La benzina arrivava con i
fusti che avevano due cerchioni in ferro in modo che quando li scaricavi dai
camion e piombavano per terra i cerchioni assorbivano l’urto. Era l’uso
militare di scaricare rotolando il fusto pesantissimo e ricaricarlo vuoto. Si usava
una pompa a mano efficace ed efficiente. Poi arrivarono le famose “colonnine”.
Grande spettacolo per noi ragazzi vedere il carburante riempire le colonnine
dando sicurezza di non imbroglio perché “era tutto a vista”. Si c’era il tizio
che si lamentava che il carburante contenuto nel tubo non gli venisse erogato e
da lì grandi discussioni. Durarono a lungo le colonnine della Nuovo Pignone che poi la stessa
ditta li sostituì con le più moderne colonne bombate. La Nuova Pignone di Firenze è la
fabbrica che vide Giorgio La Pira,
allora Sindaco Santo di Firenze, uno che andava da Ho Chi Min in Vietnam a
cercare la pace ad Algeri nei locali notturni a cercare la danza del ventre
,accompagnato da Fanfani e rispettive consorti. Tutta la storia dei
“rifornitori di benzina” è legata a questa fabbrica. Io negli anni del miracolo
economico portavo queste “pompe” per l’Italia e per i Paesi circostanti. Da noi
al monumento serviva ai soliti “ pensionati o sfaccendati” (sono sempre gli
stessi hanno il posto al monumento in linea ereditaria) ad osservare i
viaggiatori di passaggio con commenti e osservazioni . Anche i locali
soprattutto chi aveva comprato una macchina nuova dopo aver fatto benzina più
volte allo scorrimento veloce poi si sentiva maturo a fare benzina al Monumento.
Il nostro “punto” non fu mai famoso come il “rifornimento “ di Piazzale Loreto
di Milano che vide la barbarie commessa su Mussolini e Claretta mentre il
nostro al massimo vide “passare “ Mussolini “ (non sappiamo se con la Petacci) mentre la signora
Tuzzolino accarezzandolo gli chiedeva l’acqua per il paese… Ora anche la pompa è
un altro pezzo del passato che se ne va, ma se ne vanno anche generazioni
di“ benzinai”. Ricordo la faccia che
fece Mastro Ignazio quando un ispettore della supercortemaggioregli fece notare che erogare
benzina con la sigaretta in bocca o nella stessa mano della pompa era
pericoloso e proibito. Lui aspettò che andasse via e scrollando spalle e testa
sbalordito commentò: ma che crede che
sono così stupido che dò fuoco alla benzina mentre ci sono io… C’era la
taverna Giampaolo , c’era il chiosco di Scianna e d’inverno il calore delle
caldarroste e don Vito Scarafuni che si beava fra vino e castagne
accarezzandosi la lunga barba. Di tutto questo ormai rimane ben poco, via le
pompe, don Vito ha traslocato in cielo , il chiosco è stato abbattuto, qualche
castagnaro coraggioso viene ancora, il monumento dedicato alla vittoria dopo
aver ascoltato per decenni discorsi patriottici ora subisce l’arroganza dei
discorsi fuori luogo, ma rimane ancora lo spirito libero dei pensionati che
passano ai raggi x chiunque con descrizioni su taglie, misure , portamento e
persino desideri repressi delle signore, che passano , a cui ora con l’avvento
di Crocetta hanno fatto posto a chi si intende anche di uomini.
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