domenica 10 febbraio 2019

SIAMO IN LUTTO !

Da noi usava come minimo mettere la fascia al braccio. Le nostre donne portavano il lutto per anni. Ormai si è perso l’antico rito del “consulo” e pochi ricordano le “piangitrici”. L’unica cosa certa oggi è che “muoiono solo i buoni”. Non c’è novena , trigesimo e scadenze. Non si va nemmeno sino al cimitero ad accompagnare la salma. Non c’è più mio nonno che la sera della rappresentazione della Rotta di Roncisvalle metteva la fascia al braccio. “E’ morto Orlando !” Rispondeva ai suoi compaesani.
Quando negli anni settanta iniziai l’avventura dei Pupi a Milano, perché proprio a Milano avevo assistito ad un indegno spettacolo, non essendo figlio d’arte si presentavano vari problemi. Usando lo spirito imprenditoriale che avevo acquisito lavorando a Milano, presi l’aereo e dopo aver scelto l’interprete giusto (G. DiSalvo) , piombammo al Papireto di Palermo e tramite Bumbello (padre) acquistai il “mestiere” da un vecchio puparo (pupi e scene) . Tranne i canovacci, purtroppo. Mi resi subito conto che da li dovevo partire !
Il primo spettacolo lo facemmo nella cantina di un amico e da li piano piano iniziai a seguire un idea che mi diede Giuseppe Tesorio del Corriere della Sera.
Confortato dal parere del suo Capo, su suo suggerimento, iniziai a “usare” i vecchi teatrini parrocchiali di Milano, praticamente abbandonati e ancor peggio spesso gestiti da figure psicopatiche del tipo che da portinai si sentivano padroni del palazzo… con la benedizione del referente della Curia.
E cosi partendo dal Palestrina , dal San Gregorio , dal Redi San Giuseppe, per finire al San Cristoforo.
Sin qui navigammo sfruttando la curiosità lombarda.
Un sabato mattina sfogliando il Corriere della Sera arrivai quasi all’ultima pagina senza accorgermi che la pagina di Dentro Milano era intitolata “I Paladini abitano qui !”. Furono le telefonate degli amici che mi fecero sobbalzare ! Una pagina intera del Corriere della Sera di sabato quando tutta la città sceglie come passare il sabato sera dedicata al nostro Teatro dei Pupi. Eravamo confusi ed emozionati.
Dino Tedesco pugliese, compaesano di Modugno dove si parla il siciliano non so se volesse sbeffeggiare i grandi teatri di Milano o perché (come io credevo) volesse rituffarsi nei ricordi d’infanzia, fatto sta che da quel giorno noi ad ogni spettacolo avevamo sempre grande ospitalità sul Corriere ! A Milano inizia il Corriere e poi gli vanno dietro tutti gli altri quotidiani e quindi da li in poi i rotocalchi ecc.ecc.
Io non sapevo come ringraziare Dino Tedesco, non osavo nemmeno telefonare. In poche parole questo filing durò circa dieci anni . Una sola volta ci incontrammo e cioè quando lo invitai ad uno spettacolo e lui mi disse di lasciare a casa il “grande puparo” che mi aiutava. “Camminate da soli” mi disse, lui non dice nulla, i vostri testi sono meglio.
In verità io già conoscevo Dino Tedesco da Torino quando prima dirigeva il più grande teatro
di prosa della Città e poi perché io non leggevo La Stampa ma bensi la Gazzetta del Popolo: Lui era direttore del Teatro e figura importante del vecchio quotidiano piemontese. Ci trovammo a Milano entrambi senza conoscerci.
Oggi conservo ancora le decine e decine di articoli che ha dedicato ai nostri Pupi e dobbiamo a Lui la “fama” raggiunta che ci porto a decine di tournè sino alla mitica esperienza di Dallas nel Texas con 150 spettacoli in un mese , 5 al giorno dopo aver imparato il play bach negli studi di Dallas che ci ha permesso di fare il Teatro dei Pupi in molte lingue.
Ecco Dino Tedesco ci ha lasciato. Ma noi che abbiamo confidenza con Carlo Magno e i suoi Paladini siamo sicuri che gli hanno fatto posto nel Consiglio dei Paladini di Carlo Magno o nella Tavola Rotonda di Re Artù durante la prossima Pasqua Rosada . Da dove ci relazionerà puntualmente quegli avvenimenti cosi come hanno fatto prima di Lui Boiardo, Ariosto, Pulci, Forteguerri e i mille pupari autori di Chanson de Geste immortali.

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