A noi sempliciotti e populisti non è dato sapere (all’antica) cosa ha portato
Nino Cangemi a mettere assieme Ciro Spataro con il suo vecchio antagonista per
presentare la sua eccellente ultima opera. Sono scelte che sconcertano perché noi,
quelli predetti, siamo fermi al diavolo e l’acqua santa. Mentre le pruderie
moderate smaniano per farsi vedere sullo stesso tavolo diavoli e mezzi preti, i
non moderati se ne infischiano di regole e guai a pensare ad un loro incontro “invitando
“ lo Spataro, che ai loro occhi rimane “l’eterno nemico”. Mi stupisce l’amico “inglese”
Nino Cangemi (inglese per humor) che abbia scelto il meno sarcastico e
spiritoso dei nostri emergenti il quale rischia di trasformare la serata… in
tristezza. Questo ospite non ama nemmeno gli scherzi essendo perennemente in
lutto per le sorti prima del mondo poi dell’Europa e quindi dell’Italia per giungere infine in Sicilia
per poi non dire una parola sui risultati elettorali marinesi dove non si
comprende il suo silenzio: se da vincitore o da eliminato. Ora il Comunicato
Stampa del comune , asettico e impersonale , non fa giustizia al Cangemi , ma
ci offre la possibilità di scoprire se il nostro “maestro di poeti” sa sorridere
di più dell’inventore dei premi di poesia di cui è proprietario a vita. A prima
vista può
sembrare,la nostra, una posizione critica e di dissenso, ma assicuro i lettori
che sono uno di quelli che hanno gioito nel vedere il Ribaudo, padre padrone di trecento elettori non so quanto giovani e forti, cambiare il suo
linguaggio (non ho notizie sulle gesta…) al punto che quando Berlusconi si è
fatto fotografare con l’agnellino ho creduto fosse il Ribaudo e non un lupo
travestito da agnello… Cosi come questo
nostro mancato giudice in poesia vederlo allo stesso tavolo dello Spataro mi
sono detto : questa non è opera del Cangemi ma di San Ciro e quindi collegabile
a….
Dopo la “resa” di questo Papa alla qualsiasi, speravo
che qualcuno interpretasse le ultime elezioni. E speravo proprio che questo “amico
a tempo” , creatore di comitati cittadini alla bolscevica ,di non iscritti ma
di schedati, a rischio "censura e cancellazione" (vero Benanti ? , ma perchè continui a suicidarti !) ci tenesse aggiornati sugli brogli , malefatte, corruzioni , abusi
, compravendite. Cosi ancora non è stato , ma per fortuna arriva Antonino
Cangemi a parlarci dell’amore nel paese dove l’amore non si sa come sia inteso
: o meglio cosa include o esclude.
Intanto Vi consiglio di non mancare perché il
Cangemi lo merita e a me non mi va di far parte di un paese oscurantista, dove
si dà più spazio al rancore , spesso all’odio e meno all’amore.
ps. ad onor del vero , il nostro agente a Marsala (di cosa ci incolpa per averci lasciato ?) dedica molto spazio all'amore, ma non lo abbiamo mai visto metterlo in pratica... almeno nelle tre parole che usano i musulmani nel salutarsi...
Antonino
Cangemi è dirigente alla Regione Siciliana, ha pubblicato, oltre a saggi per
l’amministrazione presso cui opera, Comunicazione pubblica e burocrazia con
Antonio La Spina (Franco Angeli, 2009), le sillogi di poesie I soliloqui del
passista (Zona, 2009) e Il bacio delle formiche (LietoColle, 2014), i pamphlet
umoristici Siculospremuta (Dario Flaccovio, 2011) e Beddamatri Palermo! (Di
Girolamo, 2013). Ha collaborato con La
Sicilia e con l’edizione palermitana di Repubblica , collabora con la testata
on line siciliainformazioni.com e con
riviste divaria
cultura.
“Assalamu aleikum”, Onofrio!
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