Monreale,
17 marzo 2019 – Inchieste giudiziarie, dissesto finanziario, competenze
amministrative, alleanze, dissidi interni a Forza Italia, gestione
Capizzi. Tanti i temi affrontati nel corso della “passeggiata” con
Salvino Caputo, candidato sindaco alle amministrative 2019 nel comune di
Monreale.61
anni, sposato, due figli, avvocato, ex sindaco di Monreale ed ex
deputato regionale, Caputo nasce politicamente con Alleanza Nazionale,
per poi passare attraverso il Popolo delle Libertà, fino ad approdare,
seppur per poco tempo, alla Lega di Matteo Salvini. Oggi svolge
l’attività politica con un suo movimento, “Orgoglio Siciliano”. In
questi giorni la sua fotografia è apparsa su tutti i giornali dell’isola
in seguito alla conclusione dell’indagine della Procura di Termini
Imerese relativa ad una maxi inchiesta che lo vede coinvolto (assieme ad
altri 95 soggetti) per presunti favori fatti in cambio di voti. Il
riferimento sono le elezioni regionali e le amministrative di Termini
Imerese del 2017. “L’intervista
– chiediamo a Caputo – non può che cominciare da questo tema attuale,
chiedendole una riflessione sull’opportunità della sua candidatura,
tenendo conto anche di una vecchia condanna per abuso d’ufficio, già
scontata, che Le comportò una temporanea interdizione dai pubblici
uffici”. R:
“Un’interdizione durata un anno, poi estinta con riabilitazione, per
avere dimostrato nel corso dei 5 anni di avere avuto una condotta
regolare.Invece
l’indagine della Procura di Termini Imerese comportò un provvedimento
restrittivo poi annullato dal Tribunale del Riesame di Palermo. Anche il
successivo ricorso venne annullato da due sezioni della Corte di
Cassazione. Il Tribunale della Libertà ha accertato che non c’erano
gravi indizi di colpevolezza. C’è una dinamica processuale ed è giusto
che vada avanti. Guardiamo al processo con grande fiducia. Ho reso un
interrogatorio per dimostrare la mia piena estraneità ai fatti. C’è una
richiesta di conclusione delle indagini. Chiederemo di essere
interrogati per chiarire una vicenda che comunque non ha attinenza con
le elezioni comunali di Monreale. Mi sorprende il fatto che un’indagine
nata due anni fa, che aveva una proiezione temporale lunga, se
consideriamo che era stata chiesta recentemente (a febbraio, ndr) una
proroga delle indagini di altri 6 mesi, improvvisamente si riaccende con
una coincidenza temporale con la mia candidatura. Grande fiducia nella
magistratura, ma i tempi sono molto singolari”. D: Cosa ha da offrire Salvino Caputo a Monreale? R:
La mia grande esperienza. Nel ’94, quando sono stato eletto sindaco,
gli autobus non arrivavano a Monreale, i dipendenti comunali non
prendevano gli stipendi, alcuni mobili preziosi della stanza del sindaco
erano stati pignorati. La ditta non forniva il cloro per l’acqua
potabile. Anche in quegli anni l’assessorato agli Enti Locali aveva
avviato un’indagine per il dissesto, che poi abbiamo dimostrato che si
poteva superare. Neanche allora Monreale era un comune florido, c’era
una situazione delicata, ma siamo riusciti a non fare dichiarare il
dissesto finanziario dell’ente. D:
Ed invece il comune di Monreale oggi è stato dichiarato in dissesto
finanziario. Tra le cause principali c’è la voragine economica creata
dall’ATO, un ente nato durante la sua sindacatura. Non sente di avere
precise responsabilità sul dissesto della città? R:
Assolutamente. Monreale non andava dissestato. Si tratta di debiti che
risalgono a vari decenni fa. Ogni amministrazione ha ereditato debiti
precedenti, e li ha affrontati senza per questo andare in dissesto. D: Il dissesto è quindi responsabilità dell’amministrazione Capizzi? R:
No. Ricade temporalmente nell’amministrazione Capizzi, ma, leggendo la
relazione della Corte dei Conti, si può comprendere come c’erano gli
elementi per non dichiarare il dissesto. C’è stata una cattiva
interlocuzione tra la Corte dei Conti, l’amministrazione comunale e gli
uffici finanziari, che rappresentavano alla Corte dei Conti una
situazione diversa da quella nota ai magistrati contabili. D: Come giudica quindi l’operato del Segretario Generale del comune di Monreale, la dott.ssa Domenica Ficano? R:
Negativo. Se l’amministrazione, d’intesa con gli uffici finanziari e
con la segreteria generale, avesse avuto un rapporto più corretto e
preciso con la Corte dei Conti, avremmo evitato il dissesto. D: Lei è stato per due anni vicesindaco dell’amministrazione di Matteo, che risultati ha portato allora? R:
Abbiamo risolto la questione AMAT, rafforzato i rapporti con i comuni,
siamo intervenuti per migliorare il livello culturale della città.
Monreale non ha mai avuto uno stato di degrado come oggi. C’è una grave
crisi economico finanziaria, i negozi vanno chiudendo, i turisti
diminuiscono. D: Ma Esistono ancora oggi emergenze che neanche allora Lei aveva risolto, come la situazione annosa dei tassisti. R:
Già allora avevamo avviato una interlocuzione con il Comune di Palermo,
incontrando il vicesindaco di Palermo e i sindacati dei tassisti. C’è
un problema atavico che attiene ad una presunta concorrenza con i
tassisti monrealesi. Oggi abbiamo avviato le interlocuzioni con
l’amministrazione regionale di centro destra. Ho già preso appuntamento
con l’assessore ai trasporti e i tassisti monrealesi così da trovare una
soluzione e garantire ai nostri tassisti gli stessi diritti di quelli
palermitani. D:
Un tema da Lei toccato è la crisi del commercio. I commercianti di
ortofrutta, ad esempio, pagano la concorrenza spietata degli ambulanti
che ambulanti non sono e del mercato contadino dove operano pochi
contadini. Che soluzioni propone? R:
I commercianti pagano lo scotto di questa amministrazione che non ha
saputo regolamentare lo sviluppo di Monreale. Manca un piano
artigianale, un piano commerciale, un’area industriale, manca il piano
regolatore. Si tratta di dotare il comune di un piano commerciale per
regolamentare le aree per gli ambulanti e per i commercianti con posto
fisso. Così da evitare questa concorrenza.D: Non si vince da soli. Con chi correrà? R:
Abbiamo due liste civiche e quella di Forza Italia che mi sostengono.
Anche i dirigenti di Fratelli d’Italia stanno lavorando per un accordo
politico. D:
L’appoggio di Forza Italia ha creato trambusti interni al gruppo
consiliare. Il consigliere Angelo Venturella ha criticato la scelta del
partito di accogliere il consigliere Giorgio Rincione che avrebbe
partecipato a pochissime sedute in consiglio comunale, e solo per votare
atti presentati dall’amministrazione Capizzi. R:
È una dialettica tutta interna al partito di Forza Italia dentro la
quale non mi compete entrare. Forza Italia è un partito di centro
destra, che non poteva sostenere altri che un esponente di quest’area.
Venturella, da consigliere di FI, avrebbe dovuto aderire alle scelte del
partito. Ricordo inoltre che Rincione è stato tra i fondatori di Forza
Italia, e a Monreale è stato mio vicesindaco sempre in quota Forza
Italia.: Quindi non la imbarazza che abbia votato atti presentati dall’amministrazione Capizzi? R:
Il consigliere Rincione ha affermato di essere all’opposizione di
Capizzi. Ha votato a favore di delibere ma perché erano nell’interesse
della città, così come ha votato contro delibere che non erano
nell’interesse della città. D: Con quali forze politiche presenti in questa consultazione è disponibile ad aprire un dialogo? R:
Ho buoni rapporti personali con tutti i candidati. Non c’è una
preclusione per nessuno. Parlare adesso di alleanze in fase di
ballottaggio è prematuro. E comunque si tratta di alleanze che non
potranno nascere soltanto sulla base di un mero calcolo elettorale, ma
soltanto se ci sarà una condivisione di programmi. Il progetto politico
presentato ai cittadini non può essere ribaltato. D: Aperto ad un dialogo eventuale anche con la Lega? R:
Le frizioni con la Lega sono state immediate, senza una profonda
riflessione, dettate da una situazione di natura mediatica. Anche con
alcuni vertici del partito ho mantenuto ottimi rapporti personali. Ma è
chiaro che con la lega si è chiuso un capitolo. D: Si candiderà anche come consigliere comunale? R: L’ho sempre fatto in tutte le consultazioni, per una forma di rispetto nei confronti della lista che mi esprime.
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