lunedì 4 aprile 2011

SIGNORI, QUI SI SCRIVE LA STORIA

Si arriva alla spicciolata e subito Il prof. Scarpulla ci intrattiene sui significati della mostra in una sala del museo. Parole già sentite in questa “gara” del 150° anniversario. Non c’ è tempo per i dettagli perché tutti siamo venuti per l’evento editoriale dell’anno. Ci trasferiamo “nella splendida e meravigliosa sala” del castello(sic). Non occorre fare silenzio perché subito lo Scarpulla lascia i panni di “guida” e veste quelli dello storico. Tre interventi precisi mai noiosi, relatori preparati. Il pubblico meritava e ascoltava attento e interessato. Dopo il dottor Aquila e il dottor Paterna (puntigliosi) tocca alla prof.ssa Rampolla. Commovente la sua rievocazione con lunghi passaggi personali (il pino nel giardino, i detti del pro zio, i ricordi dei ricordi). Infine Ciro Spataro. Ci è piaciuto l’uomo . Avvezzo alle folle alle piazze, alla politica , qui avevamo davanti l’uomo spogliato dalla politica che mostra le sue emozioni. E’ stato il miglior Ciro Spataro degli ultimi anni. Ora il suo lavoro dovrà essere analizzato e commentato ma di positivo c’è il fatto di aver fatto rivivere , di aver dato voce di aver riportato fra noi un “marinese” doc. Caparbio e irriducibile ci sembra questo Antonino Salerno con le sue contraddizioni, umiliazioni e orgoglio. Riscoprire i dettagli del passaggio di Giuseppe Garibaldi da Marineo colma una lacuna e chiarisce una pagina della nostra storia . Spiace questa spasmodica ricerca del negativo, delle cose che non andavano, dei difetti del Risorgimento. Ci si dimentica che una simile rivoluzione rimane in ogni caso un'incompiuta e tocca alle future generazioni completarla.
Andiamo a leggerci il libro .

5 commenti:

  1. Stupisce , nell'era del "in tempo reale" come il "Giornale di Sicilia" pubblica la notizia del libro di Ciro Spataro . Quattro giorni dopo. Forse perchè non hanno più un corrispondente da Marineo o è lo stesso corrispondente a filtrare le notizie. Ormai fanno notizia, stupri, morti sgozzati, rapine e uteri prestati o in affitto.
    Complimenti !

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  2. Caro Sig. Sanicola,
    …..capisco la sua amicizia con Ciro Spataro, ed è giusto che lei la preservi. Io purtroppo non riesco a vedere il Ciro Spataro uomo, distaccato dal politico che per decenni ha governato Marineo, gestendo il potere con i suoi amici democristiani andreottiani. Forse lei in quegli anni Marineo la vedeva col cannocchiale, ma le posso dire che questi allegri compari se la sono cantata e suonata per decenni. Lui era solo un pupo nelle mani di un puparo che veniva a Marineo per fargli vincere le elezioni. E purtoppo uno dei motivi per cui tanti giovani si trovano costretti a lasciare la propria terra, è anche colpa loro, perchè non hanno governato due anni, ma decenni. Mi dispiace ma Ciro Spataro dovrebbe scrivere la storia di queste cose, cioè le cose davvero determinanti, non sulle cose marginali. Con l'affetto e la stima di sempre
    Lettera firmata

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  3. Già in altra occasione risposi a qualcuno che più o meno diceva le stesse cose. Lei è libero di pensarla come vuole. Non nutrivo molta simpatia né per i democristiani né per i comunisti. Penso al nostro paese come era ridotto nel dopoguerra e non mi sento di crocifiggere totalmente quella classe politica come non mi sento di condannare comunisti e sindacalisti che si sono battuti a fianco della classe operaia . Viviamo in una delle più grandi democrazie . Il malcostume politico è universale ma qui da noi è particolare. Accusare qualcuno di essere l’origine-causa dei nostri mali mi sembra semplicistico. Ci serve sempre un colpevole. Non sarei mai andato al Nord perché anch’io ho pagato un prezzo in affetti altissimo. Ma oggi dire questo significa dimenticare la mobilità che ci permette di vivere decorosamente in attesa di soluzioni più accettabili. Non serve scrivere la storia di questi anni. Prendiamo il positivo che abbiamo ottenuto .Ma dire che Ciro Spataro fu causa di emigrazione mi sembra una corbelleria. Non lo vedo nei panni di reclutatore di schiavi da esportare. E poi me lo lasci dire … cosa c’entra tutto questo con un saggio su Garibaldi ? Si decida scelga fra Suvarita e Brannu. Per me e lo stesso . La dispenso dal comunicarmi la sua scelta. S.o.

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  4. il poeta delle cacate fuori rinale6 aprile 2011 alle ore 15:59

    Magari fosse esistita una democrazia ispirata veramente al cristianesimo, magari ci fossero stati dei comunisti veramente cristiani. In fondo Cristianesimo e Comunismo credono nella stessa cosa: gli ultimi saranno i primi.
    Questa frase non sarebbe venuta in mente nemmeno a Marx. Per non parlare della frase: è più facile che un cammello passi per la cruna di una ago, ecc, ecc...
    Si è vero Ciro Spataro non è il colpevole, i colpevoli sono quelli che hanno inventato il mito, quelli che lo hanno usato per darsi un immagine. Cosa c'entra il saggio su garibaldi?
    Nulla e tutto! Io sono in guerra con il mio paese, perchè sono lontano, se fossi vicino dovrei vivere in una pace forzata. Anche a me piacerebbe starmene nel mio paese a scrivere libri magari su Napoleone a Marineo, e invece devo stare lontano dal castello, dai libri, da Brannu, dalla Suvarita. E mi chiedo che senso abbia tutto questo, e allora mi piace fantasticare su Garibaldi, sui suoi piriti, anche io mi scrivo i miei libri, mi faccio le mie presentazioni, entro nel mio castello.
    Ognuno si arrangia come può a scrivere i libri della sua vita. Si è vero, Ciro Spataro non c'entra niente. La mia è stata una cacata fora du rinali. Per anni mi sono fatte le mie cacate a Brannu, all'aria aperta, e adesso non riesco a centrare il rinale, le mie cacate adesso sono fuori rinale.

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  5. “Nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio del 2010 per le strade di Palermo sciamano centinaia di motorini con a bordo uomini, donne, ragazzi che sventolano bandiere e intonano cori da stadio. Si festeggia una vittoria alla Champions League? No, la gente esulta perchè ha vinto un posto da precario per altri 3 anni alla Regione e la possibilità che il proprio assegno mensile passi da 600 a 800 euro al mese. Non è un granché ma i 3.500 avventizi hanno conquistato la sala di attesa che consente di mettersi in fila per ottenere un posto fisso nel Palazzo di Bengodi. E Mamma Regione non li abbandonerà più. “
    L’episodio è riportato nel coraggioso libro inchiesta La zavorra – sprechi e privilegi nello Stato libero di Sicilia che i cronisti parlamentari (siciliani)di Repubblica, Enrico del Mercato ed Emanuele Lauria hanno pubblicato in questi giorni per la casa editrice Laterza, da noi recensito nel dicembre 2010.

    Caro amico, come vede facendo una eccezione ho pubblicato interamente la sua lettera anche se il suo linguaggio non è il nostro. Noi non ci sentiamo giudici ma siamo molto interessati alla nostra storia soprattutto locale. Quella contemporanea e recentissima è ancora da filtrare. Siamo vissuti 150 anni ignorando i fatti e i personaggi del nostro paese figuriamoci quanta obiettività avremmo per i tempi più recenti. Non mi porto odio di classe e di parte dietro, l’invidia e il rancore non mi sfiorano. Non provo odio verso chi ti insulta , chi ti vuol far passare per copia-incolla, o per chi “pubblica” messaggi cretini per una presunta libertà . Se fosse passato l’aborto per intero oggi avremmo un sacco di cretini in meno, ma pesano sempre di meno : sono jene di carta . Le mie preghiere vanno ,già scritto, per le loro madri, mogli, figli, fratelli.
    Credo che dopo aver letto la premessa Lei rimarrà a Milano a servire i padroni di là coccolandosi la sua libertà. Poi , ad anticorpi acquisiti, torni subito qui , lo aspettiamo. s.o.

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