Come si fa a dire no a Chagall ?
Ci sono geni che li scopri crescendo. Da Picasso a Chagall (soprattutto
quelli della nuova generazione) che prima di farti lasciare i Raffaello per giungere
a Caravaggio e quindi ai moderni necessitano di grandi sostegni di immagine.
Chagall è soprattutto conosciuto per quelle figure inserite ovunque che
separatamente vanno dal delicato all’infinito. Quando te ne rendi conto ormai
sei preso da questa espressione d’arte che da una vetrata di chiesa ti porta
direttamente in cielo. Ti fa passare da vescovi e imperatori barbuti e
professionali ad un mondo astratto pieno di simboli.
E allora ti ritrovi in mezzo non al frutto di un pittore circoscritto
in uno spazio di un metro quadrato ma in una enorme galassia senza confini.
Ora se entri in questa arca di Noè senza preavviso ti trovi immerso in
una vasca senza lati fondo e coperchio dove una decina di pareti bianche sono la tela
dove Chagall avrebbe potuto dipingere.
In tutto questo sei distratto da pannelli caduti, tappezzerie staccate
e ragazzini usati per pulire i pavimenti davanti
a genitori orgogliosi di aver portato i figli dove reggono non più di dieci
minuti… Non tutto è negativo e degli undici euro (scontati) che abbiamo pagato
dovrebbero restituircene almeno la metà.
Ci è mancata la parete dell’originale ! Cioè da dove partivano queste
immagini realmente e che poi venivamo ricreate a immagine e somiglianza di
tecnici del computer , del video e di un immaginario di studenti fuori corso.
Questi esperimenti a nostre spese vanno annunziati chiaramente. Bene le
sole musiche un po meno l’inserto bibliografico dove non si è capito mai se
Marc Chagall fosse russo o Bielorusso.
Ci ha salvato il pescare ogni tanto le figure alate del maestro che
riuscivamo a individuare da dove eravamo seduti dovendo seguire una decina di
pareti in movimento continuo.
Avevamo visto questa estate la Mostra su Federico II ad Jesi (là
avevamo contribuito oltre al biglietto di ingresso con una multa di 90 euro nelle
migliaia di viuzze create a labirinto sino a quando non finimmo in centro per
poi tornare tre volte in dietro dove ci dissero di lasciare la macchina quasi
ad Ancona poi prendere una scala mobile e quindi un ascensore per arrivare in
questo museo ed essendo le 15 del pomeriggio
del 23 agosto non potevamo essere aiutati da nessuno tranne da chi ci fotografò
sollecitamente per poi tenersi la multa cinque mesi (va fustigato costui...)e notificarcela in Sicilia
dove la nostra memoria rifiutava di conservare la strada ma che anche non
voleva cancellare l’immagine della visita al museo. Un museo multimediale
discreto e ben fatto dove i ragazzini non pulivano i pavimenti ma chiedevano ai
genitori notizie complementari alle immagini
in movimento.
Di Chagall ricordo che quando in Jaca usci l’ultimo libro autorizzato
dal grande artista il Bagnoli disse trionfante “siamo l’ultimo editore mentre
Chagall era in vita”.
Il mio diritto acquisito avendo pagato un biglietto e usando due ore
preziosissime del mio tempo prevede il mio commento purtroppo gratuito.
Prego riparate i pannelli e riattaccate le moquette …
Milano. Museo della Permanente. 14 ottobre 2017 al 28 gennaio 2018 Via F: Turati 34
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