4 Silvano Vinceti
Rivisitate le principali ipotesi, al fine di dare un
panorama completo riteniamo utile per il lettore inserire anche alcune altre
congetture poggianti su deboli e gracili tesi:
Prima
ipotesi: vendetta ecclesiastica
A Roma, la cerchia del papa si divide in due clan: quello francese,
capeggiato dai cardinali Federico Borromeo e Francesco Maria Del Monte, e
quello spagnolo. Il solo fatto di aver servito un tempo il cardinale Del Monte
addita il noto pittore alla disapprovazione dell’altro partito. Scoraggiato
dalla sua cattiva condotta, esasperato dalla sua violenza, è da un pezzo che il
suo primo protettore lo ha mollato, ma i quadri che gli ha comperato continuano
a essere il principale ornamento della sua galleria. L’altro clan, adesso che
ha conquistato il potere collocando un Borghese sul trono di San Pietro, vuole
la sua testa. A Porto Ercole, feudo spagnolo, niente di più facile
dell’assoldare qualche soldato del presidio.
Seconda
ipotesi: ucciso come Pasolini
Caravaggio tenta di sedurre un giovane di Porto Ercole (“un ragazzo ben
piantato, del genere plebeo e canagliesco, seminudo e abbronzato vista la
stagione, uno di quei piccoli bruti che amava”). Il ragazzo
prima ci sta, poi si ribella. Si avventa sul pittore, lo stordisce, poi lo
finisce a calci e a bastonate, quindi, spaventato, getta il corpo in mare.
Terza ipotesi: la vendetta dei parenti di
Ranuccio Tommasoni L’uomo che
Caravaggio uccide durante una banale partita di pallacorda faceva parte della
famiglia dei Tommasoni, garanti dell’ordine a Campo Marzio: dettano legge,
prestano soldi e proteggono le cortigiane. La morte di Ranuccio è uno “sgarro”
che va lavato con il sangue. Una volta elencate le differenti tesi sostenute
dagli storici, dovetti ammettere che la prima ipotesi, morte per malaria a
Porto Ercole era, fra quelle che avevo ordinato, in apparenza la più credibile
dato che era sostenuta dai tre principali biografi del Caravaggio, suoi contemporanei:
il Baglione, il Bellori e il Mancini. Ogni biografia che riporta quest’ultima
soluzione prende spunto da questi primi testi.
Tante e diverse erano quindi le ipotesi elaborate; non era facile
muoversi in questo ginepraio dato che non esistevano chiari documenti che
potessero certificare, senza ombra di dubbio, quali concezioni sostenute erano
verosimili, quali poggianti su fragili gambe storiografiche e quali frutto di
un’ardente fantasia. Per poter svolgere una seria e costruttiva critica avevo
bisogno di acquisire ulteriore conoscenze che mi permettessero di uscire dal
circolo vizioso incarnato dai tre biografi vissuti nello stesso periodo di
Caravaggio. Se avessi assunto come punto di partenza le loro – presunte verità-
inerenti agli ultimi istanti della vita del pittore, le conclusioni sarebbero
già state scritte e io avrei fatto un cattivo servizio alla verità e ad una
seria ricerca storica. Invitai Stefania ad una ricerca mirata e le chiesi di
cercare qualche documento ritenuto autentico che potesse offrirmi un solido
fondamento su un punto chiave: la sicura morte di Caravaggio a Porto Ercole.
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