giovedì 28 luglio 2016

NUOVO CINEMA PARADISO


Le stagioni divengono ubertose fanciulle che si muovono nel nuvoloso mattino, negli infocati meriggi, nell’esplosione di profumi e colori così come nel brumoso ed umido sottobosco autunnale.
Ci vorrebbe Nuccio Benanti per scoprire se si tratta di un copia-incolla o se l’autore è uno di quei specialisti o meglio “critici d’arte” che quello che scrivono non lo capiscono solo loro  (1)

Tali figure allegoriche fanno corona ad un recalcitrante Narciso che estasiato di sé, continua a rimirarsi nelle acque di un lago, indifferente alla bellezza che lo circonda, refrattario al respiro di una natura che con i suoi cicli di vita-morte-vita scandisce  i tempi del creato e dell’uomo, anche quando questi è troppo occupato a compiacersi  della sua grandezza ed onnipotenza.

Non è chiaro di chi stiamo parlando ! Forse l’autore ha  fatto una riflessione autobiografica…

Per buona sorte, però, ci sono altri uomini, a cui il film rende omaggio, che rischiano la propria vita per difendere il respiro vitale del bosco consapevoli che senza quegli alberi e tutti gli esseri che li popolano la nostra esistenza sarebbe più povera.

Questi circa “ottantamila” altri uomini che rischiano la vita a noi sembra rischino più il posto …  Come si dice al nord ogni “albero in Sicilia” ha un forestale  che lo sorveglia. Siamo nella fase della santificazione “di gruppo” di una categoria che ancora produce “piromani” , ma ancora non produce né eroi né isola gli incendiari interni. Se considerate il costo di questi ottantamila “la nostra esistenza sarebbe meno povera”.

1)Alla fine degli anni cinquanta eravamo seduti davanti l’allora circolo Omnia e vedendomi girare con i libri di Padre Calderone come Schlimann girava con Omero (sic) Ciro Guastella (il cugino dell’attuale) mi chiese a bruciapelo il significato della parola “ubertoso” che corrispondeva ad una delle prime parole che accompagnavano la Montagnola all’inizio del testo del Calderone. Non ci volle molto a capire che sconoscevo il significato e lui, che era anche un uomo di cultura molto preparato, mi disse “fertile, produttivo ecc.” . Di li a poco giungeva Vincenzo Tusa da noi invitato a Marineo per darci credibilità in una comunità che non è molto dissimile di quella di oggi.

Ora l’uso del termine rivolto a delle fanciulle mi lascia perplesso perché per me “fanciulle fertili (addirittura ubertose)” ha un chiaro significato boccaccesco e incontrarle nel bosco della Ficuzza può significare che questo bosco fra tutte le meraviglie che nasconde e di cui il filmato citato descrive magistralmente è l’unica cosa chiara di una descrizione più inarrivabile che incomprensibile.

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