PRECISAZIONE INUTILE
Qualcuno ha criticato questa "storia" di San Giorgio attribuendomene la paternità accusandomi di copia incolla e cretinate simili. In verità lo scorso anno quando regalai a don Leo il volume sulla vita di San Giorgio (sconosciutissimo a molti) lo stesso lo apprezzò ed io promisi che avrei contribuito ai festeggiamenti pubblicando un'altra vita presa da Santi e Beati che ricevo tutte le mattine verso le dieci e da cui prendo spunti della vita dei santi. Questa Wikipedia che ti risparmia le ricerche e la consultazione dei libri è un' infamia all'intelligenza degli uomini. Spesso segnalo che in redazione si possono trovare gli originali che cito e quindi oltre a possedere qualche vita di San Giorgio ho preferito riportare il lavoro ben fatto da altri.Che si capisse che proveniva da Santi & Beati lo sapevano tutti tranne i soliti distributori di patate avvelenate o killer prezzolati da non tanto ignoti cattivi maestri. Qui mi fermo perchè il resto della risposta la darò in altro spazio o meglio quando avrò la risposta da Don Leo. Esistono i buoni ed i cattivi e abbiamo gli anticorpi, ma degli aridi imbecilli come ci difendiamo ?
Il gruppo si sta ricomponendo avremo un'estate calda .
V. ICONOGRAFIA
Sarebbe compito difficile, per non dire impossibile,
elencare tutte le rappresentazioni relative alla leggenda di Giorgio, perché in
questo cavaliere crociato, vincitore del drago, si assommano innumerevoli
elementi che hanno radici nelle più antiche mitologie e che, dalle primitive
tradizioni cristiane, traggono l'eterna suggestione del male combattuto e vinto
e della fede testimoniata col martirio. Per questo appunto sono facili, nella
iconografia di Giorgio, le contaminazioni con altri personaggi, sacri o
storici, come, ad esempio il Santiago degli spagnoli (s. Giacomo il Maggiore),
s. Maurizio, s. Martino e l'imperatore Costantino. Ciò, inoltre, spiega più che
a sufficienza l'abbondanza dell'iconografia stessa, la quale, volta a volta
rispecchia il culto tributato ininterrottamente in Oriente a Giorgio, la sua
assunzione in Occidente a simbolo di intrepida virtù, l'ispirazione fornita
all'arte e alle rappresentazioni popolari, nonché ai poemi cavallereschi.Sebbene
generalmente si affermi che nel sec. XVI, tramontando in Occidente il mito
della cavalleria, il culto - e, quindi, l'iconografia - di Giorgio siano stati
trasferiti essenzialmente in Oriente, dove avevano avuto origine, non vi è
forse stato artista europeo che, dopo quella data, non abbia subito il fascino
del tema eroico del guerriero di Dio in lotta con il mostro.Prima di tentare
quello che non potrà essere che un giro d'orizzonte sul complesso argomento
della iconografia di Giorgio, occorre ricordare come la sua immagine, oltre che
nelle raffigurazioni di schietta ispirazione religiose, divenne simbolo
frequente negli stemmi, nei suggelli, nelle bandiere e negli stendardi di città
e nazioni che ne riconobbero il patronato, di ordini cavallereschi e di
associazioni d'arma o di mestiere. Tra le città ricorderemo Genova e
Barcellona, non dimenticando Venezia che a Giorgio dedicò ben tre chiese.Tra le
nazioni si può notare tra tutte l'Inghilterra che fatto suo lo stendardo
crociato di Giorgio, dedicandogli il patronato dell'Ordine della Giarrettiera,
così come in Germania sono stati posti sotto la sua protezione gli appartenenti
all'Ordine teutonico. Numerosissime sono poi le associazioni che in passato, e
ancora al presente, hanno assunto come simbolo l'immagine di Giorgio,
protettore dei cavalieri, degli armaioli, degli arceri, ecc. Passando
all'iconografia religiosa noteremo che molte raffigurazioni, tra le più
antiche, rappresentano generalmente Giorgio isolato, a piedi e con il capo nudo
dai lunghi e giovanili capelli. Gli attributi sono sempre la corazza, la spada,
la lancia (che in certi casi appare spezzata), talvolta lo stendardo crociato.
L'immagine del santo a cavallo fa, invece, il più delle volte, parte della
scena della lotta contro il drago e compare con maggiore frequenza nelle opere
d'arte che illustrano i cicli e i fatti della vita. Il cavallo è prevalentemente
bianco. Iniziando un elenco, più che altro - come si è detto - indicativo delle
une e delle altre raffigurazioni, si possono citare numerose sculture: del sec.
XIII il bassorilievo della porta di S. Giorgio a Firenze, la statua del portico
della cattedrale di Chartres, del sec. XIV la statua nella torre della
cattedrale di Friburgo e quella di legno dorato, custodita nel Museo di
Digione. Eccelle fra tutte la statua sulla facciata di Orsammichele a Firenze,
opera di Donatello (sec. XV), mentre al sec. XVI appartengono la statua sulla
facciata di S. Giorgio Maggiore a Venezia e quella bronzea nell'interno della
stessa chiesa, opera di Nicolò Roccatagliata (1593), e infine, sempre in detta
chiesa, la pala lignea intagliata e colorita attribuita a Pietro da Salò (sec.
XVI). Pure opera di Pietro da Salò è il rilievo sul portale di S. Giorgio degli
Schiavoni, sempre a Venezia, dove Giorgio è anche presente in un bassorilievo
della facciata di S. Marco. Restando ancora nel campo della scultura,
ritroviamo la scena della lotta con il drago nei bassorilievi della tomba dei
cardinali d'Amboise (1520) nella cattedrale di Rouen.Passando alle opere
pittoriche che arricchiscono l'iconografia di Giorgio, particolare attenzione
meritano le innumerevoli figurazioni bizantine, che portano l'impronta della
persistente vitalità della leggenda nei luoghi stessi dove essa ebbe origine.
Gli affreschi nei conventi del Monte Athos e, in particolare, del Protaton,
della laura Catholicon (in cui Giorgio appare con s. Demetrio), del Xenophon
(in cui, cosa rara, il santo è cefaloforo) ci rimandano tutti una immagine
presso a poco simile: un giovane guerriero dai capelli ricciuti, dalla corazza
romana, con spada, lancia e scudo. Nella scena del martirio di s. Autonomos,
del Dyonision Trapeza, Giorgio è raffigurato su un cavallo bianco. Ma le
immagini piú caratteristiche e fantasiose ce le hanno date i pittori di icone.
Nella pittura russa il santo ha un posto del tutto speciale: va ricordata in
modo particolare quella icona della scuola di Novgorod (sec. XVI), che riassume
in tutti i loro elementi le componenti della leggenda: Giorgio a cavallo contro
il drago, la fanciulla in pericolo, il popolo affacciato alle torri della
città, che attende l'esito della prova. Una scena simile è riproposta in una
icona, ora nel Museo di Oradea (Romania), in cui compare, però, un altro
giovane che cavalca sullo stesso destriero del santo, elemento che qualche
volta si ritrova anche altrove. Ancora rappresentativi della iconografia
orientale sono gli affreschi del Monastero di Staro Magoricino in Serbia (1318)
e, infine, gli affreschi della chiesa di Sucevitza (Bucovina), del sec. XVII.
In occidente la pittura ha dato un essenziale contributo alla iconografia di
Giorgio e tra gli artisti, meritano il primo posto i pittori italiani Vogliamo
ricordare tra i primi il dipinto attribuito dal Berenson a Paolo Ucello, ora
nella National Gallery di Londra, per il suo carattere quasi surrealista, in
cui all'enorme drago dalle grandi ali ocellate, fa contrasto una esilissima
vergine e al massiccio cavallo bianco si oppone un Giorgio adolescente, con un
volto quasi infantile. Nel 1462 il Mantegna in un dipinto, ora all'Accademia di
Venezia, ha rappresentato il santo in armi, ma con la lancia spezzata e Cosmè
Tura, nel 1469, lo ha egualmente raffigurato in una tempera, già portello
d'organo, nella cattedrale di Ferrara. Nello stesso secolo il Correggio dipinse
Giorgio accanto alla Vergine per la chiesa dei Domenicani di Modena (ora nella
Galleria di Dresda), mentre Carlo Crivelli, in una formella della pala d'altare
detta Madonna della rondine (Nat. Gall. di Londra) presenta un Giorgio dalla
pesante ed elaboratissima armatura, la spada levata contro il mostro.
Nel sec. XV il Pisanello ritraeva Giorgio, che si accinge
ad affrontare la lotta, per la chiesa di S. Anastasia a Verona, e il Carpaccio
trattava lo stesso tema in una serie famosa di dipinti (1501-1503) nella scuola
di S. Giorgio degli Schiavoni a Venezia, unitamente alle storie dei santi
Girolamo e Trifone. Altri episodi della leggenda sono stati affrescati da
Altichiero Altichieri e Iacopo Avanzi nell'oratorio di S. Giorgio a Padova
(sec. XIV). Anche Raffaello non si sottrasse al fascino del personaggio
dipingendo in età giovanile, nel 1504, su ordinazione di Guidobaldo da Urbino,
una tavoletta in cui Giorgio appare a cavallo, con elmo e corazza, e alza la
spada sul drago, mentre a terra giace la lancia spezzata. Nel numero delle
opere che hanno proposto interi cicli della leggenda, ancora a Venezia, nel sec.
XVI, il Veronese dipinse il martirio di Giorgio per la chiesa di S. Giorgio
Maggiore. Va fatto, infine, cenno alle numerose miniature sia dei mss.
orientali sia dei Libri d'Ore e Breviari occidentali. Per ricordarne alcuni:
citiamo quella del Libro d'Ore del maresciallo di Boucicault (Museo
Jacquemart-André di Parigi, sec. XIV) e quella del Breviaro del Duca di Bedford
(Parigi, Gal. Naz.).
Non si esaurisce certo con questi cenni il fitto elenco
di immagini relative a Giorgio Quanto in questa sede è stato esposto può dare
tuttavia un'idea della ricchezza iconografica a lui dedicata in Oriente e in
Occidente.BIBLIOGRAFIA: Kunstle, pp. 263-79, G. Millet, Monuments de l'Art
Byzantin, V, Monuments de l'Athos, Parigi 1927 pp. 176 186, 211, P. M.
Kondakov, The Russian Icon Oxford i927, pp. 25, 38, 42, tav. XXV, 126, 128, 131 sgg., tav. XXI, F. Nimitz, Die Kunst Russlands, II,
Berlino 1940 p. 39; Braun, coll. 283-89; B. Berenson, I pittori italiani del
Rinascimento, Milano 19483, tavv. 192 195, 203, 237; P. Deschamps, La légende
de St. G. et ies combats des Croisés dans les peintures murales du Moyen-age,
in Monuments et memoires, XLIV (1950), pp. 109-23 tavv. 12-15; Réau, III, pp.
257-78; M. Salini, Cosmè Turá, (s.l.) 1956, pp. 24-26, fig. 8, tavv. X-XI; D. Otto, The Church of san Marco in Venice, Washington 1960, taw.
41, 105; Ch. Amiranachili, Smalti della Georgia, Milano 1963, taw. XLVII-VIII; [D.
T.], Byzantinische Kunst, Monaco 1964, fig. 213.
Autore: Maria Chiara
Celletti
Comunque anno si scrive senza "h" (terza riga in rosso)
RispondiEliminagrazie.Purtroppo Lei è arrivato in ritardo.
RispondiEliminaMi era stato già segnalato, cosi come la mancanza di apostrofi.
Ho già provveduto.
Ora che ha iniziato continui cerchiamo di allargare la redazione
Saluti