giovedì 8 novembre 2012

LA POMPA DELLA BENZINA



Mai visto un benzinaio così va Marineo

La benzina arrivava con i fusti che avevano due cerchioni in ferro in modo che quando li scaricavi dai camion e piombavano per terra i cerchioni assorbivano l’urto. Era l’uso militare di scaricare rotolando il fusto pesantissimo e ricaricarlo vuoto. Si usava una pompa a mano efficace ed efficiente. Poi arrivarono le famose “colonnine”. Grande spettacolo per noi ragazzi vedere il carburante riempire le colonnine dando sicurezza di non imbroglio perché “era tutto a vista”. Si c’era il tizio che si lamentava che il carburante contenuto nel tubo non gli venisse erogato e da lì grandi discussioni. Durarono a lungo le colonnine della Nuovo Pignone che poi la stessa ditta li sostituì con le più moderne colonne bombate. La Nuova Pignone di Firenze è la fabbrica che vide Giorgio La Pira, allora Sindaco Santo di Firenze, uno che andava da Ho Chi Min in Vietnam a cercare la pace ad Algeri nei locali notturni a cercare la danza del ventre ,accompagnato da Fanfani e rispettive consorti. Tutta la storia dei “rifornitori di benzina” è legata a questa fabbrica. Io negli anni del miracolo economico portavo queste “pompe” per l’Italia e per i Paesi circostanti. Da noi al monumento serviva ai soliti “ pensionati o sfaccendati” (sono sempre gli stessi hanno il posto al monumento in linea ereditaria) ad osservare i viaggiatori di passaggio con commenti e osservazioni . Anche i locali soprattutto chi aveva comprato una macchina nuova dopo aver fatto benzina più volte allo scorrimento veloce poi si sentiva maturo a fare benzina al Monumento. Il nostro “punto” non fu mai famoso come il “rifornimento “ di Piazzale Loreto di Milano che vide la barbarie commessa su Mussolini e Claretta mentre il nostro al massimo vide “passare “ Mussolini “ (non sappiamo se con la Petacci) mentre la signora Tuzzolino accarezzandolo gli chiedeva l’acqua per il paese… Ora anche la pompa è un altro pezzo del passato che se ne va, ma se ne vanno anche generazioni di  “ benzinai”. Ricordo la faccia che fece Mastro Ignazio quando un ispettore della supercortemaggiore  gli fece notare  che erogare benzina con la sigaretta in bocca o nella stessa mano della pompa era pericoloso e proibito. Lui aspettò che andasse via e scrollando spalle e testa sbalordito commentò: ma che crede che sono così stupido che dò fuoco alla benzina mentre ci sono io… C’era la taverna Giampaolo , c’era il chiosco di Scianna e d’inverno il calore delle caldarroste e don Vito Scarafuni che si beava fra vino e castagne accarezzandosi la lunga barba. Di tutto questo ormai rimane ben poco, via le pompe, don Vito ha traslocato in cielo , il chiosco è stato abbattuto, qualche castagnaro coraggioso viene ancora, il monumento dedicato alla vittoria dopo aver ascoltato per decenni discorsi patriottici ora subisce l’arroganza dei discorsi fuori luogo, ma rimane ancora lo spirito libero dei pensionati che passano ai raggi x chiunque con descrizioni su taglie, misure , portamento e persino desideri repressi delle signore, che passano , a cui ora con l’avvento di Crocetta hanno fatto posto a chi si intende anche di uomini.

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