Venendo dal
Pireo passato il vecchio antico porto del Faliron, caro a Socrate e Platone,
lasciata Atene alle spalle, la strada bella e scorrevole ti porta a Sunion. Passata Lagonisi con a
destra la villa dell’ex Papadopulos a suo tempo protetta da una fila enorme di
carri armati , mi sono infiltrato fra di loro con la mia 124 cupè per
recuperare la famiglia che avevo lasciato proprio in albergo a Lagonisi. Era la
mattina del colpo di stato che destabilizzava il regime greco dei colonnelli.
Questo promontorio ricco di miti con il suo superbo tempio , a due passi
da Lavrion e delle sue eterne miniere d’argento , era noto e a noi caro perché
tappa obbligata e unica per tramonti da favola e spettacolari esibizioni della
luna. Luogo da innamorati che ti spiega le tante tragedie e passioni greche. I
bambini giocavano coi sassi e la sequenza delle isolette una dietro l’altra ti
ricordavano il rimbalzo dei sassi sull’acqua che da ragazzi esercitavamo con
maestria. E’ bastata una foto per ricordarti un altro periodo della vita quando
sembravo più greco che siciliano o meglio l’uno e l’altro. In Grecia se non
conosci la mitologia sei “barbaro” cioè straniero. Appena sotto Sunion c’era
una trattoria dove iniziavi a mangiare alle 15.30 per finire alle 18 giusto in
tempo per un riposo che ti portava alle 22 quando eri pronto per vivere busukia e trasgressione. Non si
poteva saltare nulla ,tutte le sere ininterrottamente, acquistavi piatti e
fiori , i piatti da rompere davanti i piedi dell’artista o dell’amata i fiori
come galanteria da fotografare. Sunion è unica così come tutti i posti unici
della Grecia. Quando il sole allontanava tutti io finivo sotto qualche ulivo
(caro ad Athena) a parlare di politica o di mitologia o dello scempio fatto da
Lord Bayron sulla quarta colonna incidendo su questo marmo delicatissimo con un
punteruolo il suo nome, con il guardiano . Queste mie amicizie con i guardiani
sbalordiva i miei amici greci e arricchiva me. Fu a Micene, da me amata sopra
ogni altro luogo , che avendola vista almeno cento volte, quando mi dovetti
allontanare per circa 8 anni, quando ritornai il guardiano si mise a gridane
lontano cento metri “Onufrio…Onufrio dove sei stato fino adesso ?”. Piansi quel
giorno perché quando la calura del mezzogiorno allontanava tutti i turisti da
Micene dove non c’è un ulivo a pagarlo, ci mettevamo all’ombra del casotto di
guardia o sulla scala che porta alla cisterna a chiederci se fece bene Clitennestra
e se suo figlio meritava la condanna dell’aeropago.
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