mercoledì 1 novembre 2017

CARAVAGGIO 4



4           Silvano Vinceti 
 Rivisitate le principali ipotesi, al fine di dare un panorama completo riteniamo utile per il lettore inserire anche alcune altre congetture poggianti su deboli e gracili tesi:
 Prima ipotesi: vendetta ecclesiastica
A Roma, la cerchia del papa si divide in due clan: quello francese, capeggiato dai cardinali Federico Borromeo e Francesco Maria Del Monte, e quello spagnolo. Il solo fatto di aver servito un tempo il cardinale Del Monte addita il noto pittore alla disapprovazione dell’altro partito. Scoraggiato dalla sua cattiva condotta, esasperato dalla sua violenza, è da un pezzo che il suo primo protettore lo ha mollato, ma i quadri che gli ha comperato continuano a essere il principale ornamento della sua galleria. L’altro clan, adesso che ha conquistato il potere collocando un Borghese sul trono di San Pietro, vuole la sua testa. A Porto Ercole, feudo spagnolo, niente di più facile dell’assoldare qualche soldato del presidio.
Seconda ipotesi: ucciso come Pasolini
Caravaggio tenta di sedurre un giovane di Porto Ercole (“un ragazzo ben piantato, del genere plebeo e canagliesco, seminudo e abbronzato vista la stagione, uno di quei piccoli bruti che amava”). Il ragazzo prima ci sta, poi si ribella. Si avventa sul pittore, lo stordisce, poi lo finisce a calci e a bastonate, quindi, spaventato, getta il corpo in mare.
Terza ipotesi: la vendetta dei parenti di Ranuccio Tommasoni  L’uomo che Caravaggio uccide durante una banale partita di pallacorda faceva parte della famiglia dei Tommasoni, garanti dell’ordine a Campo Marzio: dettano legge, prestano soldi e proteggono le cortigiane. La morte di Ranuccio è uno “sgarro” che va lavato con il sangue. Una volta elencate le differenti tesi sostenute dagli storici, dovetti ammettere che la prima ipotesi, morte per malaria a Porto Ercole era, fra quelle che avevo ordinato, in apparenza la più credibile dato che era sostenuta dai tre principali biografi del Caravaggio, suoi contemporanei: il Baglione, il Bellori e il Mancini. Ogni biografia che riporta quest’ultima soluzione prende spunto da questi primi testi.
        
        
Aggiungi didascalia
Il ginepraio delle ipotesi

          Tante e diverse erano quindi le ipotesi elaborate; non era facile muoversi in questo ginepraio dato che non esistevano chiari documenti che potessero certificare, senza ombra di dubbio, quali concezioni sostenute erano verosimili, quali poggianti su fragili gambe storiografiche e quali frutto di un’ardente fantasia. Per poter svolgere una seria e costruttiva critica avevo bisogno di acquisire ulteriore conoscenze che mi permettessero di uscire dal circolo vizioso incarnato dai tre biografi vissuti nello stesso periodo di Caravaggio. Se avessi assunto come punto di partenza le loro – presunte verità- inerenti agli ultimi istanti della vita del pittore, le conclusioni sarebbero già state scritte e io avrei fatto un cattivo servizio alla verità e ad una seria ricerca storica. Invitai Stefania ad una ricerca mirata e le chiesi di cercare qualche documento ritenuto autentico che potesse offrirmi un solido fondamento su un punto chiave: la sicura morte di Caravaggio a Porto Ercole.  
           
           4  continua-4
4-

Nessun commento:

Posta un commento