giovedì 17 maggio 2012

SUNION


Venendo dal Pireo passato il vecchio antico porto del Faliron, caro a Socrate e Platone, lasciata Atene alle spalle, la strada bella e scorrevole  ti porta a Sunion. Passata Lagonisi con a destra la villa dell’ex Papadopulos a suo tempo protetta da una fila enorme di carri armati , mi sono infiltrato fra di loro con la mia 124 cupè per recuperare la famiglia che avevo lasciato proprio in albergo a Lagonisi. Era la mattina del colpo di stato che destabilizzava il regime greco dei colonnelli. Questo  promontorio ricco di miti con il suo superbo tempio , a due passi da Lavrion e delle sue eterne miniere d’argento , era noto e a noi caro perché tappa obbligata e unica per tramonti da favola e spettacolari esibizioni della luna. Luogo da innamorati che ti spiega le tante tragedie e passioni greche. I bambini giocavano coi sassi e la sequenza delle isolette una dietro l’altra ti ricordavano il rimbalzo dei sassi sull’acqua che da ragazzi esercitavamo con maestria. E’ bastata una foto per ricordarti un altro periodo della vita quando sembravo più greco che siciliano o meglio l’uno e l’altro. In Grecia se non conosci la mitologia sei “barbaro” cioè straniero. Appena sotto Sunion c’era una trattoria dove iniziavi a mangiare alle 15.30 per finire alle 18 giusto in tempo per un riposo che ti portava alle 22 quando eri pronto  per vivere busukia e trasgressione. Non si poteva saltare nulla ,tutte le sere ininterrottamente, acquistavi piatti e fiori , i piatti da rompere davanti i piedi dell’artista o dell’amata i fiori come galanteria da fotografare. Sunion è unica così come tutti i posti unici della Grecia. Quando il sole allontanava tutti io finivo sotto qualche ulivo (caro ad Athena) a parlare di politica o di mitologia o dello scempio fatto da Lord Bayron sulla quarta colonna incidendo su questo marmo delicatissimo con un punteruolo il suo nome, con il guardiano . Queste mie amicizie con i guardiani sbalordiva i miei amici greci e arricchiva me. Fu a Micene, da me amata sopra ogni altro luogo , che avendola vista almeno cento volte, quando mi dovetti allontanare per circa 8 anni, quando ritornai il guardiano si mise a gridane lontano cento metri “Onufrio…Onufrio dove sei stato fino adesso ?”. Piansi quel giorno perché quando la calura del mezzogiorno allontanava tutti i turisti da Micene dove non c’è un ulivo a pagarlo, ci mettevamo all’ombra del casotto di guardia o sulla scala che porta alla cisterna a chiederci se fece bene Clitennestra e se suo figlio meritava la condanna dell’aeropago.

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