giovedì 14 febbraio 2019

L'ULTIMO DEI PALADINI

 
Foto di Maria Tripoli.Felice Cammarata durante il suo ultimo 86 c.
Esattamente dieci giorni fa sono sceso a Palermo perché sentivo che dovevo essere assolutamente a Palermo a rendere onore all’ultimo dei Paladini. Non eravamo i soliti quattro gatti (pensionati) che presenziano sempre gli incontri su studi classici. Felice Cammarata non era considerato uno studioso accreditato , ma il pubblico erano solo studiosi accreditati. Mancavano solo quelli dei politici arruffoni che si vestono di cultura ma poi la sconoscono.
C’era aria di ultimo addio e lo si percepiva dalla sala piena ed io rifiutai l’invito a prendere posto al tavolo dei conferenzieri   perché rifiutavo di dare l’addio al prof. Felice Cammarata. Ci abbracciammo calorosamente mentre gustavano l’acqua e anice, il Marsala e la cassata giunta apposta da Piana , anche perché si presentava il libro sugli arberesh del prof. Enzo Schirò ! Mi sono più volte commosso e mentre i miei amici marinesi completavano il rito degli scambi di convenevoli alla siciliana (in pratica si conoscono tutti…) io mi guardavo il Cammarata e pensavo alla sua collezione di pupi di misura ridotta mossi dai suoi ex studenti in un teatrino unico perché di dimensioni ridotte. Me ne sono procurato uno anch’io una venina d’anni ma giace ancora in cantina non montato e non finito.
Come la sua biblioteca nata e cresciuta attorno ai Paladini di Francia di Giusto Lo Dico , unica edizione per tanti anni introvabile se non nella sua riedizione (non l’ho scritta io ma la ho rieditata …) .
Non c’era buon sangue fra Lui e i “padroni dei pupi”. Il Museo intestato al Pasqualino lo ha sempre osteggiato , l’Amministrazione , soprattutto Orlando, lo ha discriminato perché sempre impegnata a ingrassare il Cuticchio, qualcuno soffriva della sua “lungaggine” negli incontri perché toglieva spazio a conferenzieri impreparati, ma arroganti. Molto apprezzato da tutto il mondo sia dei pupi che dei fumetti e ovviamente dalla storia epica siciliana e in particolare aquella palermitana. Oggi se vuoi sapere qualcosa sui reali di francia devi procurarti uno dei suoi volumetti ormai introvabili.
Sempre disponibile, mai arrogante , ma fermo e deciso contro chi presupponeva di sapere senza conoscere nemmeno i nomi dell’epica e dei suoi eroi.
Con Felice Cammarata muore l’ultimo sopravvissuto dei Paladini di  Roncisvalle ! 

venerdì 1 febbraio 2019


FELICE CAMMARATA : LA BIBBIA DEI PUPARI !


Siamo invitati Domenica 3 febbraio 2019 alle ore 16.30 a Palermo nella sala conferenze dell’ Hotel Excelsior di Palermo in Via Marchese Ugo. L’invito ci giunge da una persona cara e notissima fra gli studiosi delle nostre tradizioni , documentarista appassionato .
“Ha voluto onorare Marineo convocando Franco Schimmenti, Superiore della Confraternita di San Ciro e Ciro Spataro già Superiore della stessa Confraternita.”
Fra i vari ospiti leggo il maestro Pippo Made, Biagio Buonanno della Proloco di  Mezzojuso e non ultimo Ernesto Schirò che presenterà “Storia Prestigio e Diaspora degli Arbereshe. Mezzojuso colonia militare.” Questo mi ricorda non solo la edizione speciale cartacea del Guglielmo in lingua arbereshe in occasione del centenario della fondazione dello stato Albanese , ma le lunghe ricerche da noi fatte su Skandeberg per la preparazione dello spettacolo in lingua sul loro eroe nazionale.
Dalla locandina :” … acqua e anici pi “nichi” , Marsala Florio pi “granni” e cannola pi tutti.  Per chi conosce Felice Cammarata, che oggi festeggia i suoi primi ottantanni, la frase ci sta perché è siciliano verace ! Tormenta i suoi amici estimatori nel non voler cedere al computer e di tutte le diavolerie moderne che ha accettato si salva solo il cellulare , oggi per lui unico mezzo di comunicazione ! Rispolvera vecchie cooperative o società di mutuo soccorso facendole rivivere e coinvolgendo colleghi della sua generazione in rievocazioni associative. Ma quello che più di tutto è Felice Cammarata , sempre osteggiato da chi con i pupi si è ingrassato, è l’unico cavaliere sopravvissuto alla Roncisvalle della cultura carolingia siciliana.
Io sono ancora sbalordito quando cito un nome di un personaggio o un fatto dell’epopea carolingia o di un altro periodo storico , ma pertinente alla nostra storia e lui ti corregge quasi infastidito e sbalordito del fatto che tu sbagli data o luogo o personaggio. Non ha mai perso la capacità tipica dei professori veramente “tuttologhi” mettendo in difficoltà che non è come lui.
Lui onora Marineo con devozione a San Ciro ed ecco perché la presenza della nostra confraternita.
Io suo scarso allievo anzi scarsissimo allievo cerco nel mio piccolo di onorarlo per ricompensarlo della mancanza di rispetto che spesso “pseudo”  studiosi a matula lo hanno osteggiato.
Ora del volume del prof. Ernesto Schirò non posso dire nulla perché sono curioso di sentire il commento del Cammarata, e quello del Schirò grande catalizzatore della cultura arbereshe con cui ho avuto l’onore di collaborare ai tempi del Guglielmo cartaceo.  

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