IV. FOLKLORE
La leggenda di Giorgio, patrimonio della cultura
religiosa popolare, ebbe nuovo impulso e più ampia diffusione con la Legenda
aurea di Giacomo da Varazze (m. 1395). Una Istoria di santo Giorgio cavaliero
si trova nel ms. italiano Canonici 58 della Biblioteca Bodleiana di Oxford,
(ed. A. Mortara, Oxford 1864, p.58; cf. pp. 204, 211) intitolato Libro
dillettevole da legiere et da imparare a scrivere qual si contengono dieci
instorie; questo testo, trascritto da Agostino di Cipriano verso la metà del
sec. XVI, ebbe in seguito varie edd. a stampa.Le leggende agiografiche e
moraleggianti, come spesso accade, ispirarono la poesia religiosa e i canti
popolari creando anche intorno a questo martire una letteratura che sembra
gareggiare con quella dei cavalieri dei cicli brettone e carolingio. Il
coraggio indomito nella professione della fede, la tutela generosa della
giovane indifesa, l'uccisione del drago che seminava stragi umane furono motivi
di esaltazione dell'eroica figura.Nella tradizione islamica a Giorgio è dato il
titolo di «profeta», ed il racconto delle sue gesta, risalente a Wahb ibn
Munabbih (m. ca. 728-33), riproduce quasi alla lettera la versione siriaca
della redazione più antica della leggenda, la quale, peraltro, «ignora
l'aspetto guerriero della figura del santo e la localizzazione della sua
battaglia contro il drago a Lydda o a Beryto, di cui, invece, la devozione
popolare islamica ha conservato memoria fino ai nostri giorni» (G. Levi della
Vida, cit. in bibl., p. 143). Giorgio fa parte, inoltre, in Occidente, del
gruppo dei santi Ausiliatori, cioè di quei santi la cui intercessione, secondo
una tradizione popolare che si fa risalire al sec. XIV, è particolarmente
efficace in determinate necessità. Assai spesso, ed in tutte le epoche, Giorgio
fu celebrato con panegirici e biografie romanzate: basti citare, fra gli
scrittori più antichi Gregorio di Tours (m. 594) e Venanzio Fortunato (m. ca.
600), ricordando il panegirico di Andrea di Creta (m. 767), il sermone (sec.
XI) del vescovo Zaccaria (B. Pez, Thesaurus anecdotorum novissimus, Vienna
1723, coll. 15-24) e quello (sec. XI) di s. Pier Damiani (PL, CXLIV, coll.
567-72; cf. anche coll. 145, 1032); il trovatore Wace (ca. 1170), Giacomo da
Varazze (m. 1293) e Giacomo Stefaneschi (BHL, Suppl., n. 3401b) fissano
l'immagine del santo nella sua leggendaria lotta col drago (cf. la scultura
nella lunetta della porta maggiore del duomo di Ferrara, sec. XII-[XIII]) che
sarà fonte d'ispirazione per l'arte figurativa dei secoli successivi. Numerosi
sono inoltre i «sacri misteri» che celebrano il martire; nel sec. XV era in
grande voga il Ludus draconis, che venne in seguito imitato dai «giuochi» delle
corti rinascimentali. In Inghilterra numerose locande portano il nome di S. Giorgio,
come ricorda anche Shakespeare in Re Giovanni (atto II, 288); una filastrocca
recitata dai bambini dell'Inghilterra settentrionale canta s. Giorgio come
cavaliere coraggioso (M. F. Bulley, St. George for Merrie England, Londra 1908,
p. 30). In Germania sono a lui dedicate molte acque ritenute miracolose; mentre
nei paesi slavi si conservano consuetudini di origine pagana in riferimento
all'inizio della primavera. Da ultimo giova ricordare che l'epopea cavalleresca
fiorita alla corte estense intorno all'Orlando furioso di Ludovico Ariosto,
simboleggia, probabilmente, nei due personaggi di Ruggero e Angelica, le figure
di Giorgio e della principessa.
BIBLIOGRAFIA.: oltre alle opere citt. nel corso del testo,
v.: Lippomano, Sanctorum priscorum patrum Vitae, Venezia 1559, pp. 100-104,
123-27; Acta SS. Aprilis, III, ibid. 1738, pp. 101-65, N. Nilles, Kalendarium
manuale utriusque Ecclesiae, I, Innsbruck 1896, pp. 143-44; Synax.
Constantinop., coll. 623-26, S. Borelli, II Megalomartire S. Giorgio, Napoli 1902
(si tratta di un tipico caso di «involuzione storica», e di assenza totale
della critica storica più elementare, ma raccoglie un materiale immenso che può
costituire una larga base per ulteriori indagini intorno alla diffusione del
culto prestato a Giorgio; inoltre elenca tutti gli scrittori che si sono
occupati del santo), H. Delehaye, Les légendes greques des saints militaires,
Parigi 1909, pp. 45-76, K. Krumbacher - A. Ehrhard. Der heilige Georg in der griechischen Uberlieterung, Monaco 1911, BHL,
Suppl., nn. 3363-401d, Comm. Martyr. Hieron. pp. 205-209; G. Antonucci, La
leggenda di S. Giorgio e del drago, in Emporium, LXXVI (1932), pp. 79-89;
Delehaye, Origines, passim; F. Cumont, Les plus anciennes légendes de saint
Georges, in Revue de l'histoire des religions, CXIV (1936), estratto; Comm. Martyr. Rom., p. 132;
Vies des Saints, IV, pp. 591-95, BHG, I, pp. 212-23 nn. 669v-691v; C.
Giannelli, Epigrammi di Teodoro Prodromo in onore dei santi megalomartiri
Teodoro, Giorgio e Demetrio, in Studi in onore di Luigi Castiglioni, Firenze
1960, pp. 333-71, O. Grosso, San Giorgio nell'arte e nel cuore dei popoli,
Milano 1962; L. Santucci, Leggende cristiane, ibid. 1963, pp. 84-85 (riporta la
Legenda aurea); P. Toschi, La leggenda di s. Giorgio nei canti popolari
italiani, Firenze 1964, M. del Donno, Poesia popolare religiosa. Studi e testi
di leggende agiografiche e moraleggianti del Sannio beneventano, in Biblioteca
di « Lares » XIII, ibid. 1964, p. 76; G. Levi della Vida, Leggende agiografiche
cristiane dell'Islam, in L'Oriente cristiano nella storia della civiltà, Roma
1964, p. 143.
Nessun commento:
Posta un commento