La celebrazione liturgica
I calendari orientali riportano la commemorazione di
Giorgio al 23 aprile recensendone le gesta secondo le passiones conosciute (J.
M. Fiey, Le Sanctoral syrien oriental d'après les Evangéliaires et Bréviaires
du XI au XIII siècle, in L'Orient syrien, VIII [1963], p. 37), alla stessa data
lo commemora il Calendario marmoreo di Napoli del sec. IX, di spiccata
influenza bizantina (D. Mallardo, Il Calendario marmoreo di Napoli, in
Ephemerides liturgicae, XVIII [1947], pp. 149-50).Anche i calendari delle
Chiese occidentali fissano la commemorazione anniversaria del martirio di s.
Giorgio al 23 aprile (W. H. Frere, Studies in early Roman Liturgy [ = Alcuin
club collections, XXVIII], Oxford 1930, pp. 100-101; v. anche P. Perdrizet, Le
calendrier parisien à la in du moyen-age, Parigi 1933, pp. 123-24; cf. p. 149)
e solo le chiese dell'Italia settentrionale riportano la celebrazione al giorno
seguente (24), come si ha da un calendario modenese del sec. XI (ed. B.
Bacchini, in Rerum ital. script., II [1718], p. 145), dai Messali e Breviari
ferraresi e dall'uso milanese che forse ha influenzato le diocesi dell'Emilia
altra volta sue suffraganee (E. Cattaneo, L'evoluzione delle feste di precetto
dal sec. XIV al XX, Milano 1956, pp. 74, 136, per gli anni 1396 e 1498; per
Pavia cf.: L. Valle, Le reliquie di s. Giorgio, Pavia 1903, p. 15, n. 1). Nel
Martirologio Geronimiano figura al 15, 23, 24, 25 apr. e al 7 maggio, ma solo
in codd. tardivi.
Il Sacramentario Leoniano del V sec. (ed. L. C. Mohlberg,
p. 16) contiene i testi della Messa di s. Giorgio martire e non di s. Gregorio
(Frere, loc. cit.) che venivano letti nella stazione che si teneva al Velabro
"eius passio contulit hodiernum in tua virtute conventum"; mentre il
più tardivo (secc. VII-VIII) Sacramentario Gregoriano (ed. H. A. Wilson, p. 27)
sembra essere influenzato dalle fantastiche passiones (diversa supplicia
sustinuit) cosí come gli antichi testi liturgici «propri», mentre l'orazione
del Messale attuale era già in uso nei Sacramentari e Messali latini dal sec.
IX (P. Bruylants, Les oraisons du Missel romain, II, in Etudes liturgiques, I,
Lovanio 1952, n. 401).I1 sinodo provinciale di Colonia del 1308 (Kellner, p.
22) elencava la festa di s. Giorgio tra quelle di precetto ed il De Officiis
palatii di Giorgio Codino indicava il giorno di s. Giorgio tra quelli in cui
l'imperatore, al tempo dei Paleologi, partecipava solennemente alle
celebrazioni religiose in Costantinopoli (ed. J. Goar, Bonn 1839, p. 81; cf.
anche indice).Fino a qualche decennio fa la festa di Giorgio era di precetto in
diverse diocesi di cui era patrono (ad es. Ferrara, Gnesen), ma, mutate
condizioni sociali, suggerirono la soppressione del precetto religioso, mentre
ultimamente la S. Congregazione dei Riti ha ridotto di grado (e non soppressa
come erroneamente fu scritto) tale festa per mancanza di notizie biografiche
sicure da inserire nella liturgia (AAS, LII [1960], pp. 690, 706).
Reliquie
Grande venerazione riscosse il sepolcro del martire e le
sue reliquie furono trasferite probabilmente durante l'invasione persiana all'inizio
del sec. VII o poco dopo, all'arrivo dei musulmani.S. Gregorio, vescovo di
Tours (m. 594), nell'opera Miracolorum liber, I, CI (ed. T. Ruinart, in PL,
LXXI, coll. 792-93) ricorda la traslazione di reliquie a Limoges ed a Le Mans.
A Roma il cranio del martire riscosse venerazione nella basilica di S. Giorgio
in Velabro fin dal sec. VIII; nel 1600 ne fu trasferita una parte a Ferrara.
Nell'852 Pietro della Marca spagnola ricorda la traslazione in Spagna di
reliquie di s. Giorgio e di s. Aurelio (Marca Hispanica, Parigi 1688, col.
357). I1 conte Roberto di Fiandra, nel 1110 portò a Ferrara un braccio di s.
Giorgio, donandolo alla contessa Matilde la quale, a sua volta, lo donò alla
nuova cattedrale della città che venne dedicata al santo nel 1135, come ci
attesta la prima iscrizione poetica italiana (G. Bertoni, La fondazione della
cattedrale di Ferrara e l'iscrizione del 1135, in La cattedrale di Ferrara,
Verona 1937, pp. 129-37; v. anche: G. Pistarino, Le iscrizioni ferraresi del
1135, in Studi medievali, sez. III, V, Spoleto 1964, pp. 66-160):
«Il mille cento trenta cenque nato
fo questo templo a san Giorgio donato
da Glielmo ciptadin per so amore
et ne fo l'opra Nicolao scolptore».
fo questo templo a san Giorgio donato
da Glielmo ciptadin per so amore
et ne fo l'opra Nicolao scolptore».
La stessa reliquia, nel 1388, fu racchiusa
dal vescovo Marcapesi in un artistico reliquiario d'argento (M. A. Guarini,
Compendio historico delle chiese di Ferrara, Ferrara 1621, pp. 14-15). Nel
1462, al tempo dell'abate di S. Giorgio Maggiore, Teofilo Beacqui da Milano,
con grande pompa un altro braccio di Giorgio fu accolto a Venezia (G. Damerini,
L'isola e il cenobio di S. Giorgio Maggiore, Venezia 1956, pp. 95 sgg., 136).
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