giovedì 29 marzo 2012

HIC SUNT BEONES !


Incontrati per caso.
Non fu facile l’inizio. Non tutti avevano con se un documento che accertasse la regolarità della coppia. Ci salvammo con l’autocertificazione anche se si rifiutava che un pezzo di carta rilasciato da un sindaco o un prete qualsiasi potesse certificare la regolarità della coppia.  Viviamo tempi durissimi dove l’amore deve essere certificato ! Tranne uno tutti erano più o meno in regola. Non si può pretendere dopo anni e anni che i nostri occhi luccicassero quando incontravano quelli della propria compagna, ma l’atteggiamento confidente, complice e rassicurante valeva più di qualsivoglia certificazione. Dicevamo del tranne uno. Si perché lui , a cui non sono bastati decenni di riflessione, aveva optato per quello che oggi si definisce essere single , ma che per noi è una chiara lampante fuga dal sacrificio coniugale. Quindi mentre noi continuavamo a chiedere “documenti” lui ci guardava come extraterrestri non sapendo quale documento produrre. L’Oste-socio  su cui incombeva il giudizio finale più volte rischiò di inaugurare i carboni ardenti del nuovo camino ,quando sfidando tutti iniziò con asparagi selvatici al sale di montagna detto salgemma per via di un amore giovanile (Gemma appunto). Non ci fu tempo per i saluti perché il Di Cristina inizio la descrizione dei bianchi che infastìdi non poco il socio Colletti (non produce bianchi). Di solito un buon espositore calcola il suo tempo dosando gli interventi in modo che si abbia il tempo per gli assaggi. Questo non è permesso perché il predetto sommellier credo che sia ancora alla suvarita a dialogare con sedie e tavoli avendo ricevuto le chiavi dal Pulizzotto sino a mezza mattina. Lo avevamo avvisato: i vini del Colletti cioè gli entellani non necessitano parole ma palato. Una serie infinità di proposte iniziali fatte di salumi,fave,carciofi, carne affumicata dei monti tatra, accompagnati da rafano grattato il tutto dal giusto vino entellano scelto dal Di Cristina ci convinse che ormai eravamo al caffè. Salvatore che complice un altro socio avevano deciso che il pistacchio meritava, ci proposero linguine e pistacchio, affiancate ad una strana pasta corleonese accompagnata da un indecifrabile ragù. Il solito agnello giunse quando ormai lo spazio era finito e dovemmo assaggiarlo anzicchè consumarlo voracemente come al solito. I rossi scorrevano come sangue in un macello dove ormai il nostro udito non ascoltava il nostro maitre preso da descrizioni melodiose. L’atmosfera era brillante e salace e quelle che temevamo si annoiassero erano ormai talmente inserite da condurre loro gli argomenti che si alternavano. Più volte notammo manine ansiose che si cercavano a sigillo di rapporti prima certificati. Sono mancati i canti divenuti inutili data la forte atmosfera goliardica. La cornice la ha fornito Sal Pernice con questa bellissima mostra retrospettiva casuale e non mercantile che ci ha fatto reincontrare un artista bravo che non ha bisogno di ricordarcelo ogni cinque minuti .Un artista senza padroni né padrini.
Il ritorno avvenne in sicurezza perché tutti sannoi che la strada da e per la suvarita è un rettilineo…in linea d’aria.
Incontrati per caso

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