mercoledì 8 novembre 2017

GUERINO TRENTUNO



I/31
Guarito Alessandro, il Meschino chiese licenza di partire al che Alessandro propose che quello che non era riuscito per amicizia ad ottenere lo ottenesse per parentela e quindi offri sua sorella in sposa al Meschino. “Alessandro  io amai un tempo tua sorella che altro non ebbi per la testa. Ma forse per la giovane età o per altro ella mi offese cosi fortemente che tutto il mio amore si trasformò in odio . E se anche fosse stato per la giovane età dimmi come sarà la sua lingua il giorno che lei sarà appagata ? Salviamo la nostra amicizia e non tocchiamo questo tasto” , concluse il Meschino.
Alessandro chiuse il discorso dicendo che non ne valeva la pena perdere un fratello come lui per una femmina, quindi propose al Meschino di chiedere licenza al padre.
Con pianti e preghiere sia Alessandro che il re insistettero tanto  al che il Meschino disse:” Mio re rammenti cosa disse Brumoro alla firma dei patti e cosa io promisi ? Quindi lascia che io vada da Levante a Ponente, da Oriente a Tramontana a cercare la mia casa”. “E se io trovassi tuo padre tu partiresti lo stesso ?” chiese il re ? “No a quel punto resterei” .
Il re mandò in cerca di Epidonio il mercante il quale raccontò cosa sapesse del meschino. “Fu a Salonicco che lo acquistai assieme ad altra merce. Sapemmo che questi corsari l’avevano trovato in una galea vicino la fine del mare adriatico in compagnia di una vecchia badante, un servo ed una balia che finirono tutti gettati a mare salvo il bambino che venne da noi acquistato in aggiunta  al resto della merce”. Raccontò Epidonio. Dire il pianto del Meschino nell’udire questo racconto è impossibile. Al che il re lo consolò dicendo che un bambino trovato in una galea assieme ad una vecchia governante ad una balia e a un servo sono segni che certamente denotano una certa origine e quindi non disperasse che  avrebbe fatto cercare i corsari e usando i negromanti ne sarebbe venuto a capo.
Le ricerche non approdarono a nulla perché nessuno dei corsari ricordava quel fatto e allora si chiese ai negromanti senza maggior successo tranne che per un Negromante d’Egitto che poté  dare solo questa risposta alla domanda dove dirigersi per andare a cercare il padre e la famiglia sua. “Vada  agli Alberi della Sole e della Luna  , là dove finisce e nasce il giorno e avrà la sua risposta. Ma sarà un viaggio difficile e pesante che lo metterà molto alla prova. Anche Alessandro Magno vi andò per sapere dove e quando sarebbe morto. Là il Meschino avrebbe avuto la risposta se sarebbe sopravvissuto.
Fu grande la felicità del meschino e domandò dove fossero questi alberi e quando seppe verso Levante dove finisce la terra là dove sorgono la luna e il sole…
Ormai era decisa la partenza malgrado le ultime insistenze del re e di Alessandro. Pianti e abbracci non mancarono e il re volle donare al Meschino una piccola croce con incastonata dentro un pezzetto della Croce di Cristo,  una goccia del sangue di Cristo e una goccia del latte della madonna e messala al suo collo lo ammoni che mai avesse a fare peccati carnali con essa al collo e che sarebbe stata  la  sua salvaguardia contro gli spiriti maligni.  Poi lo fece giurare come cavaliere che avendo ritrovato il padre sarebbe tornato a Costantinopoli e che  tenesse la partenza  segreta per non farla sapere al re Astilladoro dei turki.. Accompagnato per lungo tatto da Alessandro Meschino si parti.

Nessun commento:

Posta un commento