mercoledì 17 ottobre 2012

ALLAH, JAVHE, THEOS, DIO :SBRIGHIAMOCI CON QUESTO ECUMENISMO !




La costruenda  moschea Emir Ribaud su progetto diCastrogiovanni Tripoli
Quando da giovane viaggiavo fra Atene e Istambul , la domenica mattina facevo la mia passeggiata partendo da Topkapi prendendo il caffè al chiosco vicino la porta dei giannizzeri  entravo in Santa Sofia cercando angolini, fessure, resti di mosaici , angoletti  assorbendo secoli di Storia. Poi attraversavo la strada ed entravo dentro la piscina dove una piccola barca ti faceva visitare quella meraviglia. Oggi la barca è sostituita da una passerella in legno ,ma il ricordo della barca è conservato in due film uno è di 007 e l’altro è Topkapi. Da li passavo alla Sultan Amet o meglio la cosiddetta  Moschea Blu per via delle ceramiche e luci blu che arredano l’interno. L’ingresso alla moschea è regolato da discreti guardiani che guidano subito gli stranieri. Uno spazio è riservato proprio a loro. I musulmani hanno due ingressi loro riservati:uno per le donne che andranno a pregare in uno spazio apposito e l’altro ai credenti. In tantissimi anni mai sono stato dirottato verso i turisti perché osservavo i loro riti come noi facciamo nelle nostre chiese. Alla fontana davanti l’ingresso facevo le abluzioni (lavaggio piedi e braccia sino ai gomiti , deposito delle scarpe nei luoghi prescritti e rosario alla mano occupavo il mio posto preferito. Questi movimenti rassicuravano i guardiani che accettavano il fatto che anche un europeo poteva essere  musulmano. Io non lo ero . Ma questo rito in modo diverso lo ripetevo tutte le domeniche perché dalla Moschea poi passavo alla Sinagoga per finire verso mezzogiorno alla Chiesa di Sant’Antonio dove a differenti orari c’era la messa in francese, inglese o tedesca. Quando avevo tempo arrivavo alla chiesa della Trinità (Aghia Triada :il Vaticano Ortodosso) per il rito greco-bizantino o alla Chiesetta di Santa Maria dove la messa era in italiano. C’era un'altra chiesetta dedicata a Santa Maria in Chora (?) dentro Topkapi ma ci andavo solo perché convinto che da lì sono transitate le reliquie di San Ciro. Quando stavo per imparare le 99 parole per elogiare Dio sgranando il loro rosario smisi di viaggiare in quella zona. Mi mancano molto quelle mattinate perché mi sentivo a mio agio in tutte quelle chiese sia che si chiamassero Moschee, Baliliche, Chiese, Sinagoghe. E come se tu trovi gente che ha il tuo stesso cognome in varie parti del mondo : stesso cognome lo stesso padre o figli dello stesso Dio. Mi è sempre piaciuto definire i musulmani  “pii” come loro definisco i loro “beati” o uomini “credenti”. Ma aldilà di queste definizioni seppur imprecise frutto della mia memoria, mi mancano tanto quelle domeniche mattina. La mattinata finiva , dopo aver attraversato il Corno d’oro e preso il traghetto o un dormus ad Haidar Pascia dove prendevi uno spiedino di cozze fritte o uno sgombro dentro il panino cotto dentro una barca mentre guardavi una nave dell’Adriatica che da oltre mille anni attraccava a Stambul a due passi dai “nemici genovesi “ di Galata. Ero lì mentre ben tre  colpi di stato sconvolgevano  Grecia Cipro e Turkia. E mentre mia moglie con la carrozzina e i bambini si trovava  dall’altro lato ,divisi da una fila di carri armati, io tentavo con la mia 124 sport di passare dall’altro lato per recuperarli gridando in un mare di lingue che in ogni caso sarei passato “Papadopulos  e  Makarios sono nulla in confronto alla mia famiglia”. E chiaro che passai ! Come ci riuscii ve lo racconto un'altra volta.
L’altro giorno mentre cercavo tracce visibili del Monastero di Scanzano  (aveva sollecitato la mia curiosità il nostro più grande storico vivente marinese: Antonino Trentacosti a cui debbo preziose collaborazioni) al ritorno nel curvone che fa da valico fra la parte nord e la parte Sud dell’ Eleuterio noto alla mia destra un fabbricato dove fervevano i lavori. Sbalordito posteggio scendo e faccio una fotografia perché io abito a Marineo dove qualsiasi affermazione tu faccia ci sono dieci imbecilli che ti sommergono di domande con richieste di prove, documenti e attestati. Non sanno apprezzare nemmeno l’arte del racconto. Ovviamente corro in piazza a raccontare la cosa e buona parte di chi mi ascoltava erano di quel gruppo. Per fortuna avevo scattato la foto ! Non mi manca più Istambul , Atene ,la Pafhos di San Paolo. Ora la domenica mattina vado a Piana per un pezzo di messa in rito bizantino, a Marineo al convento per sentire il soffio di Dio, poi metto assieme quattro sassi a mo di ghiuttena come facevano gli ebrei  e ora finalmente abbiamo la nostra Moschea. Allah, Javhe, Theos , Dio o meglio sbrighiamoci con questo ecumenismo.       

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