sabato 12 maggio 2012

SAN GIORGIO ...POPOLARE

IV. FOLKLORE
La leggenda di Giorgio, patrimonio della cultura religiosa popolare, ebbe nuovo impulso e più ampia diffusione con la Legenda aurea di Giacomo da Varazze (m. 1395). Una Istoria di santo Giorgio cavaliero si trova nel ms. italiano Canonici 58 della Biblioteca Bodleiana di Oxford, (ed. A. Mortara, Oxford 1864, p.58; cf. pp. 204, 211) intitolato Libro dillettevole da legiere et da imparare a scrivere qual si contengono dieci instorie; questo testo, trascritto da Agostino di Cipriano verso la metà del sec. XVI, ebbe in seguito varie edd. a stampa.Le leggende agiografiche e moraleggianti, come spesso accade, ispirarono la poesia religiosa e i canti popolari creando anche intorno a questo martire una letteratura che sembra gareggiare con quella dei cavalieri dei cicli brettone e carolingio. Il coraggio indomito nella professione della fede, la tutela generosa della giovane indifesa, l'uccisione del drago che seminava stragi umane furono motivi di esaltazione dell'eroica figura.Nella tradizione islamica a Giorgio è dato il titolo di «profeta», ed il racconto delle sue gesta, risalente a Wahb ibn Munabbih (m. ca. 728-33), riproduce quasi alla lettera la versione siriaca della redazione più antica della leggenda, la quale, peraltro, «ignora l'aspetto guerriero della figura del santo e la localizzazione della sua battaglia contro il drago a Lydda o a Beryto, di cui, invece, la devozione popolare islamica ha conservato memoria fino ai nostri giorni» (G. Levi della Vida, cit. in bibl., p. 143). Giorgio fa parte, inoltre, in Occidente, del gruppo dei santi Ausiliatori, cioè di quei santi la cui intercessione, secondo una tradizione popolare che si fa risalire al sec. XIV, è particolarmente efficace in determinate necessità. Assai spesso, ed in tutte le epoche, Giorgio fu celebrato con panegirici e biografie romanzate: basti citare, fra gli scrittori più antichi Gregorio di Tours (m. 594) e Venanzio Fortunato (m. ca. 600), ricordando il panegirico di Andrea di Creta (m. 767), il sermone (sec. XI) del vescovo Zaccaria (B. Pez, Thesaurus anecdotorum novissimus, Vienna 1723, coll. 15-24) e quello (sec. XI) di s. Pier Damiani (PL, CXLIV, coll. 567-72; cf. anche coll. 145, 1032); il trovatore Wace (ca. 1170), Giacomo da Varazze (m. 1293) e Giacomo Stefaneschi (BHL, Suppl., n. 3401b) fissano l'immagine del santo nella sua leggendaria lotta col drago (cf. la scultura nella lunetta della porta maggiore del duomo di Ferrara, sec. XII-[XIII]) che sarà fonte d'ispirazione per l'arte figurativa dei secoli successivi. Numerosi sono inoltre i «sacri misteri» che celebrano il martire; nel sec. XV era in grande voga il Ludus draconis, che venne in seguito imitato dai «giuochi» delle corti rinascimentali. In Inghilterra numerose locande portano il nome di S. Giorgio, come ricorda anche Shakespeare in Re Giovanni (atto II, 288); una filastrocca recitata dai bambini dell'Inghilterra settentrionale canta s. Giorgio come cavaliere coraggioso (M. F. Bulley, St. George for Merrie England, Londra 1908, p. 30). In Germania sono a lui dedicate molte acque ritenute miracolose; mentre nei paesi slavi si conservano consuetudini di origine pagana in riferimento all'inizio della primavera. Da ultimo giova ricordare che l'epopea cavalleresca fiorita alla corte estense intorno all'Orlando furioso di Ludovico Ariosto, simboleggia, probabilmente, nei due personaggi di Ruggero e Angelica, le figure di Giorgio e della principessa.
BIBLIOGRAFIA.: oltre alle opere citt. nel corso del testo, v.: Lippomano, Sanctorum priscorum patrum Vitae, Venezia 1559, pp. 100-104, 123-27; Acta SS. Aprilis, III, ibid. 1738, pp. 101-65, N. Nilles, Kalendarium manuale utriusque Ecclesiae, I, Innsbruck 1896, pp. 143-44; Synax. Constantinop., coll. 623-26, S. Borelli, II Megalomartire S. Giorgio, Napoli 1902 (si tratta di un tipico caso di «involuzione storica», e di assenza totale della critica storica più elementare, ma raccoglie un materiale immenso che può costituire una larga base per ulteriori indagini intorno alla diffusione del culto prestato a Giorgio; inoltre elenca tutti gli scrittori che si sono occupati del santo), H. Delehaye, Les légendes greques des saints militaires, Parigi 1909, pp. 45-76, K. Krumbacher - A. Ehrhard. Der heilige Georg in der griechischen Uberlieterung, Monaco 1911, BHL, Suppl., nn. 3363-401d, Comm. Martyr. Hieron. pp. 205-209; G. Antonucci, La leggenda di S. Giorgio e del drago, in Emporium, LXXVI (1932), pp. 79-89; Delehaye, Origines, passim; F. Cumont, Les plus anciennes légendes de saint Georges, in Revue de l'histoire des religions, CXIV (1936), estratto; Comm. Martyr. Rom., p. 132; Vies des Saints, IV, pp. 591-95, BHG, I, pp. 212-23 nn. 669v-691v; C. Giannelli, Epigrammi di Teodoro Prodromo in onore dei santi megalomartiri Teodoro, Giorgio e Demetrio, in Studi in onore di Luigi Castiglioni, Firenze 1960, pp. 333-71, O. Grosso, San Giorgio nell'arte e nel cuore dei popoli, Milano 1962; L. Santucci, Leggende cristiane, ibid. 1963, pp. 84-85 (riporta la Legenda aurea); P. Toschi, La leggenda di s. Giorgio nei canti popolari italiani, Firenze 1964, M. del Donno, Poesia popolare religiosa. Studi e testi di leggende agiografiche e moraleggianti del Sannio beneventano, in Biblioteca di « Lares » XIII, ibid. 1964, p. 76; G. Levi della Vida, Leggende agiografiche cristiane dell'Islam, in L'Oriente cristiano nella storia della civiltà, Roma 1964, p. 143.

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