Grande fermento
ieri pomeriggio nel cortile della Villa Filangeri di Villafrati e pubblico
delle grandi occasioni. Atmosfera frizzante – come l’arietta che tirava fredda
e pungente – con incontri e reincontri, abbracci e strette di mano, sorrisi e rilassante
allegria.
Si realizzava un
sogno di tanti: l’inaugurazione del MUSEO DELLE SPARTENZE dell’area di Rocca
Busambra nato tanti anni fa nella mente e nel cuore di Francesco Carbone e
voluto dall’Amministrazione Comunale di Villafrati con il preciso intento del
coinvolgimento di tanti paesi del circondario: Marineo, Bolognetta, Baucina,
Ciminna, Campofelice di Fitalia, Corleone, Godrano, Mezzoiuso, Prizzi, Vicari ,
Ventimiglia di Sicilia ed appunto Villafrati.
Fra i tantissimi
convenuti, provenienti appunto da tutti i paesi sopra citati e da Palermo e
Messina si respirava una non comune aria di complicità e soddisfazione:
ciascuno “sentiva propria “ quella iniziatriva che prendeva corpo; ciascuno
sentiva “suo” quel museo; tanti, tutti, sono certo che hanno sentito dentro di
loro la presenza di qualcosa oggi divenuto merce rara: un elemento dalla forte
valenza identificante.
A partire dal
nome dato al museo: il Museo delle Spartenze appunto: un Museo delle Migrazioni
che si aggiungeva ai tanti ormai presenti nel territorio siciliano ma che nel
nome richiamava la figura indimenticabile di Tommaso Bordonaro, emigrante
bolognettese che aveva commosso chi aveva letto il suo diario e che aveva fatto
toccare con mano la realtà dell’emigrazione.
Ho una certezza
assoluta: tutti gli intervenuti avranno avuto parenti vicini e lontani che
hanno lasciato la terra di Sicilia; tutti avranno avuto la sensazione di
rendere onore alla memoria dei loro congiunti: mai come ieri pomeriggio ho
avuto la certezza che la forza misteriosa che la Memoria riesce a sprigionare è
capace di fare riflettere e prendere coscienza di quanto ”è stato”, di “quanto
è” e di “quanto sarà”nella vita di ciascuno di noi. Diceva Sant’Agostino
infatti che : “La memoria è il passato nel presente, e nel presente, è
l’anticipazione del futuro”.
“Memoria e non
ricordo” ha sottolineato ieri sera Leoluca
Orlando in un suo intervento efficacissimo; che, se il
ricordo è attimo fuggente, la memoria è meccanismo generatore di coscienza.
Erano presenti
tanti immigrati che ormai fanno parte delle nostre comunità ed una parte
dellìesposizione museale era dedicata a loro, ai loro viaggi, ai loro arrivi,
al loro inserimento ed anche ai loro naufragi.
Noi siciliani,
popolo di emigrati, oramai conviviamo con chi si sta trovando nelle condizioni
in cui noi e tantissime altre persone dell’Europa sin sono trovate all’inizio e
per buona parte del secolo scorso.
Senza pensare
poi ai nostri tantissimi figli, nipoti, cugini, parenti ed amici – giovanissimi
e spessissimo laureati –che hanno lasciato e continuano a lasciare la propria
terra e trovano lavoro all’estero.
Quanti spunti ed
occasioni di riflessione offre l’inaugurazione di un Museo dell’emigrazione…
Franco Vitali