giovedì 17 gennaio 2013

ARBERESHE



Oggi 17 gennaio ricorre l’anniversario della morte di Giorgio Castriota avvenuta il 17 gennaio del 1468. Marineo non aveva ancora le sue prime 100 case “bolognesi” e nemmeno i suoi vicini di lingua arbëreshë   (albanese) . Fu proprio la morte del Castriota a motivare questo esodo semi biblico  dall’Epiro verso il nostro sud Italia . Scomparso questo “difensore della fede”  molti albanesi preferirono emigrare che assoggettarsi all’impero turko degli ottomani. Un personaggio storico forte soprattutto se si considera l’Albania un piccolo paese montuoso. Vinse tutte le battaglie che lo contrapposero ai turki del tempo, che lo consideravano un traditore. Allevato appunto da loro a Costantinopoli, educato alle arti militari fra i giannizzeri  divenne maestro nella strategia della guerriglia. E’ considerato l’eroe nazionale dell’Albania e di tutte le genti di lingua arbëreshë (Piana degli Albanesi, Contessa Entellina, Santa Cristina, Mezzojuso …..). Unico ostacolo alla invasione dei turki in difesa della cristianità che , morto lui dovette affrontare tre date fondamentali: 1526 con l’assedio di Vienna, 1571 con la battaglia di Lepanto, 1686 con la definitiva Battaglia di Vienna. 

E’ parzialmente paragonabile ad un personaggio epico sia come eroe che per una parte della sua storia personale. Guerrino il Meschino di Durazzo, figlio di uno dei Paladini di Carlo Magno al tempo dell’Aspromonte. Entrambi albanesi , entrambi nemici giurati dei turki. Per il Guerino Andrea da Barberino costruisce una storia che la nostra gente per secoli ha amato come fosse vera e che solo dopo   otto secoli si è concretizzata in Giorgio Castriota noto come Skandeberg bey . Quest’anno  nel percorso storico-popolare che è iniziato con il saggio su Pirro (vedi Il Guglielmo n.8)  verranno presentati il Guerrin Meschino di Durazzo di Andrea da Barberino (1410) e più avanti Skandeberg  in omaggio alle nostre comunità arbëreshë.

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