venerdì 19 aprile 2019

GIOVEDI SANTO A MARINEO



Con grande interesse e curiosità ho accettato l’invito di una mia amica a partecipare ai riti di giovedì santo al Collegio. La chiesa era particolarmente piena perché “gli apostoli” ai quali il sacerdote ha lavato i piedi erano  ragazzini e quindi è venuta a vederli tutta la famiglia, i genitori, gli zii e i nonni. Temevo una sorta di spettacolo e invece mi sono trovata fra la gente che ha partecipato sinceramente alla cerimonia e anche i ragazzi erano guidati con tatto e semplicità. Mi ha coinvolto in particolar modo il coro che cantava bene e con entusiasmo . Il sacerdote ha spiegato molto bene il significato del Triduo pasquale e della tradizione.
Sì, la parola tradizione mi suonava in testa tutto il tempo perché io ne sono stata privata. Da ragazza non ho mai partecipato ad una cerimonia che fosse accompagnata da una tale atmosfera. Nell’ateismo imposto dallo Stato erano permesse solo le cerimonie ‘necessarie’ come la santa messa e le cerimonie del triduo pasquale erano più semplici possibile. Inoltre essere cattolici praticanti era sì permesso ma portavano le conseguenze che andavano dalla prigione alla perdita del posto di lavoro o l’impossibilità di studio per i figli. Aumentava il numero degli atei non per convinzione ma per paura e poi la seconda generazione era quasi tutta atea nel senso che non sapeva niente di Dio, non che lo negasse.
Auguro a questi ragazzini che oggi erano protagonisti di avere dei modelli nei loro familiari perché così potranno decidere da soli se credere o no quando saranno adolescenti e non disdegneranno il grande dono della fede. Saranno aiutati anche dalla tradizione nel miglior senso della parola.

Marineo, 18 aprile 2019

Růžena Růžičková

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