mercoledì 27 dicembre 2017

MARINEO L'ISOLA CHE Cè ... PER UNA SERA !



 Intelligentemente il figlio bergamasco di Piddu Li Castri si è rivolto a Ciro Spataro che in questi avvenimenti trova pane per i suoi denti. Ed eccoti servita una bella serata dove il festeggiato non era il predetto Assessore e nemmeno il figlio  ma Giuseppe Li Castri la cui storia tutti sappiamo ora a memoria. Io ho rispolverato lontani ricordi e mi ha fatto eco Francesco Virga ricordandoci che suo padre Gaetano era del “gruppo” . Si inserisce il Pulizzotto fornendoci la foto intera a complemento delle singole che sono riuscito a recuperare fra Miano e Ravenna (a Milano il figlio Mario a Ravenna una mia vecchia foto appesa accanto al camino). Queste foto non ritraevano il Fontana , ma il “capo banda”. Ora il Pulizzotto ha fatto giustizia mentre noi siamo in attesa della foto del Giattina e di quella del Virga.
Ora spero che si possa fare l’elenco dei parenti presenti altrimenti sembra , in stile marinese che si volesse festeggiare …
Noi inviamo i complimenti oltre al figlio organizzatore anche al fratello venuto apposta da Genova e ovviamente a tutti i parenti.
Non potevano mancare due cose: la foto del Taormina (qui sotto) e il discorso molto delicato del Sindaco (sempre qui sotto)che in questo ci da sempre una grande lezione umanitaria.
Ecco questa Marineo è l’Isola che non c’è !  


IL CENTENARIO DEL SIG. LI CASTRI GIUSEPPE   26/12/2017.
Illustrissimo Sig. Giuseppe Li Castri


Vederlo oggi all’età di cento anni, mi fa tanta tenerezza, e mi fa rivivere l’antico
splendore di un uomo che ha vissuto una vita segnata dalle vicende tristi e felici di un
secolo della nostra storia, non essendosi risparmiato mai ai sacrifici, ai disagi e al
pericolo delle brutalità della seconda guerra mondiale che ha contribuito a formare il
carattere, la tempra e la grande fiducia in se stesso.
Ricordo molto bene la moglie, la Sig.ra Maria che era una slovena che il Sig. Li
Castri aveva conosciuto durante la seconda guerra mondiale, quando era stato
assegnato dall’esercito italiano a Lubiana. Lo Zio Piddu, era un bell’uomo, eppure
non ha fatto come quasi tutti i soldati che si comportano da mascalzoni, approfittando
dell’amore della ragazze e poi chi si è visto si è visto. Il Sig. Li castri abbiamo detto
che è un uomo tutto di un pezzo, per cui non poteva comportarsi diversamente. Ha
sposato la donna che ha incontrato in Slovenia, della quale si è innamorato. E’ stato
un uomo onesto, con sani principi e se ne è assunto le responsabilità. Non si è curato
di eventuali critiche dell’ epoca dei suoi paesani o della sua famiglia. Ha creduto
nell’amore ed è andato avanti. Ed oggi noi marinesi siamo orgogliosi di questo gesto
da vero uomo di Don Piddu, che fa di lui un pioniere dell’europa unita ed un
europeista in tempi ancora non maturi, rappresentando anche un patrimonio di
principi umani, morali e culturali da trasmettere ai suoi nipoti e alle future
generazioni.
Egli ha vissuto in anni in cui erano richieste fatiche e sacrifici per vivere e condurre
una vita dignitosa per se e la propria famiglia. Ha lottato con i denti e con le unghia
per superare le avversità dei momenti più difficili della sua esistenza.
La vita le ha riservato gioie e dolori. Il destino a volte è stato molto crudele. Ha
subito prima, il dolore della prematura scomparsa dell’amata figlia Marisa e dopo,
della moglie Maria che gli hanno spezzato il cuore.
Solo un uomo con un carattere forte, con una grande fede in Dio e una immensa
devozione a San Ciro ha potuto resistere a dei dolori così strazianti, vivendo per tutta
la vita con una ferita nel cuore che non si è mai più rimarginata e il cui unico
pensiero, che non è mai riuscito a dimenticare, è stato quello di andare al cimitero
ogni settimana a fare loro visita, come se ancora oggi vivessero accanto a lui e lui si
occupasse ancora di loro.
Non vi è alcun dubbio che la zio Piddu è una persona buona, un uomo tutto di un
pezzo, fedele ai suoi principi ad ogni costo, che si è dedicato sempre con grandi
sacrifici alla sua famiglia, affinchè non le mancasse nulla, soprattutto il suo affetto,
trasmettendo alle giovani generazioni un patrimonio di valori culturali e civili da
seguire come modello di vita.
E’ motivo di orgoglio per la comunità Marinese avere ancora in vita, una persona così
preziosa, che rappresenta la memoria storica della nostra comunità, nella quale sono ​
custodite le vicende più belle, le tragedie più tristi e tutte quelle tradizioni
meravigliose del nostro passato, che rischiano di essere archiviate nel dimenticatoio,
quando lui non sarà più tra noi.
Per queste ragioni, al festeggiato di sta sera, che ha varcato la soglia dei cento
anni, che ha dato a noi e alle future generazioni un fulgido esempio di bontà, di
coraggio, di ottimismo, di fiducia nei sani principi e di rispetto delle tradizioni del
passato, la nostra comunità Marinese sarà per sempre grata.
Grazie Sig. Li Castri per il suo esempio, grazie per quello che lei ha fatto per tutti
noi, e per i suoi figli, per l’accoglienza che ci hai riservato e per avere voluto
festeggiare con noi e con la Comunità Marinese il suo centesimo compleanno.
Grazie Sig. Li Castri per l’amicizia che per tutta la vita ci ha dimostrato, e tanti,
tanti auguri di potere continuare a vivere ancora per tanti e tanti lunghi anni, con
l’aiuto di Dio, con l’amore della sua famiglia e con l’amicizia di tutti noi.
Con affetto, i più vivi e sinceri auguri al Sig. Giuseppe
Li Castri, da parte dell’intera Comunità Marinese e dell’amministrazione Comunale
che ha realizzato una targa ricordo che voglio consegnare assieme a tutti i presenti ed
agli amministratori presenti, compreso il consulente Natale Schimmenti.
Grazie a tutti per l’attenzione.
Il Sindaco Pietro Barbaccia

4 commenti:

  1. A complemento di quanto sopra bisogna andare a leggere "i ricordi" di Franco Virga sul suo Cesim. Questo esercizio della memoria ci fa bene perchè fa emergere la parte migliore dei marinesi. Come abbiamo sempre detto non siamo stati eletti giudici da nessuno per nessuno e quindi quel lato B dei marinesi lo si dovrà discutere con Dio. Che io mi ricordi il termoine Malaguerra è preso dal Teatro dei Pupi e i miei parenti dicevano che lo avevano appioppato al futuro Sindaco Fragale.

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  2. La foto che hai pubblicato sopra non proviene dall'Archivio Pulizzotto ma dal mio personale archivio. Sono stato io stesso a darne ieri una copia a Salvatore. Tanto comunico solo per ristabilire la verità dei fatti.

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  3. A me l'ha inviata Salvatore, ma cone ti divevo credo che di questa foto debbono essercene in giro almeno una copia per "bandito"... Belle anche le foto del Taormina che documentano la nuova realta creata dal tempo...

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  4. Come sempre se il marinese vuole bacchettarti trova sempre spazio e appigli. Ho ricevuto la foto di Salvatore come cento altre volte senza precisazioni ed ho ritenuto che fosse stato lui a mandarmela mentre… non trovavo la mia copia ! Questo mi ha portato a “scrivere una cosa inesatta”. Manca solo il termine “volontariamente” e cosi sarei stato bacchettato a dovere. Queste foto nella nostra famiglia giravano perché “quel zio” per noi era un mito ! Convivere con tre archivi è dura perché il mio vivere da “zigano” detiene l’archivio sempre nel posto dove in quel momento non ci sono. Proprio questo del “bacchettare” il prossimo crea imbarazzo (eufemismo gratuito) e allontana anzicchè avvicinare. Questo “diaologo” fra il Virga e il sottoscritto mi ha procurato messaggi che non ho pubblicato , e me ne dispiace perché non amo la censura e ovviamente i censori. Lasciamo le cose come stavano prima del tuo ultimo messaggio . Iniziamo con un Buon Anno 2018 e seguenti !

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