invano ieri sera ho tentato di telefonarTi, per informarti che ieri
RispondiEliminamattina sono andato a parcheggiare la mia autovettura al Passetto e ho visto
un tizio che bussava alla Tua porta, mi sono avvicinato per informarLo della Tua
assenza, e con mia meraviglia mi sono accorto che era San Ciro che era venuto
a cercarTi perchè in pensiero che da tanto tempo non lo prendeVi in giro ed
inoltre era offeso perchè per il Tuo problema di salute ti eri rivolto a San
Giorgio e non a Lui in quanto medico. Comunque mi ha assicurato che
nonostante tutto Lui ha fatto quello che era giusto fare, per cui ti aspetta, assieme a
Tua moglie, alla processione del 18 agosto p.v.-
Tantissimi auguri
A parte il fatto che non ho mai preso in giro San Ciro e che sconosco le doti traumaturgiche (si dice cosi ?) di San Giorgio. Non amo certi bigotti e presumo di tradurre il pensiero di San Ciro , ma le posso assicurare che sto imparando a difendermi da certa ipocrisia che si trasmette addirittura di padre in figlio.
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